Società

ANCHE LA CITTA’ DI FORLI’ CONTRO LA PENA DI MORTE

Dall’Ufficio Stampa del Comune di Forlì

L’adesione della Città all’appello promosso dalla Comunità di Sant’Egidio contro la pena capitale. Le notti tra martedì 28/mercoledì 29 e mercoledì 29/giovedì 30 novembre sarà illuminato il monumento di Piazzale della Vittoria

Saranno oltre 500 le città, tra cui anche Forlì, che in tutto il mondo sosterranno la quinta “Giornata Mondiale delle Città contro la pena di morte”, promossa alcuni anni fa dalla Comunità di Sant’Egidio e sostenuta dalle principali associazioni internazionali per i diritti umani.

Il 30 novembre è stato scelto perché in questa data il Granducato di Toscana abolì, nel 1786, la pena capitale, primo stato europeo ad abolire dal proprio ordinamento la pena di morte. Forlì aderirà all’appello delle “Città per la vita” mantenendo illuminato per le due notti tra martedì 28/mercoledì 29 e mercoledì 29/giovedì 30 novembre il monumento di Piazzale della Vittoria. “La pena di morte è una grande sconfitta per la cultura della vita” – affermano gli esponenti della Comunità di Sant’Egidio. “Per secoli – ricordano i promotori – il mondo ha considerato normali e indispensabili tortura e schiavitù. Oggi molti Paesi del mondo concepiscono questa pena come un residuo del passato, con lo Stato che degrada la società uccidendo a freddo chi non può più nuocere e si mette allo stesso livello degli assassini. Oltre che essere immorale, la pena capitale è anche inutile come forma deterrente. Infatti le statistiche dicono che non serve a ridurre i reati più gravi”. La lunga strada ancora da percorrere per giungere alla sua abolizione universale, richiede una tenace e incisiva azione per l’affermazione della civiltà del diritto e della difesa della dignità dell’uomo. Forlì manifesterà insieme a città tra cui, in Italia, Roma, Firenze, Napoli, Venezia e nel resto d’Europa Berlino, Madrid, Bruxelles, Parigi, Vienna, Stoccolma, Copenhagen. 500 città, una accanto all’altra, per dire insieme NO alla pena di morte e affermare con i loro monumenti illuminati, l’espressione di una autentica cultura e civiltà della vita.

RomagnaOggi.it> Forlì, inceneritore Mengozzi: esposto del Wwf in Procura

Riporto una parte dell’interessante articolo pubblicato oggi da RomagnaOggi.it:
Forlì, inceneritore Mengozzi: esposto del Wwf in Procura

FORLI’ – Dopo quello di Hera, anche l’inceneritore della ditta ‘Mengozzi’ finisce nel mirino degli ambientalisti. Il Wwf ha infatti presentato un esposto in Procura per fare chiarezza sui procedimenti di certificazione Emas della Società Mengozzi S.p.a., attiva nello smaltimento di rifiuti ospedalieri da tutta Italia.

La certificazione di qualità Emas è un sigillo di qualità riconosciuto a livello europeo e certifica il raggiungimento di determinati standard di eccellenza. Un documento che secondo il Wwf avrebbe consentito alla “Mengozzi” di conseguire le autorizzazioni ambientali per ottenere il rilascio dellAutorizzazione Integrata Ambientale Aia da parte della Provincia di Forlì-Cesena, provvedimento che ha dato il via libera al raddoppio della potenzialità di smaltimento, richiesto e ottenuto dalla società.

Leggi il resto dell’articolo:
Forlì, inceneritore Mengozzi: esposto del Wwf in Procura

Metti il coperchio sulle pentole

Pochi giorni fa il Ministro delle Attività Produttive Scajola, per fronteggiare la crisi energetica dovuta al taglio delle forniture del metano da parte della Russia, ha chiesto agli italiani di mettere il coperchio sopra le pentole. Oltre a questo invito ha previsto, con un decreto, la riapertura delle centrali ad olio combustibile, chiuse perché inquinanti, vecchie e costose, ed una riduzione delle temperature dei riscaldamenti a 18 gradi (al posto dei canonici 20).
Questa emergenza ha fatto capire agli italiani che non è stato fatto nulla, in tutti questi anni, per ridurre la nostra dipendenza energetica dalle fonti non rinnovabili importate dall’estero.
Qualcuno di questi, sull’onda emotiva degli allarmismi, ha riproposto persino il ricorso al nucleare, tecnologia ormai abbandonata anche da chi lo ha sfruttato negli anni passati.
Antieconomico, pericoloso e legato alla disponibilità di Uranio che non è abbondante in forma utilizzabile allo scopo, il nucleare sarebbe l’ennesima beffa che non risolve il problema.
Nessun governo italiano, fino ad oggi, ha saputo metter mano alla fonte più economica, ecologica ed abbondante nel nostro paese: il risparmio energetico.
In effetti l’idea non attrae molto l’attenzione. Non richiama l’idea di abbondanza, della mitica opulenza di una società “sviluppata”, che non conosce confini alla crescita.
Probabilmente per essere veramente efficace, come concetto, dovrebbe chiamarsi diversamente. Anziché risparmio energetico, quindi, utilizzerò in questo articolo “leggerezza energetica”. Un po’ come le barrette per perdere peso, un metodo per essere felici e meno in colpa verso il prossimo che stiamo inquinando.
Se la pensiamo come fonte, la leggerezza energetica è un bene che stiamo sprecando.
Buttereste dalla finestra centinaia di euro? In realtà in Italia lo stiamo facendo.
Basta fare un confronto tra i consumi energetici degli edifici in Italia, Svezia e Germania. In Svezia lo standard per l’isolamento termico degli edifici non autorizza perdite di calore superiori a 60 kWh al metro quadro all’anno. In Germania le perdite sono mediamente di 200 kWh al metro quadro all’anno. In Italia si raggiungono punte di 500 kWh/m2/anno.
Mentre noi, da anni, teniamo gli occhi chiusi e non guardiamo al di là di ieri, negli altri paesi si stanno attuando politiche che permettono di essere meno inquinanti, meno dipendenti dai combustibili fossili e dai prezzi che gli altri stabiliscono per noi.
Mentre è ridicolo che un Ministro arrivi a discutere dei tappi per le pentole, appare chiaro che, prima o poi, dovremo affrontare il problema con la serietà che merita.
Mentre noi pensiamo a come sfruttare gli incentivi europei per falsificare il mercato della produzione delle energie rinnovabili, c’è chi pensa a ridurre le necessità di energia a parità di qualità della vita ed al contempo a realizzare veri mercati alternativi per l’approvvigionamento. Gli esempi da seguire sono sempre gli stessi, non dobbiamo guardare nemmeno troppo lontano. Se investissimo in ricerca sulle rinnovabili, compresa la leggerezza energetica, potremmo risolvere nella maniera adeguata quello che sarà il problema di questo secolo, assieme all’acqua.
Così come è risibile il provvedimento di Scajola, lo stesso modo di ragionare ci viene di fronte anche dietro casa.
L’ultima novità è il progetto di un inceneritore di biomasse presentato per Casemurate di Forlì. Poco lontano dal centro del Capoluogo, all’interno di un centro abitato in mezzo alla campagna, vorrebbero costruire una centrale elettrica che produce energia bruciando 170’000 tonnellate di biomasse all’anno.
Per fare un confronto i tre inceneritori attuali di Hera e di Mengozzi di Coriano bruciano insieme 70’000 tonnellate di rifiuti ogni anno.
Nella categoria delle biomasse rientra quasi di tutto: dalla legna all’erba, dai fanghi di depurazione alla cacca delle galline.
Siccome non produciamo così tanta “biomassa”, probabilmente dovremmo importarla da fuori Provincia, come è capitato ad Argenta, dove viene importato legname dal Canada.
Anche quelle che sono energie rinnovabili, quindi, rischiano di diventare solo un business legato agli incentivi europei, dal bilancio energetico negativo (entra nel ciclo più energia di quella che esce) e conti economici viziati temporaneamente dai certificati verdi.
Purtroppo di leggero, in quello che facciamo, c’è solo il modo di pensare.
Prima o poi il sole ci scioglierà le ali.

Il programma di Pecoraro per le primarie

I verdi di Forlì sostengono ed invitano a votare il presidente Alfonso Pecoraro Scanio alle primarie del 16 ottobre affinché le tematiche e le istanze ambientaliste siano rappresentate adeguatamente all’interno del programma dell’Unione.

Potete trovare ogni informazione sul presidente nazionale dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio e sulla sua candidatura, al sito www.pecoraroprimarie.it.

Pecoraro Scanio si candita a rappresentare nell’Unione 13 priorità programmatiche, allegate a questo articolo.

PIU’ AMBIENTE, PACE, DIRITTI E SOLIDARIETA’ NELL’UNIONE

1.. Difendere la Costituzione. Più democrazia e partecipazione.
2.. Pace e democrazia. Riforma dell’Onu, cooperazione internazionale, disarmo e nonviolenza, lotta alle povertà. Globalizzare i diritti.
3.. Riforma economica e fiscale per l’innovazione, la sostenibilità e la solidarietà. Reddito sociale di cittadinanza e lotta al precariato. Riconoscere le nuove professioni.
4.. Donne e giovani. Mezzogiorno. Aree interne e montane, piccoli comuni: opportunità per il rilancio economico e sociale dell’Italia.
5.. Nuovo piano per infrastrutture davvero utili e rilancio della mobilità sostenibile. Riforma della politica energetica e dei rifiuti.
6.. Legge urbanistica nazionale. Beni comuni. Recupero e tutela del patrimonio artistico e storico.
7.. Agricoltura, artigianato, piccole imprese, turismo e cultura: settori su cui investire davvero.
8.. Per un’informazione libera. Il pluralismo culturale e tematico. Internet e software libero.
9.. Diritto alla salute. Per tutti. Benessere e promozione dello sport.
10.. Uno stato laico garante dei diritti di tutti. Difesa della scuola pubblica. Pacs.
11.. Giustizia, legalità e sicurezza. Ecologia della politica e trasparenza nella Pubblica amministrazione. Diritti dei consumatori.
12.. Immigrazione e cittadinanza. Riforma del welfare. Politiche di tolleranza, lotta all’emarginazione e al disagio.
13.. Tutela della biodiversità e diritti per i nostri amici animali.

Le 13 Priorità programmatiche del candidato Pecoraro Scanio per l’Unione, all’interno del Progetto per l’Italia: I principi e le azioni dell’Unione
Premessa

Futuro. Una parola semplice che oggi più che mai suscita due sensazioni contrastanti: speranza e preoccupazione. Vogliamo restituire speranza e fiducia ad una società che è costretta, per scelte sbagliate, a guardare al proprio futuro con preoccupazione.

Mai come in questi ultimi anni sono stati messi in crisi valori che erano considerati il fondamento del vivere civile e della convivenza. Gli interessi privati, e spesso l’affarismo, hanno sopraffatto gli interessi pubblici e una miriade di nuove norme hanno minato la certezza del diritto e di un diritto uguale per tutti.

I Verdi, le realtà arcobaleno e i tanti comitati di cittadini mobilitati per queste primarie ritengono che nel nostro Paese occorra ripartire da quei valori e propongono l’ambiente e la solidarietà come chiavi per indirizzare le nuove scelte che dovranno essere compiute.

L’ambiente, quindi, non come ambito tematico isolato ma come riferimento trasversale per indirizzare le politiche economiche, l’innovazione, la gestione del territorio, i nuovi diritti e i nuovi doveri, la promozione di nuova cultura e sensibilità, di un rispetto che possa portare alla convivenza pacifica dei popoli. La solidarietà deve saper mettere al centro l’altruismo come valore. La solidarietà è la scelta strategica capace di guidare i rapporti tra le persone, gli stati, il Nord e il Sud del mondo.

Abbiamo visto come dietro la guerra si nascondano formidabili interessi economici legati allo sfruttamento delle risorse naturali. E’ chiaro a tutti come la povertà di molti paesi del mondo sia legata a scelte economiche globali che mirano a mantenere nelle mani di pochi risorse naturali che invece dovrebbero essere accessibili a tutti.

L’immigrazione, per esempio, è innanzi tutto fuga da questa povertà. E noi, paesi sviluppati grazie anche allo sfruttamento di risorse naturali non nostre, abbiamo la responsabilità di dare risposte serie e concrete di solidarietà.

La corretta gestione delle risorse naturali e la solidarietà, dunque, sono le chiavi su cui si gioca il futuro del mondo in termini di pace o guerra, di convivenza o conflitto, di ricchezza di pochi o benessere di molti, di povertà diffusa o dignità di vita. Offrono modalità più efficienti di produrre e soddisfare i bisogni di tutti, limitando i consumi di risorse non inesauribili; di arginare gli sconvolgimenti di sistemi e cicli naturali causati da forme di inquinamento che si trasformano sempre più spesso in catastrofi e malattie.

L’ambiente in Italia ha incredibili potenzialità che la politica sino ad oggi non ha saputo cogliere. La bellezza e le risorse del nostro paese, sopravvissute a speculazioni e scempi, rappresentano il punto da cui partire. Questo significa operare su due fronti: preservare questi beni, naturali ed artistici, che rappresentano intrinsecamente il nostro essere, valorizzarli in modo corretto, senza snaturarli, quale volano di uno sviluppo diffuso che recuperi e promuova in termini di qualità tradizioni, prodotti, forme di ospitalità, restauri ed interventi di recupero. Ma questo certamente non basta. E’ essenziale coniugare il recupero con l’innovazione. In Italia, infatti, l’innovazione, tecnologica ma non solo, in troppi settori è rimasta arretrata.

L’unione, quindi, di qualità ed innovazione sono alla base dell’unica credibile ipotesi di rilancio economico del nostro paese. Nell’industria come nell’agricoltura la sfida ai nuovi mercati non potrà mai essere vincente se basata solo su parametri legati ai costi di produzione, ma deve appunto imporre parametri di qualità e innovazione che proprio nella chiave “ambiente” trovano la loro principale ragione d’essere.

L’Italia ha il dovere di tutelare i propri tesori anche al di là della risorsa che questi rappresentano. Proteggerli perché il nostro patrimonio artistico è davvero un patrimonio di tutta l’umanità, proteggerli perché la diversità biologica che caratterizza il nostro patrimonio naturalistico è la più importante d’Europa ed è strettamente connessa alla qualità della vita di tutti. Sui beni artistici e naturali si è tentato di fare mercimonio e i beni dello Stato, il demanio, le aree protette sono stati messi a rischio da tentativi di vendita, di sfruttamento improprio. Si è perso il senso del valore della tutela, quale garanzia della conservazione di uno straordinario patrimonio collettivo che si è voluto vedere solo in funzione delle sua potenziale capacità di “fare cassa”.

Questa dissennata scelta, insieme alla politica dei condoni edilizi, delle sanatorie paesaggistiche, del rilancio dell’edilizia senza regole e pianificazione, delle grandi infrastrutture cosiddette pubbliche, ha aggravato lo stato di sofferenza e di crisi inteso come territorio, paesaggio, centri storici, borghi antichi, boschi, coste, fiumi e montagne e ha provocato un enorme spreco di denaro pubblico senza alcun beneficio per i cittadini.

Chiediamo di ripensare le politiche di gestione del territorio, dei beni culturali e naturali. Proponiamo di superare la logica delle megaopere pubbliche e di riaffermare quella della manutenzione ordinaria e straordinaria di cui questo paese ha bisogno. Un grande progetto, quindi, per realizzare interventi calibrati e legati al territorio in cui si inseriscono, funzionali alle esigenze reali e concreti della gente, dai trasporti pubblici agli acquedotti; dal consolidamento degli edifici nelle aree a rischio sismico e la messa in sicurezza delle aree dissestate ad un piano di recupero e ricostruzione in bioedilizia per le periferie e le aree degradate. Creando così occupazione e una risposta all’emergenza abitativa.

Chiediamo di immaginare uno sviluppo che non sia semplicemente sinonimo di crescita. Uno sviluppo nella direzione di una maggiore qualità della vita slegato dalla crescita scriteriata di consumi, di territorio occupato, di rifiuti prodotti. Uno sviluppo dove l’ ambiente dia all’economia anche parametri diversi rispetto a quelli del solo prodotto interno lordo, che offra la possibilità il dare un valore reale e tangibile ai beni naturali, siano essi l’acqua che consumiamo, l’aria che respiriamo, il suolo che usiamo o le risorse che importiamo.

Chiediamo che i principi di solidarietà e di rispetto per la dignità delle persone siano al centro dell’agire politico. L’obiettivo è quello di un benessere fisico, psichico ed economico in cui siano effettivamente garantiti a tutti il diritto alla vita, all’istruzione, alla casa, ad un lavoro stabile, ad un reddito dignitoso, alla salute e alla sicurezza. Anche sul piano internazionale l’azione di governo deve guardare alla promozione dei diritti della persona, dei principi democratici e di giustizia sociale. In particolare, è necessario che il governo sia protagonista di una campagna internazionale per l’abolizione della pena di morte, per la piena ed effettiva applicazione della Carta dei diritti dell’uomo e delle altre convenzioni internazionali a tutela delle persone.
Perché questo sia possibile occorre riacquistare fiducia nelle istituzioni, riaffermare l’importanza del rispetto delle leggi come presupposto di convivenza, ridare all’educazione la capacità di far conoscere il valore delle cose comuni e di come la vita degli uomini sia inscindibilmente legata a tutta la vita del pianeta.

Occorre riaffermare quel senso di partecipazione alla cosa pubblica che responsabilizzi tutti e renda tutti partecipi, ridare protagonismo alle forme di aggregazione capaci di esprimere progetti comuni, di sostenere azioni affinché nessuno possa sentirsi escluso.

Ci poniamo l’obiettivo di dare un segno di discontinuità non solo rispetto a ciò che ha caratterizzato quest’ultima disastrosa legislatura, ma anche rispetto alla tradizionale cultura economica e industriale che rischia di riproporre, anche nella coalizione di centrosinistra, scelte sbagliate.

1) Difendere la Costituzione. Più democrazia e partecipazione.

Attuare le riforme necessarie per garantire un vero federalismo, valorizzando la centralità degli enti locali nel rispetto del principio di sussidiarietà. No alla devolution. Riconoscimento della tutela dell’ambiente tra i diritti costituzionali. Bilancio e urbanistica partecipati. Voto alle elezioni amministrative per gli immigrati e nuova legge sulla cittadinanza. Riformare l’istituto referendario per restituire valore alla partecipazione popolare.

2) Pace e democrazia. Riforma dell’Onu, cooperazione internazionale, disarmo e nonviolenza, lotta alle povertà. Globalizzare i diritti.

Ritirare immediatamente le truppe italiane dall’Iraq. Avviare la riduzione delle spese militari nel corso della prossima legislatura e destinare i fondi risparmiati alla cooperazione internazionale, alla costituzione di corpi civili di pace, al potenziamento delle nostre forze di polizia e dell’intelligence internazionale per la lotta al terrorismo. Riformare l’Onu e il Wto per perseguire una politica di pace attraverso la lotta a povertà e ingiustizie, estendendo diritti e tutele. Introduzione della Tobin Tax. Ripristinare i vincoli previsti dalla L.185/90 sull’importazione ed esportazione delle armi. Cancellare il debito dei paesi poveri. Sostenere il commercio equo e solidale con incentivi fiscali ed eliminando i dazi all’importazione per questi prodotti. Liberare il nostro paese dal nucleare militare.

3) Riforma economica e fiscale per l’innovazione, la sostenibilità e la solidarietà. Reddito sociale di cittadinanza e lotta al precariato. Riconoscere le nuove professioni.

Perseguire l’equità fiscale, reintroducendo le tasse di successione per i grandi patrimoni, tassando adeguatamente le transazioni finanziarie e le speculazioni. Lotta all’evasione. Ridurre il carico fiscale sul lavoro, le nuove attività e i professionisti. Pensioni sicure e dignitose. Introdurre il reddito sociale di cittadinanza. Lotta al precariato: estendere diritti e tutele a tutti i lavoratori. Cancellare le norme che istituzionalizzano la precarietà. Promuovere l’occupazione anche con piani di sostegno dell’industria per innovazione e ambiente puntando alla produzione di beni destinati al miglioramento della qualità della vita. Piano di riqualificazione edilizia delle periferie e delle aree degradate con uso di tecnologie avanzate e bioedilizia. Riconoscere le nuove professioni e riformare gli ordini.

4) Donne e giovani. Mezzogiorno. Aree interne e montane, piccoli comuni: opportunità per il rilancio economico e sociale dell’Italia.

Le donne e i giovani sono tenuti ai margini delle responsabilità decisionali. Servono misure concrete di sostegno all’imprenditoria giovanile e femminile. Atti di governo per aumentare la partecipazione alla vita economica e istituzionale. Il rilancio del Sud è un dovere e un’opportunità per tutto il paese. Iniziative per rimuovere gli ostacoli legali e illegali allo sviluppo del mezzogiorno. Garantire al Sud parità di condizioni bancarie e assicurative con il resto d’Italia. Rilanciare e riqualificare l’azione a favore dell’imprenditorialità giovanile, a partire dal prestito d’onore e l’I.G. Diffondere modelli di turismo sostenibile, come l’agriturismo e il turismo rurale di qualità.

5) Nuovo piano per infrastrutture davvero utili e rilancio della mobilità sostenibile. Riforma della politica energetica e dei rifiuti.

Nuovo Piano delle infrastrutture utili. Cancellare i devastanti progetti avviati dal governo di centrodestra a partire dal Ponte sullo Stretto di Messina, il MoSE di Venezia, la TAV in Valsusa e l’autostrada della Maremma, utilizzando le risorse per il potenziamento delle reti ferroviari e le vie del mare (cabotaggio), nonché il completamento delle reti idriche. Incentivare il trasporto pubblico nelle città, estendere le aree verdi e le piste ciclabili. Attuare una riforma dell’energia incentrata su risparmio ed efficienza, la produzione diffusa da fonti rinnovabili a partire dal solare per evitare il ricorso al carbone. Attuare la tariffa dei rifiuti, avviare la separazione tra materia organica e secca ed incentivare la raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio per superare il ricorso agli inceneritori. Realizzare piani antirumore per il traffico aereo e stradale.

6) Legge urbanistica nazionale. Beni comuni. Recupero e tutela del patrimonio artistico e storico.

Difendere i beni comuni a partire dal no alla privatizzazione dell’acqua. Varare la Legge urbanistica nazionale per promuovere un corretto assetto del territorio e vietare definitivamente i condoni edilizi. Attuare un piano nazionale per la tutela del mare dei fiumi e delle coste. Investire nel recupero e nella tutela del patrimonio artistico, storico ed archeologico del paese. Abolire la Patrimonio spa. Varare un piano nazionale contro l’elettrosmog.

7) Agricoltura, artigianato, piccole imprese, turismo e cultura: settori su cui investire davvero.

Sostenere e promuovere l’agricoltura biologica, tipica e di qualità con attenzione anche al settore della pesca. Riconoscere al mondo agricolo il ruolo di presidio territoriale. Impedire la diffusione degli Ogm. Garantire la sicurezza alimentare. Norme di garanzia per i consumatori: etichette e filiere. Sostenere e difendere le piccole imprese, quelle artigianali, la nascita e lo sviluppo di cooperative, in particolare sociali, e il noprofit. Puntare sul turismo di qualità ecocompatibile. Valorizzazione e tutela delle tradizioni enogastronomiche italiane come veicolo di promozione del territorio. Nuova legge, sul modello francese, per cinema e audiovisivo, musica, teatro, arte e altre attività culturali.

8) Per un’informazione libera. Il pluralismo culturale e tematico. Internet e software libero.

Abolire la legge Gasparri e riformare il settore superando gli oligopoli pubblicitari. Bloccare ogni forma di privatizzazione della Rai, la più grande industria culturale del paese. Valorizzare le professionalità presenti nel servizio pubblico radiotelevisivo. Garantire il pluralismo tematico e culturale prima che partitico. Sostegno dell’emittenza locale, regionale e interregionale. Difendere la libertà dell’informazione e della comunicazione anche combattendo la brevettazione del sapere e incentivando lo sviluppo di software non proprietari.

9) Diritto alla salute. Per tutti. Benessere e promozione dello sport.

Arrestare la devolution nella sanità. Garantire i diritti dei malati. Rafforzare i controlli per verificare il livello dei servizi offerti. Massima tutela per le fasce sociali più deboli. Valorizzare tutte le professionalità nel settore sanitario. Riconoscimento per le medicine non convenzionali e le discipline bionaturali. Promozione delle attività sportive con attenzione a quelle non agonistiche. Rafforzare la lotta al doping.

10) Uno stato laico garante dei diritti di tutti. Difesa della scuola pubblica. Pacs.

Abolire la legge Moratti e garantire il diritto allo studio con l’estensione dell’obbligo ai diciotto anni. Riconoscere la centralità della scuola pubblica con adeguati investimenti. Valorizzare la professionalità del corpo docente con retribuzioni adeguate ai livelli europei e l’aggiornamento professionale. Investire sulla ricerca e l’università. Approvare i Pacs e le leggi antidiscriminazioni.

11) Giustizia, legalità e sicurezza. Ecologia della politica e trasparenza nella Pubblica amministrazione. Diritti dei consumatori.

Piano nazionale di lotta alle mafie, facilitare la confisca dei beni della malavita. Varare la legge contro la corruzione e per la confisca degli arricchimenti illeciti. Ridurre i compensi destinati agli eletti ed alti funzionari a livello nazionale, regionale e locale riportandoli alle medie europee. Approvare il codice del buongoverno sul modello spagnolo. Impedire a rappresentanti istituzionali di cumulare più incarichi pubblici retribuiti. Approvare la ‘class action’ e nuovi diritti per consumatori e risparmiatori.

12) Immigrazione e cittadinanza. Riforma del welfare. Politiche di tolleranza, lotta all’emarginazione e al disagio.

Chiudere i Cpt. Varare forme di accoglienza e abolire la Bossi-Fini. Abrogare le leggi ‘ad personam’ del centrodestra e la riforma dell’ordinamento giudiziario. Promuovere riforme garantendo l’indipendenza della magistratura, l’effettivo diritto della difesa e la rapidità dei procedimenti. Tutela delle vittime dei reati. Approvare il codice dei reati ambientali. Invertire l’attuale politica di rigore verso gli emarginati e di impunità per i potenti. Rilanciare le politiche sociali abbandonando la centralità di quelle repressive in tema di tossicodipendenze. Avviare un piccolo ‘Piano Marshall’ per le carceri italiane finalizzato a migliorare le condizioni di vita e il reinserimento sociale. Valorizzare le misure alternative alla detenzione. Istituire il Garante nazionale dei diritti dei detenuti. Attuare politiche sociali volte alla prevenzione dei crimini e depenalizzare i reati minori. Riproporre l’amnistia per i reati minori e sociali. Diritti dei diversamente abili. Sostegno alle persone non autosufficienti. Sostegno alle famiglie, in particolare a quelle con i bambini. Tutela dei minori e diritto agli asili nido per tutti i bambini. Sostegno al volontariato laico e cattolico.

13) Tutela della biodiversità e diritti per i nostri amici animali.

Difendere e potenziare la rete delle aree protette con adeguate risorse.Lavori verdi. Impedire deroghe ed ogni altra forma di peggioramento della legge sulla caccia e tutelare gli animali selvatici con l’estensione ed il collegamento fra le aree protette. Avviare un Piano nazionale per il sostegno alla ricerca con metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali che riduca da subito il ricorso alla vivisezione con l’obiettivo del suo definitivo superamento entro dieci anni.

CopiaCarbone.org – Vivisezione: verità o frode scientifica?

verità o frode scientifica?Su CopiaCarbone.org ho pubblicato la prima parte della registrazione del convegno organizzato a Forlì dalla Lega Anti Vivisezione, dal titolo Vivisezione: verità o frode scientifica?. A breve anche altre registrazioni del convegno.

Vivisezione: verità o frode scientifica?
Questo è il titolo di un seminario organizzato dalla LAV (Lega Anti Vivisezione) di Forlì-Cesena, suddiviso nelle due giornate di Sabato 24 e Domenica 25 Settembre, presso l’Hotel della Città di Forlì. I Relatori sono il Dott. S. Cagno e la Dott.ssa R. Bartocci. Stefano Cagno è laureato in Medicina e Chirurgia e lavora come Dirigente Medico presso il Centro Psico-Sociale di Vimercate (MI). Ha iniziato ad occuparsi di tematiche animaliste nel 1982, membro del Comitato Scientifico Antivivisezionista, della Lega Internazionale Medici per l’Abolizione della Vivisezione (LIMAV) e della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV). Collabora con LEAL, LAV, AVI, UNA, Animalisti Italiani, OIPA, LIMAV, CSA (Equivita), SSNV, Movimento antispecista e VASA, ed è autore dei libri “Gli animali e la ricerca” (Franco Muzzio Editore), “Quando l’uomo si crede Dio” (Alberto Perdisa Editore), “Sperimentazione animale e psiche: un’analisi critica” (Edizioni Cosmopolis) e di oltre 150 pubblicazioni riguardanti la vivisezione, i diritti degli animali, l’ingegneria genetica e la bioetica. Roberta Bartocci è la responsabile LAV settore Vivisezione, Laureata in Scienza Biologiche nel 2001 presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, autrice di "Essere vegetariani", guida pratica di gastronomia e nutrizione vegetariana e vegan. Questo podcast è la registrazione della prima parte del seminario, che spiega come la pratica della vivisezione sia inutile dal punto di vista scientifico nella determinazione della pericolosità per l’uomo delle sostanze testate. A breve pubblicheremo anche la seconda parte della prima giornata.

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