Year: 2003

Ogm: Corte Ue, Stato può sospendere vendita

Da vita.it:

Se uno Stato ha motivi fondati per sospettare l’esistenza di un rischio, puo’ limitare provvisoriamente o sospendere la commercializzazione e l’utilizzo sul suo territorio

La semplice presenza di residui di proteine transgeniche in nuovi prodotti alimentari non impedisce la loro immissione in commercio, mediante una procedura semplificata, se non vi sono rischi per la salute umana. Tuttavia, se uno Stato membro ha motivi fondati per sospettare l’esistenza di un simile rischio, puo’ limitare provvisoriamente o sospendere la commercializzazione e l’utilizzo sul suo territorio. Questa la sentenza della Corte di giustizia Ue del Lussemburgo nella causa che opponeva la Monsanto ed altre imprese attive nel settore della biotecnologia all’Italia per aver vietato l’immissione sul mercato di alcuni prodotti alimentari con granturco geneticamente modificato. Il decreto con cui l’Italia aveva stabilito una sospensione preventiva della commercializzazione e dell’utilizzo di prodotti provenienti da granturco geneticamente modificato risale al 2000. In seguito a quel provvedimento, Monsanto ed altre aziende del settore hanno presentato un ricorso al Tribunale amministrativo del Lazio ritenendolo contrario al diritto comunitario. Nel 1997 e 1998 le aziende avevano informato la Commissione Ue, nell’ambito di una ”procedura semplificata”, per la quale e’ necessaria solo una notifica all’esecutivo europeo, la loro intenzione di commercializzare prodotti provenienti da granturco geneticamente modificato, quali la farina. Tra l’altro, Monsanto Europe e altre imprese avevano gia’ ottenuto in Francia e in Gran Bretagna l’autorizzazione all’immissione in commercio di alcuni chicchi di mais Ogm per la sua resistenza a insetti ed erbicidi. In Italia, invece, il governo, dopo aver sentito pareri di diversi organi scientifici, ha avuto dubbi sull’innocuita’ di questi prodotti con la conseguente emissione del decreto del 8 agosto 2000. Nella sua sentenza la Corte Ue, a cui si era rivolto il Tar del Lazio, ricorda che il regolamento comunitario sui nuovi prodotti alimentari ha la finalita’ duplice di garantire il funzionamento del mercato interno di questi prodotti e di tutelare la salute pubblica. Lo stesso regolamento, si sottolinea, ”qualifica come sostanzialmente equivalenti a prodotti o ingredienti alimentari esistenti quelli che presentano differenze di composizione, ma che non hanno effetti negativi per la salute”. La Corte rileva inoltre che la ”procedura semplificata” non deve in alcun caso trasformarsi in un indebolimento delle norme di sicurezza che devono essere rispettate dai nuovi alimenti e che talune differenze di composizione di questi ultimi, rispetto a quelli tradizionali, devono essere specificatamente menzionate nell’etichettatura. In virtu’ della cosiddetta ”clausola di salvaguardia”, spiega ancora la Corte Ue, uno Stato membro ”puo’ a titolo preventivo limitare provvisoriamente o sospendere la commercializzazione del prodotto sul suo territorio”. La dimostrazione dell’esistenza di rischi per la salute, secondo i giudici del Lussemburgo, puo’ giustificare ”l’adozione di una tale misura, ma in tal caso il rischio non deve essere puramente ipotetico, ne’ risultare fondato su semplici supposizioni non ancora fondate. Lo Stato deve basarsi su indizi precisi e non su ragioni aventi un carattere generico”. Alcuni aspetti di questa vicenda appaiono tuttavia attualmente ormai superati dopo che nel luglio scorso l’ Unione europea ha adottato nuove regole sull’etichettatura e sulla tracciabilita’ degli Ogm.

Ogm: sentenza Ue, le reazioni

Da vita.it:

Per l’Ue ”la salute dei suoi cittadini e la tutela ambientale vengono prima delle liberta’ commerciali”. Questo il commento di Legambiente al pronunciamento della Corte di Giustizia europea sulla causa fra la Monsanto e altre due multinazionali del biotech e il nostro Paese, responsabile del divieto di importazione di alcuni alimenti contenenti tracce di proteine ogm. Un pronunciamento con il quale ”e’ stata garantita la sovranita’ alimentare e la sicurezza dei consumatori”. ”La Corte – afferma il portavoce nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta – riconosce agli stati membri il loro diritto di garantire la salute dei cittadini, un diritto che prevale nettamente sui principi della liberta’ del commercio. E’ una decisione che sembrerebbe scontata ma che non lo e’ di questi tempi, e della quale dunque ci rallegriamo. Tanto piu’ importante – aggiunge Della Seta – perche’ arriva in coincidenza dell’apertura del vertice di Cancun, in cui, seppure esclusi dall’agenda, gli ogm rischiano di avere un ruolo importante”. Non e’ irragionevole pensare, rileva ancora il portavoce nazionale di Legambiente, che gli Stati Uniti potrebbero avanzare pretese nei confronti della moratoria europea in cambio di concessioni sulla lista dei 41 prodotti tipici portata a Cancun. ”Questa sentenza – conclude quindi Della Seta – e’ anche un monito: non c’e’ liberta’ di mercato ne’ Monsanto che tenga di fronte alla salute dei cittadini e alla tutela dell’ambiente. Ma all’Unione, coinvolta appunto a Cancun nei negoziati per riscrivere piu’ equamente le regole del commercio mondiale chiediamo coerenza: se questi diritti valgono per i cittadini europei, allora devono valere anche per quelli dei paesi piu’ poveri, che troppo spesso invece vengono sacrificati in nome del liberismo a senso unico dell’Occidente”
La sentenza della corte Ue sui quattro mais ogm e’ legittima: e’ quanto afferma in una nota Ivan Verga, vice presidente dell’associazione Verdi Ambiente e Societa’ (VAS) secono il quale ”con il pronunciamento odierno la Corte di Giustizia ha di fatto posto fine ad un contenzioso che oppone da tre anni la multinazionale Monsanto al governo del nostro Paese e al sacrosanto diritto di uno Stato membro di impugnare la commercializzazione di alimenti transgenici non sottoposti ad alcuna valutazione di sicurezza d’uso”. Secondo Verga con la sentenza di oggi la Corte ”inizia a ristabilire il diritto su di una materia che la lobby delle multinazionali del biotech ha governato per anni, facendo prevalere un regime di discrezionalita’, rispondente ai propri interessi di parte e a discapito degli interessi collettivi di sicurezza. Quanto invece alle precisazioni della Corte in relazione alla ‘sostanziale equivalenza’ dei prodotti transgenici, si tratta di osservazioni poco piu’ che superflue, poiche’ i nuovi Regolamenti UE sull’etichettatura e la tracciabilita’ degli OGM negli alimenti hanno opportunamente cancellato qualsiasi riferimento a procedure semplificate di autorizzazione. E questo ci consente di poter dire che mai piu’ alcun OGM potra’ essere autorizzato sul territorio UE senza essere sottoposto ad una meticolosa valutazione sulla propria sicurezza d’uso. Insomma, il tempo in cui bastava una semplice notifica basata sull’autocertificazione di conformita’ prodotta dalle multinazionali produttrici appare definitivamente tramontato. Con estrema soddisfazione dei cittadini europei e con buona pace delle multinazionali che ritenevano di poter considerare i consumatori come tante cavie di una tecnologia transgenica inaffidabile e non gradita dall’opinione pubblica”.

Clima. Associazioni: Russia ratifichi subito Kyoto

“La Russia non puo’ tenere il mondo col fiato sospeso, e deve mantenere la parola data sulla ratifica del Protocollo di Kyoto, l’unico trattato internazionale volto a rallentare i mutamenti climatici limitando l’inquinamento che provoca il riscaldamento globale”. Ad incalzare il paese guidato da Vladimir Putin nel combattere l’effetto serra e’ il WWF che, per ribadire tale richiesta, ieri ha partecipato con amici della terra e legambiente a un sit-in sotto il consolato russo a Milano, citta’ simbolo perche’ proprio li’ a dicembre si terra’ la nona conferenza delle parti della Convenzione sul clima. Riunione che, fanno notare gli ambientalisti, a causa della mancata ratifica russa non potra’ costituire anche il primo incontro delle parti al Protocollo di Kyoto. Il Protocollo di Kyoto, ricorda infatti il WWF, “diventera’ legge internazionale solo se la Russia lo ratifichera’”. Dopo gli appelli dei leader mondiali, degli ambienti industriali russi, degli ecologisti e dell’opinione pubblica, dopo gli impegni del presidente russo Vladimir Putin, “la ratifica del Protocollo di Kyoto deve arrivare alla duma, il parlamento russo”. Puntualizza Gianfranco Bologna, segretario aggiunto del WWF: “il mondo aspetta. 117 paesi hanno gia’ ratificato il Protocollo di Kyoto, un processo burocratico lentissimo non puo’ mandare all’aria gli sforzi di centinaia di governi, migliaia di aziende e milioni di persone”. “Dopo questa estate terribile che ha mostrato al mondo, Russia inclusa, solo un piccolo anticipo dei drammatici effetti dei mutamenti climatici- sostiene il WWF che insieme alle altre associazioni partecipa a un sit-in davanti al consolato russo di Milano- non si puo’ piu’ attendere o, peggio, seguire i consigli interessati di chi si nasconde strumentalmente dietro il dibattito scientifico per non far nulla da subito e trovarsi a gestire problemi ben piu’ drammatici e irreversibili in futuro”. Peraltro, ci tiene a sottolineare Bologna, “gli scienziati e gli organismi piu’ autorevoli del mondo sono tutti preoccupati e decisi nell’indicare le responsabilita’ umane dell’aumento dell’effetto serra e quindi dei mutamenti climatici”. Il protocollo, ne e’ convinto il WWF, e’ “solo il primo passo verso il taglio delle emissioni inquinanti, innanzi tutto di quelle di anidride carbonica, che dovra’ essere del 60-80% per essere efficace”. Ma “se non si riesce nemmeno a compiere un passetto, che portera’ alla russia molti vantaggi economici- insiste Bologna- il grande passo rischia di arrivare quando la temperatura si sara’ gia’ innalzata troppo, e sara’ difficile mitigare e rallentare i mutamenti climatici”. Per sottolineare l’importanza del via libera della Russia, il WWF ricorda lo stato delle ratifiche: “il Protocollo di Kyoto e’ stato completato due anni fa e rappresenta il primo passo per combattere il riscaldamento globale. 117 paesi hanno gia’ ratificato il protocollo, molti di piu’ dei 55 che erano necessari. Perche’ il trattato entri in vigore, pero’- si puntualizza- i paesi che lo ratificano devono rappresentare almeno il 55% delle emissioni di anidride carbonica (il gas maggiormente responsabile dell’aumento dell’effetto serra) dei paesi industrializzati”.
Sintetizza l’associazione: “dal momento che usa e australia hanno dichiarato che non intendono ratificare il protocollo, la Russia e’ oggi il paese chiave”.

Energie rinnovabili. Utopia esiste e si chiama Friburgo

Friburgo puo vantarsi di essere forse la citta piu ecologica d Europa, ed ha l’ambizione di ridurre del 25% entro il 2010 la quantità di biossido di azoto immessa nell’atmosfera. Nella sua area industriale sono localizzate cinquecento aziende attive nel settore della ricerca e della produzione di tecnologie applicate alla fonti rinnovabili. Tetti e facciate sono rivolti a sud e sono attrezzati con pannelli solari, fotovoltaici e schermati, progettati da designer e architetti che hanno raccolto la sfida di trasformarli in oggetti d’arte, e che d’inverno catturano il sole e d’estate lo filtrano per garantire condizioni climatiche ottimali. Le ringhiere dei balconi vi sembrano piu spesse del normale? E perche ci si lava con l’acqua che scorre al loro interno e si riscalda al sole. Ma il vero monumento di questa citta del sole e la Solarhaus, il simbolo e il prototipo della casa solare: 145 metri quadrati servita da sistemi di riscaldamento, produzione dall’energia solare di acqua calda e l’elettricità. La facciata sud è formata da 89 metri quadrati di isolamento opaco che protegge dal calore e serve da sistema solare passivo, in grado di produrre 6000 rwh l’anno. E’ dotata inoltre di un dispositivo di produzione energetica in grado di dividere l’idrogeno e l’ossigeno dall’acqua mediante elettrolisi, permettendo di impiegare l’idrogeno come fonte energetica a lungo termine, come combustibile nell’area cucine e come fonte di riscaldamento ulteriore nei mesi invernali. Ma la Solarhaus non e piu un caso di studio. L’edilizia ecologica ha trovato applicazione a tutti i livelli. I cittadini possono acquistare quote di un impianto fotovoltaico, pur non essendo proprietari di un tetto solare, permettendo la realizzazione su edifici privati e pubblici di impianti fotovoltaici collegati alla rete per oltre 300 kw. Anche il sistema finanziario collabora erogando incentivi economici per i cittadini che installano impianti solari, termici o fotovoltaici. Inoltre, dal 1999 ogni consumatore di elettricità, anche se non ha installato un proprio impianto contribuisce aderendo alle cooperative solari. Cosi’ un intero quartiere della città è stato progettato e costruito in verde. E il Distretto Vauban, dove la maggior parte degli edifici e’ solare. Esemplare tra tutti il Wohnen und Arbeiten (Vivere e lavorare): conserva l’85% dell’energia con un costo maggiorato di appena 7%; l’impianto di ventilazione recupera l’82% delle calorie provenienti dall’impianto di riscaldamento; i gas prodotti dall’impianto di fognatura servono per cucinare; la maggioranza delle
finestre si affaccia a sud, per recuperare e incamerare la luce solare. Solo meta dei residenti usa l’auto e la parcheggia fuori da quartiere in un edificio multipiano ricoperto di pannelli, che lascia liberi gli spazi esterni e i giardini. Accanto e sorto Schlierberg, edificato con case a schiera a surplus Energi,in grado cioe’ di rimettere in rete l’energia in eccesso rispetto a quella consumata.

La TIN e i deplorevoli strattagemmi per attirare l’attenzione

Settembre è stato fino ad ora un mese molto pieno di messaggi in questo blog, sia per i problemi dovuti alla proposta di introdurre i brevetti sul software, sia per un’infinità di altri motivi che mi hanno spinto a scrivere, riportare messaggi e notizie, lavorare per far sapere qualcosa di più sulle questioni che mi stanno a cuore, e che dovrebbero stare a cuore anche a voi che mi leggete.
Mi spiace di dare l’impressione di essere una persona che si arrabbia per tutto, probabilmente dovrei lasciare correre, e probabilmente dovrei dare maggiore risaolto ai messaggi che scrivo quando sono felice di una cosa (come ad esempio dell’uscita della seconda versione dell’auto ibrida della Toyota, la Prius).

In ogni caso, non potevo evitare di scrivere qualcosa sulla nuova pubblicità della Tim, che sfrutta una suoneria utilizzata da tutti per ricevere i messaggi, per attirare l’attenzione. Questa cosa è deplorevole. Come è espressametente vietato dalla legge, ma non rispettato, aumentare il volume, così dovrebbe essere vietato l’utilizzo di suoni che siano studiati apposta per attirare la nostra attenzione.
A quando i suoni della polizia, della croce rossa, dei clacson ad alto volume? Era necessario usare proprio quel suono? Oppure solamente estremamente conveniente?

Non so quante volte vi sia capitato di voltare la testa verso la televisione, dopo aver sentito il famoso beep beep del sms di questa pubblicità. A me è successo spesso, e tutte le volte ho sperato in un malanno ai pubblicitari che hanno deciso di sfruttare questo strattagemma.

Una rabbia che nemmeno questo post potrà alleggerire.

Non sono per una legge che vieti questo suono, ma un pò di buon senso dovrebbe dire al cervello dei pubblicitari che è una cosa moralmente infame.
Visto che loro non lo capiscono, io invito tutti quelli che la pensano come me a non acquistare schede della Tim, finché questa azienda non chiederà scusa ai cittadini, loro malgrado anche spettatori di questo scempio della civiltà morale.

Vergogna, vergogna, vergogna.

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