opere

Di sera in città: magnifici edifici di culto fuori città

“S. Pietro e Paolo a Pievequinta e S. Maria delle Grazie di Fornò, magnifici edifici di culto fuori città”

Ritrovo: ore 20,30 presso la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo, via del Cippo 6 a Pievequinta.

Mercoledì 20 luglio l’appuntamento con il ciclo di visite guidate Di sera in città sarà un percorso svolto fuori città e dedicato a due edifici di culto del territorio, molto importanti sia per la loro storia secolare sia per le importanti testimonianze artistiche che conservano.
Prima tappa e luogo di ritrovo della serata dal titolo sarà appunto l’antichissima chiesa dei Santi Pietro e Paolo, censita già alla metà del X sec. come appartenente al castello di Bertinoro. Già a quell’epoca la chiesa di Pievequinta, ricca di storia e opere, non era una semplice chiesa parrocchiale ma, a testimoniare la sua importanza, da essa dipendevano altri centri di culto.
La seconda tappa é dedicata all’affascinante Santuario di Santa Maria delle Grazie di Fornò, con la suggestiva storia della sua fondazione attribuita al corsaro Pietro Bianco da Durazzo che scampato ad un naufragio nelle coste romagnole si convertì al cristianesimo e visse il resto della sua vita come eremita. La particolare struttura architettonica della chiesa, le importanti testimonianze artistiche scultoree e pittoriche che sono conservate nel santuario saranno parte preponderante della visita.
A condurre l’itinerario saranno Mariacristina Gori e Marco Vallicelli.
Fra le due tappe accoglierà i visitatori un intermezzo musicale con arpa celtica ed altri strumenti a cura di Fola Fulanta.

Appuntamento lunedì 18 e in replica mercoledì 20 luglio alle 20,30 presso la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, via del Cippo 6 a Pievequinta.

Per informazioni: Cultura Progetto 0543/35256 – info@culturaprogetto.it – www.culturaprogetto.it

Diritti cyber, dopo l’EUCD incombe l’IPED

Vi siete fatti delle belle vacanze? Pare che Settembre riserverà per voi tutte le sorprese che volevate non aspettarvi….

Dal sito dell’associazione Software libero:

L’11 settembre 2003 la commissione JURI del Parlamento europeo discute la Direttiva Intellectual Property Enforcement Directive, che richiede forme di criminalizzazione della cosiddetta violazione della proprietà intellettuale.

Appoggiamo la campagna di CODE, Coalition for an Open Digital Environment, tesa a far conoscere i rischi di questa nuova proposta di direttiva nonché a chiedere ai parlamentari europei la non approvazione.

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COMUNICATO STAMPA

Un nuovo acronimo contro i diritti digitali: dopo l’EUCD arriva l’IPED

L’Associazione Software Libero chiede il rifiuto della Direttiva per il Rafforzamento della Proprietà Intellettuale

Un altro rischio incombe sull’Europa: dopo l’EUCD arriva l’Intellectual Property Enforcement Directive (link), una nuova direttiva nel cui testo sono presenti concetti e precetti pericolosi non solo per il software
libero.

Il prossimo 11 settembre la commissione JURI del Parlamento Europeo discuterà una Direttiva (Intellectual Property Enforcement Directive)
che richiede forme di criminalizzazione della cosiddetta violazione della proprietà intellettuale.

Col termine “proprietà intellettuale” si comprendono discipline giuridiche molto diverse fra loro, come il copyright, i brevetti, i marchi, i nomi a dominio Internet, le quali comportano problemi e richiedono tutele nient’affatto uniformi. L’effetto di uniformare queste discipline, addirittura dal punto di vista penale, è di ridurre drasticamente le libertà civili dei cittadini europei, rendendo oltretutto legalmente rischiose le attività legate all’innovazione e alla competizione tecnologica.

In questi giorni una coalizione internazionale di associazioni e gruppi hanno avviato una campagna (CODE, Coalition for an Open Digital Environment) tesa a far conoscere i rischi di questa nuova proposta di direttiva nonché a chiedere ai parlamentari europei la non approvazione.

Sul sito della campagna http://www.ipjustice.org/code.shtml è possibile leggere la lettera spedita da questa coalizione ai parlamentari che fanno parte della commissione chiamata l’11 settembre prossimo a discutere ed eventualmente approvare questa direttiva.

L’Associazione Software Libero condivide tutte le preoccupazioni espresse dalla coalizione e rimarca come ancora una volta con questa direttiva, come con la precedente EUCD, si danneggiano i cittadini.

Anziché limitarsi a colpire chi trae illegalmente profitto dalle violazioni del diritto d’autore, si colpiscono gli utenti, declassandoli dal ruolo di cittadini a quello di clienti privi di diritti, condannandoli ad una fruizione arbitrariamente limitata delle opere e minacciando la loro riservatezza. Come se non bastasse, la direttiva minaccia lo sviluppo della concorrenza e dell’innovazione nel mercato dell’informazione digitale.

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