Berlusconi

La giustizia dei forconi, la laicità dello Stato ed i tentativi di golpe

Io credo che un Paese normale abbia bisogno di una giustizia indipendente dalla politica, e di una politica che rispetta le regole. L’annuncio di Di Pietro sul voto favorevole al tentativo di colpo di Stato di Berlusconi, che sovverte le decisioni della giustizia sul caso Englaro, è significativo: tutti gli appelli fatti nei mesi scorsi perdono improvvisamente di valore. La giustizia di Di Pietro non è quella dei tribunali, della corte di cassazione, della Costituzione, ma quella dei forconi. Una giustizia a doppia velocità, forte con i deboli e debole con i poteri forti.

L’indecisione di Veltroni sulla vicenda, sulla quale dice che non è tempo di uno scontro tra laici e cattolici ma quello della coesione dei valori, è palesemente priva di senso. Tutti i cittadini, tutti i partiti, devono esprimere la loro opinione: in democrazia si discute e si prende una decisione. Invece la scelta, anche questa volta, è a doppio binario: la Binetti vola a Lourdes per sostenere il progetto di Golpe del Governo e le anime laiche del partito sostengono timidamente il Presidente della Repubblica. Ma chi vota per questo partito, senza le preferenze, quale delle due strade avrebbe voluto sostenere?

I partiti senza posizione non servono certo a rappresentare le idee dei cittadini
(visto che non è richiesto loro di esprimersi sulle scelte precise, ma di votare sulla pettinatura del leader).

Così ci troviamo, oggi, in una situazione gravissima. Da un lato viene attaccata la giustizia, l’indipendenza del potere giudiziario da quello legislativo (che sono alla base dello stato di diritto, un concetto datato fine 1700), dall’altro le forze politiche in Parlamento sono tutte indifferenti sostenitrici di questo “ME NE FREGO” della Costituzione berlusconiano.

Io penso che i cittadini italiani debbano svegliarsi e muoversi con uno scatto d’orgoglio che impedisca nuovi passi in questa direzione: abbiamo già sperimentato una volta dove portano queste scale e la nostra Costituzione è lì per impedire che la storia si ripeta.

Tentativi di inciucio sulla Riforma della legge elettorale per le Europee

In questi giorni ci sono stati operosi ed interessati contatti tra Veltroni e Berlusconi per riformare la legge elettorale delle europee e ritagliarla a tutto vantaggio di PD e PDL. L’Italia dei Valori, fa sapere Di Pietro, sarebbe d’accordo.

Questi sono alcuni degli articoli apparsi sulla stampa, che vi invito a leggere:
europee-il-grande-scambio-pd-pdl
europee-verso-linciucio-pd-pdl
europee-intesa-pd-pdf-per-soglia-4

Questo è il gruppo che ho creato su Facebook per dire NO a questo inciucio, a poche settimane dalle elezioni. Le leggi elettorali non si modificano con così poco tempo e con questo conflitto d’interessi tra il legislatore e le liste che si candideranno (se si affrontasse lo stesso discorso il giorno dopo, con anni di distanza dalle elezioni l’operazione sarebbe meno sospetta).
NO all’accordo Veltroni + Berlusconi sulla Riforma della Legge Elettorale

Aderite e fatelo girare agli amici!

Contro gli stupri servirebbero tanti soldati quante belle donne. L’ennesimo gioco di prestigio.

Queste “battute” non sono casuali, sono opera di uno studio accurato.

Berlusconi è fenomenale nel rubare la scena alle cose importanti che accadono durante il giorno: invece di parlare della nuova legge porcata per le elezioni europee per mangiarsi i voti dei partiti sotto il 4%, o dell’enorme scandalo che verrebbe fuori se venissero pubblicate le intercettazioni dell’archivio Genchi, si parla delle sue cretinate.
Come nei migliori giochi di prestigio, l’artista svia l’attenzione dello spettatore per agire sotto i suoi occhi e portare avanti il suo numero.

La tessera di partito ed il Berlusconismo

i-want-youChe schifo i partiti con le tessere e le iscrizioni old style, molto meglio i partiti “fluidi”, senza iscrizioni. Quante volte abbiamo sentito questa sciocchezza, in questi mesi? Ci è stata ripetuta talmente tante volte che quasi quasi sembrava convincente.
Il problema è che partiamo da parole inquinate da significati non loro, che cambiano il nostro modo di pensare senza cambiare il contenuto (come cambiare nome agli inceneritori in “termovalorizzatori” rende loro un aspetto meno negativo).

Le associazioni hanno iscritti, a volte semplici sostenitori a volte attivisti, che eleggono rappresentanti (presidenti, consiglieri) che la dirigono: quali iniziative fare, cosa dire, come spendere il denaro.

I partiti sono associazioni di persone che si occupano di politica e di rapporti con le istituzioni. Visto l’importanza dei temi che trattano, è assolutamente indispensabile che esista una democrazia interna che permetta alle persone di partecipare alle loro decisioni, ed alle elezioni dei rappresentanti ad ogni livello. Questo permetterebbe di evitare anche il nepotismo, la gestione privata o familiare, le piramidi di potere troppo ripide (dove molta base sostiene un piccolo vertice).

L’idea quindi di fare a meno delle persone iscritte ai partiti, per avere solo dirigenza che occupi potere, è assurda. Qualsiasi forma di confronto con la cittadinanza non può che essere diretta, in qualche modo, da quella dirigenza, che a meno di grossi errori di valutazione deciderà temi, persone e maggioranze chiedendo alle persone solo un voto plebiscitario, un sì o un no lontanissimi dalla democrazia vera.

L’America che oggi ha votato Obama e che viene presa come riferimento democratico, è molto più arretrata dell’Italia di qualche decennio fa nel suo rapporto con i cittadini. I cittadini americani hanno talmente sfiducia nel sistema che per metà non votano, e per metà votano 2 persone che fanno a gara per assomigliarsi ed accaparrare gli stessi voti.
Sì e No. Repubblicano o Democratico, Bianco o Nero.
Se oggi il risultato è storico, probabilmente molto lo si deve anche all’illusione di aver trovato un nuovo leader che con una bacchetta magica risolva tutti i problemi.
In realtà i grossi poteri economici hanno sostituito la politica, ed hanno chiesto istituzioni leggere, la scomparsa dei dibattiti politici, l’eliminazione dei partiti, per poter agire in piena libertà e senza regole (con conseguenze tristemente note).

In Italia abbandonata l’educazione civica nelle scuole e nei media, oggi appartenere ad una associazione o ad un partito è visto come qualcosa di infamante, da nascondere o da evitare.
Penso che dovremmo lottare contro questo qualunquismo, e cercare di spiegare che non è tanto il sistema associativo ad essere malato, è la mancanza di una vera base che controlli, voti, discuta, si impegni, a determinare una mancanza di controllo dei cittadini sui partiti.

Se quelli che esistono non vanno bene, se ne possono creare altri (Grillo, pur evitando come la peste la parola partito, di fatto ne ha organizzato uno, senza democrazia interna, iscritti e rappresentanti eletti).

A mio parere non si può sconfiggere il berlusconismo con gli stessi strumenti: un partito agenzia pubblicitaria, nessun congresso per discutere cosa si fa, decisioni imposte da una sola persona.

Se vogliamo superare il nostro sistema dobbiamo imparare che partecipare è importante.
Le elezioni politiche dell’anno scorso dovrebbero aver insegnato qualcosa: che l’astensione, il leaderismo, la vocazione maggioritaria, il “ma anche” possono essere uno strattagemma a visione molto corta, che rischia di seppellire definitivamente la democrazia nel nostro paese.

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