web

Su animali senza casa .org ci sono anche topolini

Quando ho pensato al progetto di un sito web dedicato alle adozioni gratuite di animali certamente non avevo immaginato che potessero essere inseriti anche topolini in cerca di casa , negli annunci. Una delle prossime modifiche sarà la possibilità di inserire annunci che non siano legati solo a cani e gatti, ma dato l’esiguo numero di schede (almeno inizialmente), non penso che inserirò una categoria per ogni specie. Voi cosa ne pensate? Meglio un generico “altro” nella tipologia di annunci, oppure l’inserimento di categorie tipo “roditori“, “conigli” e così via?

Mostra Canova a Forlì: Come prenotare la visita

Per visitare la mostra del Canova a Forlì è possibile fare delle prenotazioni anche sul web, in questo sito:
Prenotazioni Mostra Canova Forlì

Il costo dei biglietti è di 10€ (biglietto + prenotazione) per la tariffa intera e 7€ per quella ridotta*

*Universitari con tesserino, Under 18, Over 65, Singoli con convenzioni (vedi sito), Residenti nella provincia Forlì e Cesena, Possessori carta IVM Club (I Viaggi di Mercatore)

Per i residenti di Forlì dovrebbe esserci uno sconto ulteriore.

Di chi sono i miei dati?

Il tema che ho pensato di portare al nanosocial #2, sul quale certamente scriverò ancora almeno per parlare delle mie impressioni, è il problema della disponibilità dei nostri dati inseriti sulle applicazioni web.
Penso che il futuro vedrà spostare tutti o quasi i nostri programmi sul web, che potranno essere utilizzati da qualsiasi dispositivo mediamente “intelligente”.
Scompariranno, almeno parzialmente, i file sul nostro computer.
Questo in parte per qualcuno è già vero, basta pensare alle foto caricate su flickr e magari salvate malamente ed in maniera disorganizzata su supporti deperibili (anche gli Hard Disk lo sono).

Tutti questi servizi web, però, non offrono la garanzia nelle proprie clausole di utilizzo della futura disponibilità dei nostri dati, e quando forniscono delle funzionalità per scaricarli non sono comode e non sono complete (tornando all’esempio di Flickr, si possono prelevare le foto ma non le note ed i commenti, o le discussioni, o gli elenchi di amici).

Con Facebook si arriva al paradosso di non poter scaricare la propria rubrica di indirizzi e mantenerla per più di 24 ore: si violerebbero i termini del contratto.

Twitter si riserva il diritto di modificare o terminare il servizio per qualsiasi ragione, senza nessuna notifica ed in qualsiasi momento.

Tra le possibili soluzioni sicuramente non è molto percorribile il mantenimento dei propri dati a casa propria (non si potrebbero utilizzare tutti i vantaggi della loro disponibilità online & everywhere).

Una proposta potrebbe essere quella di sottoscrivere un contratto/patto con il fornitore del servizio che permetta ALMENO queste possibilità:
– le modifiche ai termini del contratto devono essere notificate per tempo
– possibilità di stabilire nel dettaglio quale licenza d’uso dei propri dati utilizzare
– possibilità di scaricare in qualsiasi momento tutti i dati frutto della propria attività sul servizio. Non solo quindi le foto o le note, ma anche i contatti, le note, e via dicendo.

Serve un metodo che dia la possibilità a chi fornisce il servizio di garantirsi uno spazio commerciale grazie al valore aggiunto che crea, non grazie all’impossibilità di scegliere alternative.

Troppo spesso dimentichiamo che chi fornisce il servizio è un privato, quindi è in casa sua che andiamo ad inserire contenuti. Questo giustamente può fare quello che vuole: chiuderci la porta, chiudere il servizio, cambiare costi e modalità di fruizione.

Oggi sarebbe impensabile avere una casella postale o una cassetta in banca e vedersela chiudere senza poterne ritirare i contenuti. Nella stragrande maggioranza dei servizi web questo invece potrebbe accadere senza tutela dal punto di vista legale.

E’ una cosa che può starci bene per un insieme di informazioni che riteniamo senza importanza, ma certamente non dovrebbe essere trattata con la leggerezza attuale di chi (compreso il sottoscritto) accetta termini di servizio senza prestare nessuna attenzione, perché tanto “lo usano o lo fanno tutti”.

Nel limite del possibile penso che sia più “sicuro” inserire quello che ci sta più a cuore in un nostro dominio, e legarlo ai social network attraverso ponti che mettano in correlazione i contenuti. Ad esempio pubblicando automaticamente su flickr le foto già inserite su una gallery privata, o pubblicando su twitter le note alimentate da un miniblog.

L’avvocato Antonino Attanasio ha proposto una diversa composizione societaria per le aziende che offrono servizi di questo tipo in modo che anche quella sia “sociale” come il servizio che pretende di offrire. Penso che abbia centrato il problema e spero che ne approfondisca l’analisi per poterla linkare: sicuramente una fondazione o una cooperativa permetterebbero una maggiore sicurezza sulla democraticità del futuro del business legato al servizio.

Penso inoltre che i piccoli mono-poli dei servizi web odierni possano ri-trasformarsi di nuovo in una rete di poli che dialogano tra loro, nella quale non importa quale galleria di immagini utilizzi, avrai comunque la possibilità di interagire con gli altri.

In fondo la rete è nata per resistere al crollo di una sua parte, e penso che nessuno auspichi un futuro nel quale 2-3 grandi aziende (se non una sola) possiedano tutto ciò che è direttamente o indirettamente remunerativo, in assoluta anti-concorrenza ed in una gabbia che limita le libertà dell’utente anche sull’utilizzo del frutto del proprio tempo.

Ci siamo liberati di Microsoft perché la parte della nostra vita che aveva in mano era comunque piuttosto limitata. Potremo liberarci di chi può fare qualsiasi cosa dei nostri ricordi, dei nostri contatti, dei nostri documenti o conti bancari, delle basi del commercio online?

Repubblica prende una cantonata sulla notizia degli hacker nel sito del Ministero dell’Istruzione

Repubblica pubblica un articolo con la notizia che un gruppo di “Hacker” avrebbero preso di mira il sito del Ministero dell’Istruzione. Peccato che www.ministeroistruzione.net non sia il sito del Ministero dell’Istruzione, come sarebbe stato facile verificare da una semplice ricerca sul web.
A distanza di un giorno ancora non hanno rettificato la falsa notizia.

Il video è un po’ demagogico. Si parla dei “giochi della politica” e si continua a dare colpi alla cieca. Ogni volta che si mette un mattoncino a sostegno dell’idea che la politica è necessariamente una cosa sporca si dà una bella mano a chi vuole fare della politica una cosa sporca.

Chi la sfrutta per propri fini personali non si allontanerà di certo per queste accuse, mentre chi si impegna ed impiega il tuo tempo nelle cose giuste prima o poi si stuferà di sentirsi dare gratuitamente del delinquente.

Streaming video sul web

Mi chiedo spesso perché molti personaggi, anche importanti, non riescano a capire le profonde differenze che passano tra la televisione ed il web.
Il web permette di mostrare contenuti nel momento e nei tempi voluti dal destinatario, e questo è un enorme vantaggio soprattutto per i contenuti che non perdono valore nel breve tempo della loro prima pubblicazione.

Una partita di calcio, ad esempio, vista con giorni di ritardo perderebbe parte del proprio valore informativo, mentre un documentario o uno speciale su un tema importante non ha problemi nella sua diffusione in differita.. Al contrario la libertà per l’utente finale ne garantisce una maggiore distribuzione.

Mi chiedo allora perché si continui ad insistere anche per questi ultimi dello streaming in diretta, mentre avrebbe più diffusione un video da vedere quando e come si vuole.

Torna su