Riva

SCO e Linux su Repubblica

Tratto da un messaggio dalla mailing list discussioni@softwarelibero.org

Il supplemento economico di Repubblica pubblica con discreto risalto un intervista al Ceo di Sco. Le argomentazioni sembrano addirittura più
generiche e fuddose del solito e purtroppo senza contestazioni o contestualizzazione da parte del giornalista.
Nella stessa pagina si trova un altro pezzo che riporta le reazioni alle mosse Sco: da parte di Dell, Ibm e della comunità. Però il titolo è ingannevole
perchè lascia intendere invece che si parli del passaggio di Linus a OSDL.

Il senso dell’intervista si può riassumere in questo brano:
«Oggi Linux è un derivato illegale di Unix, gli somiglia moltissimo, e gli utilizzi sono ormai gli stessi. Il fatto di introdurre un oggetto gratuito che è l’equivalente di un oggetto commerciale, distrugge il valore di quest’ultimo. Con queste violazioni contrattuali si è resa disponibile una tecnologia gratuita equivalente a una tecnologia che ha alle spalle vent’anni di costosi investimenti e perfezionamenti, che vanno adeguatamente retribuiti. E’ una pratica anticompetitiva, un dumping esasperato e disonesto»

http://www.repubblica.it/supplementi/af/2003/09/08/multimedia/015scocco.html
http://www.repubblica.it/supplementi/af/2003/09/08/multimedia/015linnux.html

Come dire che Ford ha costruito le prime automobili, e che non è giusto che ora ne esistano altre, che fanno le stesse cose e sono utilizzate per lo stesso motivo.
In realtà la situazione è ben diversa: Linux è un prodotto a sè stante, non una semplice copia di Unix. Linux è un prodotto che è stato scritto da zero, con il contributo di migliaia di volontari, che hanno prodotto qualcosa che è solo simile nell’interfaccia con l’utente.
Si guida allo stesso modo, ma il motore, la carrozzeria, i consumi, il costo, i sedili e tutto il resto sono diversi. E la comunità Linux non deve proprio nulla a SCO, come la Fiat non paga i diritti per la costruzione delle sue automobili alla Ford.

Speriamo che Repubblica smetta di pubblicare articoli di informatica solo sotto pagamento di sponsorizzazioni aziendali, e che trovi qualche giornalista competente che sappia giudicare quello che gli dicono di scrivere.

Ogm, il mais va distrutto

Respinto il ricorso delle multinazionali contro l’eliminazione delle coltivazioni transgeniche. La Regione avvia la procedura per rivalersi dei danni con i responsabili della diffusione delle sementi biotech
Il Tar del Piemonte ha respinto ieri la richiesta di sospensione del provvedimento con cui la Regione Piemonte ha ordinato la distruzione del mais geneticamente modificato coltivato illegalmente sul proprio territorio. Si tratta del secondo pronunciamento del Tribunale contro i ricorsi presentati dalle multinazionali delle sementi e da alcuni agricoltori.
Campi Ogm
Una terza udienza è stata fissata per dicembre.

Nel primo caso, in luglio, il Tar aveva deciso per la non urgenza della richiesta avanzata dalle multinazionali. Ieri ha stabilito di non applicare alcuna sospensiva, considerato anche il fatto che la distruzione del mais ogm è comunque già avvenuta. In dicembre entrerà nel merito della decisione presa dal presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo, quando ha ordinato la distruzione del mais ogm.

Nel frattempo a ricorrere contro la Regione sono rimaste le sole multinazionali. Gli agricoltori, ha sottolineato il direttore della Sanità pubblica del Piemonte Mario Valpreda, si sono ritirati dopo che la Regione ha stanziato le somme necessarie a rimborsare i danni da loro subiti.

L’8 agosto scorso la Regione Piemonte ha infatti deliberato di indennizzare i coltivatori che hanno dovuto fare distruggere i raccolti. Per i rimborsi sono stati stanziati 500 mila euro,
equivalenti a circa 1250 euro per ogni ettaro estirpato. Nel frattempo, ha detto Valpreda, la Regione sta avviando la procedura per rivalersi dei danni direttamente con i responsabili della diffusione delle sementi di mais geneticamente modificato.

Ecco il link alla notizia su http://www.lanuovaecologia.it/ http://www.lanuovaecologia.it/iniziative/fiere/2025.php

Ogm: scienziato denuncia, provocano il cancro

Ripreso da Vita: vita

Secondo uno studioso americano, che in un libro denuncia i pericoli degli organismi geneticamente modificati (Ogm), un centinaio di persone sono morte e tra 5.000 e 10.000 si sono ammalate a causa di un integratore alimentare geneticamente modificato. Il latte prodotto con ormoni geneticamente modificati, secondo Jeffrey M. Smith, ha aumentato in modo significativo i casi di cancro alla prostata e alla mammella.
In Gran Bretagna, secondo lui, le allergie cutanee sono cresciute del 50% a causa della soia geneticamente modificata importata dagli Usa.

Secondo Smith, i cibi Ogm provocano intossicazioni, allergie e possono causare anche il cancro. Lo studioso e ricercatore americano sostiene di essersi basato su dati scientifici e denuncia i rischi taciuti per anni, negli Stati Uniti, da pressioni, inganni e manovre per camuffare la verità a vantaggio dell’industria biotecnologica.
Quello che sul mercato viene presentato come un cibo senza effetto sulla salute, in realtà, avrebbe provocato almeno un centinaio di morti e tra i 5 e i 10 mila malati gravi per l’assunzione di L-triptofano, un aminoacido usato come supplemento negli alimenti geneticamente modificati.

Sulle pagine del libro “Seeds of deception” (Semi dell’inganno), che la prossima settimana verrà sottoposto anche all’attenzione della riunione ministeriale della Wto (l’Organizzazione per il Commercio Mondiale) a Cancun, in Messico, Smith rivela anche come, nel processo per la creazione dei cibi Ogm, sia possibile il trasferimento negli organi umani di una categoria di geni, i cosiddetti promotori, che permettono di attivare il trans-gene.
Questi geni sono considerati responsabili di imprevedibili effetti sulla salute, compresa la potenziale crescita di cellule pre-cancerogene. In particolare, il latte di mucche cresciute con un ormone geneticamente modificato contiene una quantità eccessiva di un ormone (Igf-1), che costituisce uno dei più alti fattori di rischio nella possibilità di contrarre cancro al seno e alla prostata.
Nonostante persino l’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms) abbia dimostrato la preoccupazione che gli Ogm possano provocare malattie immuni agli antibiotici, gli Stati Uniti hanno per anni taciuto, facendoli passare per cibi sicuri, ha spiegato Smith. L’esperto americano sostiene che molti studi sono stati distorti e gli scienziati che hanno provato a denunciare i problemi alla salute provocati dagli Ogm sono spesso stati privati di responsabilità o addirittura licenziati.

Diritti cyber, dopo l’EUCD incombe l’IPED

Vi siete fatti delle belle vacanze? Pare che Settembre riserverà per voi tutte le sorprese che volevate non aspettarvi….

Dal sito dell’associazione Software libero:

L’11 settembre 2003 la commissione JURI del Parlamento europeo discute la Direttiva Intellectual Property Enforcement Directive, che richiede forme di criminalizzazione della cosiddetta violazione della proprietà intellettuale.

Appoggiamo la campagna di CODE, Coalition for an Open Digital Environment, tesa a far conoscere i rischi di questa nuova proposta di direttiva nonché a chiedere ai parlamentari europei la non approvazione.

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COMUNICATO STAMPA

Un nuovo acronimo contro i diritti digitali: dopo l’EUCD arriva l’IPED

L’Associazione Software Libero chiede il rifiuto della Direttiva per il Rafforzamento della Proprietà Intellettuale

Un altro rischio incombe sull’Europa: dopo l’EUCD arriva l’Intellectual Property Enforcement Directive (link), una nuova direttiva nel cui testo sono presenti concetti e precetti pericolosi non solo per il software
libero.

Il prossimo 11 settembre la commissione JURI del Parlamento Europeo discuterà una Direttiva (Intellectual Property Enforcement Directive)
che richiede forme di criminalizzazione della cosiddetta violazione della proprietà intellettuale.

Col termine “proprietà intellettuale” si comprendono discipline giuridiche molto diverse fra loro, come il copyright, i brevetti, i marchi, i nomi a dominio Internet, le quali comportano problemi e richiedono tutele nient’affatto uniformi. L’effetto di uniformare queste discipline, addirittura dal punto di vista penale, è di ridurre drasticamente le libertà civili dei cittadini europei, rendendo oltretutto legalmente rischiose le attività legate all’innovazione e alla competizione tecnologica.

In questi giorni una coalizione internazionale di associazioni e gruppi hanno avviato una campagna (CODE, Coalition for an Open Digital Environment) tesa a far conoscere i rischi di questa nuova proposta di direttiva nonché a chiedere ai parlamentari europei la non approvazione.

Sul sito della campagna http://www.ipjustice.org/code.shtml è possibile leggere la lettera spedita da questa coalizione ai parlamentari che fanno parte della commissione chiamata l’11 settembre prossimo a discutere ed eventualmente approvare questa direttiva.

L’Associazione Software Libero condivide tutte le preoccupazioni espresse dalla coalizione e rimarca come ancora una volta con questa direttiva, come con la precedente EUCD, si danneggiano i cittadini.

Anziché limitarsi a colpire chi trae illegalmente profitto dalle violazioni del diritto d’autore, si colpiscono gli utenti, declassandoli dal ruolo di cittadini a quello di clienti privi di diritti, condannandoli ad una fruizione arbitrariamente limitata delle opere e minacciando la loro riservatezza. Come se non bastasse, la direttiva minaccia lo sviluppo della concorrenza e dell’innovazione nel mercato dell’informazione digitale.

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Version: GnuPG v1.2.2 (GNU/Linux)
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Investito un milione di euro sul sistema opensource di e-learning Claroline

Un dipartimento sulla tecnologia del Belgio ha deciso di finanziare con un milione di euro il progetto Claroline, un famoso sistema di e-learning che si poggia su Apache, php e Mysql. L’investimento non potrà dare che una grossa spinta allo sviluppo di questo progetto, che è già utilizzato anche in produzione in moltissimi paesi del mondo, per i quali Claroline è stato tradotto ed internazionalizzato.
Speriamo che la sua diffusione aumenti con la pubblicità derivante da questo finanziamento record per un progetto che si basa su software libero.

Questa è la notizia, uscita nel portale di Claroline http://www.claroline.net:

The General Bureau for Technology, Research and Energy of the Ministry of Walloon Region (Belgium, Europe) has decided to allow around 1M ? to Claroline. Research and Development will be made in both ECAM (Ingeneers Higher Education) and University of Liège.

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