Year: 2003

Ogm: scienziato denuncia, provocano il cancro

Ripreso da Vita: vita

Secondo uno studioso americano, che in un libro denuncia i pericoli degli organismi geneticamente modificati (Ogm), un centinaio di persone sono morte e tra 5.000 e 10.000 si sono ammalate a causa di un integratore alimentare geneticamente modificato. Il latte prodotto con ormoni geneticamente modificati, secondo Jeffrey M. Smith, ha aumentato in modo significativo i casi di cancro alla prostata e alla mammella.
In Gran Bretagna, secondo lui, le allergie cutanee sono cresciute del 50% a causa della soia geneticamente modificata importata dagli Usa.

Secondo Smith, i cibi Ogm provocano intossicazioni, allergie e possono causare anche il cancro. Lo studioso e ricercatore americano sostiene di essersi basato su dati scientifici e denuncia i rischi taciuti per anni, negli Stati Uniti, da pressioni, inganni e manovre per camuffare la verità a vantaggio dell’industria biotecnologica.
Quello che sul mercato viene presentato come un cibo senza effetto sulla salute, in realtà, avrebbe provocato almeno un centinaio di morti e tra i 5 e i 10 mila malati gravi per l’assunzione di L-triptofano, un aminoacido usato come supplemento negli alimenti geneticamente modificati.

Sulle pagine del libro “Seeds of deception” (Semi dell’inganno), che la prossima settimana verrà sottoposto anche all’attenzione della riunione ministeriale della Wto (l’Organizzazione per il Commercio Mondiale) a Cancun, in Messico, Smith rivela anche come, nel processo per la creazione dei cibi Ogm, sia possibile il trasferimento negli organi umani di una categoria di geni, i cosiddetti promotori, che permettono di attivare il trans-gene.
Questi geni sono considerati responsabili di imprevedibili effetti sulla salute, compresa la potenziale crescita di cellule pre-cancerogene. In particolare, il latte di mucche cresciute con un ormone geneticamente modificato contiene una quantità eccessiva di un ormone (Igf-1), che costituisce uno dei più alti fattori di rischio nella possibilità di contrarre cancro al seno e alla prostata.
Nonostante persino l’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms) abbia dimostrato la preoccupazione che gli Ogm possano provocare malattie immuni agli antibiotici, gli Stati Uniti hanno per anni taciuto, facendoli passare per cibi sicuri, ha spiegato Smith. L’esperto americano sostiene che molti studi sono stati distorti e gli scienziati che hanno provato a denunciare i problemi alla salute provocati dagli Ogm sono spesso stati privati di responsabilità o addirittura licenziati.

Presentazione del Rapporto della Commissione sul software a codice sorgente aperto nella P.A.

La presentazione si terrà il 10 settembre 2003 in via Salaria 113, presso il Centro congressi dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza
nella Pubblica Amministrazione sul software a codice sorgente aperto.
Il programma e l’invito si trovano a questo indirizzo:
http://www.innovazione.gov.it/ita/eventi/allegati/invito_030910.pdf

Diritti cyber, dopo l’EUCD incombe l’IPED

Vi siete fatti delle belle vacanze? Pare che Settembre riserverà per voi tutte le sorprese che volevate non aspettarvi….

Dal sito dell’associazione Software libero:

L’11 settembre 2003 la commissione JURI del Parlamento europeo discute la Direttiva Intellectual Property Enforcement Directive, che richiede forme di criminalizzazione della cosiddetta violazione della proprietà intellettuale.

Appoggiamo la campagna di CODE, Coalition for an Open Digital Environment, tesa a far conoscere i rischi di questa nuova proposta di direttiva nonché a chiedere ai parlamentari europei la non approvazione.

—–BEGIN PGP SIGNED MESSAGE—–
Hash: SHA1

COMUNICATO STAMPA

Un nuovo acronimo contro i diritti digitali: dopo l’EUCD arriva l’IPED

L’Associazione Software Libero chiede il rifiuto della Direttiva per il Rafforzamento della Proprietà Intellettuale

Un altro rischio incombe sull’Europa: dopo l’EUCD arriva l’Intellectual Property Enforcement Directive (link), una nuova direttiva nel cui testo sono presenti concetti e precetti pericolosi non solo per il software
libero.

Il prossimo 11 settembre la commissione JURI del Parlamento Europeo discuterà una Direttiva (Intellectual Property Enforcement Directive)
che richiede forme di criminalizzazione della cosiddetta violazione della proprietà intellettuale.

Col termine “proprietà intellettuale” si comprendono discipline giuridiche molto diverse fra loro, come il copyright, i brevetti, i marchi, i nomi a dominio Internet, le quali comportano problemi e richiedono tutele nient’affatto uniformi. L’effetto di uniformare queste discipline, addirittura dal punto di vista penale, è di ridurre drasticamente le libertà civili dei cittadini europei, rendendo oltretutto legalmente rischiose le attività legate all’innovazione e alla competizione tecnologica.

In questi giorni una coalizione internazionale di associazioni e gruppi hanno avviato una campagna (CODE, Coalition for an Open Digital Environment) tesa a far conoscere i rischi di questa nuova proposta di direttiva nonché a chiedere ai parlamentari europei la non approvazione.

Sul sito della campagna http://www.ipjustice.org/code.shtml è possibile leggere la lettera spedita da questa coalizione ai parlamentari che fanno parte della commissione chiamata l’11 settembre prossimo a discutere ed eventualmente approvare questa direttiva.

L’Associazione Software Libero condivide tutte le preoccupazioni espresse dalla coalizione e rimarca come ancora una volta con questa direttiva, come con la precedente EUCD, si danneggiano i cittadini.

Anziché limitarsi a colpire chi trae illegalmente profitto dalle violazioni del diritto d’autore, si colpiscono gli utenti, declassandoli dal ruolo di cittadini a quello di clienti privi di diritti, condannandoli ad una fruizione arbitrariamente limitata delle opere e minacciando la loro riservatezza. Come se non bastasse, la direttiva minaccia lo sviluppo della concorrenza e dell’innovazione nel mercato dell’informazione digitale.

—–BEGIN PGP SIGNATURE—–
Version: GnuPG v1.2.2 (GNU/Linux)
Comment: Processed by Mailcrypt 3.5.8

iD8DBQE/Vd9EpTA1sien860RArKJAJ99Pk/u+eP12RatO/2Q+yHXS1ScGQCfQXST
HqrhFRmha8rkG6qE/MBqCy8=
=Gc2R
—–END PGP SIGNATURE—–

Lettera aperta ai segretari dei partiti del centrosinistra

Lettera aperta ai segretari dei partiti del centrosinistra
Da L’Unità del 2/09/2003
Antonio Di Pietro – Presidente Italia dei Valori

Illustri Signori,
ho il dovere ed il piacere di comunicarvi ufficialmente che l’Italia dei Valori ha raggiunto e superato (prima ancora della data di scadenza fissata) abbondantemente la raccolta delle canoniche 500.000 firme necessarie per attivare il referendum abrogativo della legge “salva Berlusconi”. Mi riferisco a quella legge che un paio di mesi fa è stata fatta in fretta e furia per bloccare i processi di Milano a carico del nostro Presidente del Consiglio. Raggiungeremo entro la scadenza fissata dalla legge per la consegna di moduli in Cassazione (fine settembre), circa 1.000.000 firme (cifra peraltro che è già a nostra portata di mano).
Ciò è stato possibile non solo per la grande partecipazione dei cittadini sottoscrittori e per la determinazione e l’organizzazione dell’Italia dei Valori, ma anche per l’impegno e la disponibilità di molti dirigenti di tutti i partiti del centrosinistra (Comunisti Italiani in testa), dei loro eletti (Parlamentari, Sindaci, Consiglieri e assessori dell’Ulivo – DS, Margherita, Verdi ed altri – che ci hanno aiutato concretamente nell’autenticazione delle firme). Fondamentale è stata ed è poi l’encomiabile opera di raccordo con la società civile portata avanti da molti gruppi spontanei (movimenti e girotondi compresi) che si sono prodigati per l’occasione (come ad esempio molti amici dell’ARCI o di “Laboratorio per la Democrazia” di Firenze, la Rete dei Movimenti e così via).
Vi segnalo ciò per pregarvi di non ostinarvi a pensare che questo referendum sia voluto solo da noi dell’Italia dei Valori. La richiesta verrà alla fine sottoscritta da quasi un 1.000.000 di cittadini ed è stata appoggiata da esponenti nazionali e locali di tutte le forze politiche (anche del centrodestra, con Sindaci e Consiglieri di questo schieramento che in alcuni casi ci hanno pure aiutato a raccogliere ed autenticare le firme). I sottoscrittori provengono da tutte le zone d’Italia, da tutti gli strati sociali, da tutti i partiti (sia di destra che di sinistra). Provengono soprattutto da quell’area che stava perdendo fiducia nella politica e nei politici e che ora sono pronti a ritrovarla.
Insomma non abbiamo mai visto tanta coesione sociale come in questa occasione, di fronte ad un quesito così esplicito: “Volete voi che la legge sia uguale per tutti o no?”.
La stragrande maggioranza dei cittadini (e degli elettori) italiani ritiene la “legge salva Berlusconi” (o Lodo Schifani che dir si voglia), una legge ingiusta, incostituzionale e immorale (perché viola lo stato di diritto e perché ci rende ridicoli e poco credibili agli occhi del mondo). Ciò nonostante alcuni di voi dicono di voler aspettare il giudizio della Corte Costituzionale. Tutti lo aspettiamo.
Tutti auspichiamo, che la Corte abroghi questa legge. La sottoscrizione del milione di cittadini che hanno firmato vale anche come gesto di solidarietà ed auspicio verso tale soluzione. Nello stesso tempo però le firme raccolte – senza nulla togliere alla decisione della Corte Costituzionale (anzi rafforzandola moralmente e politicamente) – serviranno anche come “valvola di scorta” nel caso la Corte, pur riconoscendo l’immoralità della legge (cosa, questa, in re ipsa per essere stata fatta solo per favorire Berlusconi) non ne sancisca anche l’incostituzionalità formale (per una di quelle alchimie interpretative di cui è piena la nostra giurisprudenza costituzionale).
In tal caso – grazie alla tempestiva raccolta di firme che abbiamo fatto – sarà possibile mettere subito in mano al popolo italiano la parola finale circa l’opportunità o meno di mantenere in vita una legge così blasfema senza cioè dover aspettare un altro anno per raccogliere le firme e soprattutto senza dover aspettare la fine della legislatura per sapere se il nostro Presidente del Consiglio è un galantuomo o un poco di buono.
Lo so, alcuni di voi temono che poi, quando si tratterà di andare a votare, non si raggiunga il quorum. Certo, l’impegno non è facile ma la politica non è un’opera ragionieristica. È una missione. Ed oggi la nostra missione è proprio quella di convincere gli italiani che il governo Berlusconi li ha traditi e li sta usando per farsi gli affari propri ( e per sistemare i propri guai giudiziari). Il nostro dovere di politici è quello di tornare a far scaldare i cuori dei tiepidi, degli indecisi, dei rassegnati e degli arrabbiati, di coloro che potrebbero lasciarsi ingannare dalle sirene Berlusconiane; dobbiamo ricreare un clima di fiducia verso la politica da parte dell’opinione pubblica. Insomma, dobbiamo fare come i preti di una volta quando vedevano le chiese vuote: andare noi in giro per le strade e le campagne e convicere gli elettori a tornare alle urne.
Non si può pensare di conquistare il consenso elettorale “a tavolino” sperando che i cittadini la prossima volta votino noi solo per fare dispetto all’altro, così fanno i politicanti. Noi – per raccogliere un milione di firme – alla fine avremo parlato con almeno 5 milioni di cittadini. Immaginate che opera di convincimento ed informazione potrebbe rappresentare per l’opinione pubblica se potessimo impegnarci tutti – ed impegnare tutte le nostre strutture di partito – allo stesso modo.
Ora la “palla della responsabilità” sta a voi: ve la sentite di impegnare ufficialmente e formalmente i vostri partiti in una battaglia così decisiva? I vostri elettori lo vogliono: se non ci credete, partecipate ai nostri centri di raccolta (ad esempio ai banchetti di raccolta firme da noi allestiti alle feste dell’Unità) e ascoltate cosa dicono i cittadini. Troverete anche molti elettori di centrodestra che fanno la fila per firmare il quesito referendario. Ciò sta a significare che questo referendum “unisce e non divide”, e unisce non solo il popolo di centrosinistra ma anche molti elettori dell’altra sponda e soprattutto molti cittadini che prima erano stufi di sentir parlare di politica.
Coraggio, dunque, unitevi a noi e consegnamo tutti insieme le firme raccolte in Cassazione. Abbiamo fatto firmare su moduli senza simbolo di partito, proprio per significare che questo referendum è di tutti coloro che – sottoscrivendolo – lo vogliono (e quindi non solo dell’Italia dei Valori). L’appuntamento è per il 26 settembre prossimo alle ore 9.30 alla Corte di Cassazione. Ci sarete anche voi? Noi ce lo auguriamo.
Fino a quella data continueremo – ventre a terra – a raccogliere le firme in ogni posto ove sarà possibile e con tutte le nostre forze disponibili (e anche molte delle vostre). Chiunque voglia darci una mano, siamo reperibili tramite internet al sito www.italiadeivalori.it o al fax 0331/624783.

Torna su