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LTSP with PXE boot MINI-HOWTO

LTSP with PXE boot MINI-HOWTO

Table of Contents

1)Introduction:
2)Install LTSP ( In my Red Hat 9 I have: ltsp_core, ltsp_kernel, ltsp_x_core , ltsp_x_fonts)
3)Install and configure TFTP Server ( tftp-server)
4)Install and configure DHCP Server ( dhcp)
5)Configure LTSP

Introduction:

PXE is a system used to boot a client pc without using a boot floppy or an hard disk. To use it, you must have a PXE compatible network card. When you will boot the pc, PXE will ask to a DHCP server an IP and the network configuration. After that, we will send a PXE image to the pc client, that will do a preliminar boot action and will search an Etherboot image, and then we will send the Etherboot image with LTSP kernel.
To make an LTSP server with PXE boot, you need this software: LTSP, TFTP, Dhcpd.

Install LTSP ( In my Red Hat 9 I have: ltsp_core, ltsp_kernel, ltsp_x_core , ltsp_x_fonts)

To install LTSP , you can use the binary packages for your distribution (rpm, deb), or the source packages . You can download it directly from www.ltsp.org. The installation of that packages is well described on www.ltsp.org/documentation, so I will not rewrite that instructions.

Install and configure TFTP Server ( tftp-server)

In a Red Hat, you must install tftp-server, with:

rpm -ivh tftp-server

and then edit the file /etc/xinetd.d/tftp, changing the line:

disable = yes

with

disable = no

That’s because the tftp server is executed into xinetd superserver, and it’s disabled by default for security matters.

Install and configure DHCP Server ( dhcp)

In a Red Hat, you must install dhcp, with:

rpm -ivh dhcp

Then you must configure all the clients to get an automatic IP and hostname, matching a MAC address. This is my configuration for two client pc:

# Sample configuration file for ISCD dhcpd
#
# Don’t forget to set run_dhcpd=1 in /etc/init.d/dhcpd
# once you adjusted this file and copied it to /etc/dhcpd.conf.
#

default-lease-time 21600;
max-lease-time 21600;
ddns-update-style none;

option subnet-mask 255.255.255.0;
option broadcast-address 172.16.0.255;
option routers 172.16.0.254;
option domain-name-servers 151.99.125.2;
option domain-name “folug.lan”;
option root-path “172.16.0.100:/opt/ltsp/i386”;

shared-network WORKSTATIONS {

subnet 172.16.0.0 netmask 255.255.0.0 { }
}

group {

use-host-decl-names on;
option log-servers 172.16.0.100;

host ws001 {

hardware ethernet 00:40:F4:66:EC:0F;
fixed-address 172.16.0.99;

if substring (option vendor-class-identifier, 0, 9) = “PXEClient” {
filename “/eb-5.0.10-rtl8139b.lzpxe”;
} else if substring (option vendor-class-identifier, 0, 9) = “Etherboot” {

filename “/lts/vmlinuz-2.4.19-ltsp-1”;
option vendor-encapsulated-options 3c:09:45:74:68:65:72:62:6f:6f:74:ff;
}
}

host ws002 {
hardware ethernet 00:40:F4:47:CA:CF;
fixed-address 172.16.0.98;

if substring (option vendor-class-identifier, 0, 9) = “PXEClient” {
filename “/eb-5.0.10-rtl8139b.lzpxe”;
}

else if substring (option vendor-class-identifier, 0, 9) = “Etherboot”
{
filename “/lts/vmlinuz-2.4.19-ltsp-1”;
option vendor-encapsulated-options 3c:09:45:74:68:65:72:62:6f:6f:74:ff;
}

}

}

The line :

f substring (option vendor-class-identifier, 0, 9) = “PXEClient” {

controls that at PXE boot the dhcp server sends the image given by filename expression. The image is downloaded from from http://www.rom-o-omatic.org∞, and it’s based on the type of network card. Put this image on /tftpboot directory, because we need to send it with tftp.
The path given in the filename expression is relative to tftpboot, so pay attention:
if the file is on /tftpboot/eb-5.0.10-rtl8139b.lzpxe, you must use the row:

filename “/eb-5.0.10-rtl8139b.lzpxe”; # correct

# and NOT :

filename “/tftpboot/eb-5.0.10-rtl8139b.lzpxe”; # error!!!

If you put the absolute path on hard disk, PXE will say File not found. The line:

else if substring (option vendor-class-identifier, 0, 9) = “Etherboot” {

Is used to send the second image to the client pc, with the LTSP kernel image. This is also relative to tftpboot, so pay attention again to NOT USE the server absolute path of the image. This image is into the ltsp-kernel package, and it’s located in

/tftpboot/lts/vmlinuz-2.4.19-ltsp-1

Configure LTSP

Now that you have configured tftp and dhcp with the use of PXE, we need to write the configuration file for the ltsp clients.
This file is located in

/opt/ltsp/i386/etc/lts.conf

and contains a configuration for each client:

[ws001]

XSERVER = auto
X_MODE_0 = 1024×768
LOCAL_APPS = N
USE_NFS_SWAP = N
SWAPFILE_SIZE = 48m
XkbLayout = it
RUNLEVEL = 5′

ws0001 must be the hostname of the client, given by dhcp server
Other options are available, but you must read the LTSP documentation, it’s useless a copy-paste other’s work in this mini-howto.

Salviamo Monte Greco, nel Parco nazionale d’Abruzzo

I progetti per la costruzione di una serie di impianti e di piste da sci rischiano di compromettere gli ambienti più selvaggi e incontaminati del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, la cui importanza naturalistica è riconosciuta in tutto il mondo.

Il progetto per la realizzazione di 7 impianti di risalita, di una nuova strada e di un parcheggio per tremila posti auto su Monte Greco andrà a stravolgere una delle più belle e solitarie montagne dell’Appennino, nella Zona di Protezione Esterna del Parco e al centro dell’areale dell’Orso bruno.
Per collegare le stazioni sciistiche di Pescasseroli, Scanno e Roccaraso si vogliono infatti realizzare nel cuore del Parco decine di chilometri di impianti con centinaia di piloni, strade di penetrazione con il taglio di migliaia di faggi secolari. Il tutto a circa 2.000 metri di quota, in un’area che ospita il secondo lago più alto dell’Appennino, il Lago Pantaniello.

Cemento, piloni e sbancamenti sono incompatibili con la vita di lupi, orsi, aquile reali e di centinaia di specie di piante rarissime che solo nel Parco trovano rifugio. Un patrimonio unico di livello mondiale che non può essere svilito per il profitto di poche società private.

Il WWF sta raccogliendo firme per l’appello a non realizzare questo progetto, per lasciare intatta la montagna ed il suo enorme patrimonio faunistico: vi invito a sottoscriverlo. Finora sono state raccolte 10’000 firme, numero che certamente è destinato ad aumentare, grazie anche alle numerose iniziative promosse dall’associazione.

Sul sito del WWF Abruzzo è stato pubblicato, inoltre, un articolo che spiega nel dettaglio cosa si vuole realizzare, grazie anche a 4o miliardi di vecchie lire di finanziamento pubblico, ed i danni che questo progetto porterà all’ambiente circostante.

Esce il primo libro su carta che difende le foreste primarie

Facendo seguito all’appello firmato qualche mese fa da diversi scrittori, il collettivo Wu Ming segnala il primo libro pubblicato secondo quelle regole definite da Greenpeace per la salvaguardia delle foreste primarie.

Gli autori, con quel testo, si impegnavano a sottoscrivere queste regole:

• Pubblicare il mio prossimo libro su carta “non proveniente da foreste primarie”.
• Incontrare il mio editore e convincerlo a non usare carta derivante da foreste primarie. Lo incoraggerò ad utilizzare carta proveniente da fonti sostenibili come il FSC.
• Impegnarmi con l’industria editoriale, in quanto parte della rete degli autori, per farle cessare di usare carta derivante da foreste primarie ed incoraggiarla ad usare carta proveniente da fonti sostenibili come il FSC.”

Ecco una parte del comunicato dalla newsletter Giap! di Wu Ming:

“Noi editori consumiamo una grande quantità di carta. Possiamo fare una grande differenza, lavorando coi nostri fornitori per sviluppare carta dall’impatto ambientale il più basso possibile.” Allan MacDougall, Presidente della Raincoast Books, Canada.

Abbiamo vinto la battaglia della carta.
Il primo romanzo solista di Wu Ming 2 uscirà il 6 aprile, stampato su carta CyclusOffset della cartiera danese Dalum Papir A/S, riciclata al 100% e sbiancata senza cloro. Potenza del ju-jitsu, siamo tornati alla prima proposta di titolo, *Guerra agli umani*. La collana sarà Einaudi Stile Libero Big, il prezzo di copertina 14 euro.

Le auto più economiche

Riprendo il discorso iniziato mesi fa, quando parlavamo di come scegliere un’auto in base al costo che portano negli anni.
E’ inutile girarci intorno, spesso l’auto si sceglie in base a queste due caratteristiche:
– estetica
– costo iniziale

Invece è consigliabile guardare anche al costo per percorrenza chilometrica: se usiamo un auto per 10000 kilometri l’anno, le scelte saranno diverse da quelle di un rappresentante che di km ne fa 100’000.
Per questo motivo potrebbe essere vantaggioso scegliere una automobile che consumi poco ed abbia anche costi bassi di manutenzione.
Auto Ecologiche
In aiuto viene quattroruote, ma immagino esistano anche altri siti che offrono le stesse informazioni.

Come abbiamo già detto
, questo portale offre una classifica delle auto ordinate per consumi.

Oltre a questo, consiglio di guardare il costo chilometrico, che trovate nella scheda dell’auto, sotto la sezione “Prezzi e costi”. Questi contengono le spese di riparazione, il bollo, e tutte le spese che concorrono alla creazione del prezzo finale pagato per il servizio “auto”.

Quelli della Toyota Yaris 1.4 tdi D-4D 3p, ad esempio, sono questi:
Per una percorrenza di 45.000 km in tre anni 0,32 euro
Per una percorrenza di 90.000 km in tre anni 0,21 euro

Mentre di un’Audi A2 1.2 TDI sono:

Per una percorrenza di 45.000 km in tre anni 0,45 euro
Per una percorrenza di 90.000 km in tre anni 0,28 euro

E di una Punto 1.2 3p. Actual (benzina):
Per una percorrenza di 45.000 km in tre anni 0,30 euro
Per una percorrenza di 90.000 km in tre anni 0,21 euro

Questo per dire che nei primi 3 anni non c’è molta differenza di risparmio tra una piccola utilitaria a benzina ed una piccola utilitaria Diesel. Sebbene queste ultime consumino meno, hanno un costo iniziale più alto, che non sempre viene riguadagnato con un risparmio successivo all’acquisto.

Detto questo, credo che sia importante scegliere secondo coscienza, pensando ad un’uso dell’auto che superi i 3 anni. Se di fatto è utile guardare a questa spesa, non possiamo dimenticarci di considerare che molto probabilmente (ce lo auguriamo) la nostra auto rimarrà in casa per più di 3 anni, e che il maggior costo d’acquisto potrebbe valere il gioco una volta considerate le spese di molti più chilometri.

Oltre a questo, invito a considerare anche la politica della casa produttrice: alcune di queste, infatti, stanno cercando di fare innovazione e creare auto sempre meno inquinanti, oppure alternative al motore a benzina.
La Toyota, per esempio, è l’unica ad avere in commercio un modello con due motori: uno elettrico ed uno a scoppio. Se non possiamo permetterci i soldi per la Prius (2), possiamo scegliere di acquistare una Toyota per incentivare la ricerca verso questa strada. Farfalla

Anche la Fiat promuove, anche se un pò più di nascosto, iniziative ecologiche: Producendo auto a Metano, si ridurrebbe l’inquinamento da subito, senza aspettare l’arrivo dell’idrogeno.
Inoltre il metano riduce il costo per 100 chilometri di una Punto da 8 euro a 3.
I nostri pieni di serbatoio in questo modo non svuoterebbero completamente le nostre tasche.

Se molte più persone mandassero segnali di questo tipo, costringeremmo le case produttrici a muoversi verso queste direzioni, perché il nostro acquisto è come un voto dato alla politica aziendale di chi ci vende il prodotto.

Acquistare un cellulare per telefonare

Su Zeus News oggi esce un articolo molto interessante, sul come scegliere il prossimo cellulare. L’autore consiglia di rivedere l’obiettivo dell’acquisto, in base all’uso che si fa veramente dell’attrezzo: il 90% delle funzioni è totalmente sconosciuto ai proprietari dei nuovi cellulari, per questo motivo conviene comprare un modello che faccia il minimo indispensabile, quello che serve.
Ci sono diversi motivi per fare una scelta di questo tipo, alcuni dei quali vengono citati direttamente nel testo o nei commenti che sono stati inseriti dagli utenti.
– Un cellulare che faccia il minimo, ha meno probabilità di rompersi o diventare obsoleto. Probabilmente servirà un cambio di batterie, ma farà sempre quello che è tenuto a fare, chiamare.
– Un cellulare di fascia bassa ha meno funzioni, e risulta più semplice da utilizzare.
– Un cellulare di fascia bassa costa meno. Spesso non pensiamo a quanto dobbiamo lavorare per acquisire una funzione in più. Se pensassimo ad una settimana di lavoro per scattare fotografie grandi come francobolli, probabilmente non saremmo così motivati a spendere per quel surplus.
– Acquistando cellulari di fascia bassa e smettendo di correre dietro alle novità, si indirizzano i produttori verso un uso più sensato delle tecnologie. Sinceramente preferirei che i progettisti pensassero a come ridurre le radiazioni che arrivano al nostro cervello, piuttosto che sul come infilare un flash nel mio cellulare.
Pensate ad esempio al caso in cui l’introduzione della fotocamera, con le sue modifiche alla struttura dell’oggetto, porti ad una modifica negativa delle onde elettromagnetiche. Pensate che i progettisti sceglierebbero di eliminare questa nuova funzionalità in favore della nostra sicurezza?

Se invece i vincoli progettuali fossero il minimo possibile (essendo le funzioni ridotte), questo tipo di problemi sarebbero meno probabili.
A quando una lista dei cellulari ordinata per quantità di onde che emanano? Ne farei un uso intensivo per l’acquisto del mio prossimo cellulare.

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