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L’agricoltura al Vertice

I negoziati portano a galla la questione del doppio standard: i paesi del Nord, Usa in testa,si dichiarano liberisti ma sovvenzionano i propri agricoltori. E per di più quelli del Sud devono fare i conti anche con l’invasione del transgenico
Il diario di Legambiente

da Cancùn
Emanuele Profumi

Dopo la morte del sindacalista sudcoreano Il movimento ha ripreso le attività assembleari con il segno del lutto al braccio. Tutti si chiedono se dopo le dichiarazioni del G21 (l’unione dei paesi poveri che ha rifiutato le proposte di Usa e Ue), i negoziati sull’agricoltura siano a un punto morto. Ieri mattina
Cancun, il corteo
alla fine della conferenza stampa dei G9 – gruppo formato da alcuni paesi del Nord del mondo (come Israele e Svizzera) e da alcuni paesi poveri (come la Bulgaria) – Joseph Deiss, delegato del governo svizzero e coordinatore del gruppo, ci spiega: «La maggiore differenza tra noi e il gruppo del G21 riguarda le questioni delle riduzioni tariffarie e dell’accesso al mercato. Per noi, per esempio, nelle trattative è centrale la questione degli standard ambientali. Tuttavia siamo completamente d’accordo sulla loro posizione in merito alla liberalizzazione delle esportazioni: i governi non devono sovvenzionarle con i sussidi». Confermando così le divisioni profonde tra i 146 paesi che partecipano al Wto rispetto alle regole per il governo mondiale del mercato agricolo.

A fine mattinata invece, alcuni paesi africani (Benin, Burkina Faso, Ciad e Mali) hanno tenuto una conferenza stampa sul problema specifico del cotone: le loro economie, fortemente sostenute da quest’attività, sono in crisi a causa delle sovvenzioni del governo Usa alle proprie piantagioni, che ammontano a una cifra pari al Pil di tutti i paesi africani produttori di cotone. Oltre 10 milioni di persone che in Africa occidentale dipendono dalla questa coltivazione pagano le conseguenze di questa situazione. David Casablanca, portavoce spagnolo di Oxfam, l’associazione di Ong impegnata nel chiedere un cambiamento delle politiche e delle relazioni internazionali nel segno dell’equità, ritiene che «quello che accade tra gli Usa e le quattro nazioni africane è il termometro di quello che potrà avvenire più in generale nei negoziati agricoli». Per adesso i paesi africani e la Oxfam stanno esercitando la propria pressione sulla presidenza del Wto affinché convinca gli Usa a ridurre o eliminare le proprie sovvenzioni. Ma la superpotenza fa orecchie da mercante e nella conferenza stampa pomeridiana non lancia alcun segnale di apertura.

Ma proprio in quella sede un gruppo di attivisti di Greenpeace ha interrotto la conferenza leggendo un documento che confermava l’entrata in vigore del protocollo di Cartagena sulla “biosafety”, la biosicurezza, che impedisce ai paesi che la sottoscrivono esportare prodotti transgenici. Il blitz, concluso con un pugno di mais messicano “ogm free” lanciato sul tavolo della conferenza, è servito anche a denunciare la “biopirateria” della multinazionale del biotech Monsanto, che impone la vendita di mais modificato al Messico. Sul tema degli organismi geneticamente manipolati ai negoziati di Cancun si sta fra l’altro consumando una nuova puntata dello scontro Usa-Unione Europea. Gli Sati uniti infatti hanno denunciato lŽUe al Wto perché la scelta di Bruxelles di applicare il principio di precauzione impedisce di fatto la vendita di prodotti Usa.

La carica delle biocittà

Nasce al Sana di Bologna l’Associazione delle città del bio. Fra le prime ad aderire: Roma, Napoli, Ancona e Siracua

Ci sono le città del vino, dell’olio e adesso anche del biologico. In occasione di Sana, la fiera del bio che apre oggi a Bologna, l’Aiab (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) presenta l’Associazione delle città del bio, quelle maggiormente impegnate in progetti come la ristorazione biologica, l’informazione e l’orientamento dei cittadini verso un consumo etico e consapevole, la promozione di uno sviluppo ecosostenibile, l’impiego di tecniche e di prodotti ecocompatibili.

Prime adesioni: Roma, Napoli, Ancona, Siracusa, Grugliasco (To), Borgaro Torinese, Alessandria, Varese Ligure (Sp), S. Casciano Val di Pesa (Fi), Marsicovetere (Pz). Fra degustazioni, laboratori didattici e sfilate di moda ‘tutta canapa’, il biologico alimenta anche qualche polemica.

La Coldiretti aveva parlato di un settore biologico che per la prima volta nel 2002 ha perso colpi, con la riduzione di produttori e superfici. Replica la Cia: il biologico nel nostro Paese non è in crisi, anzi continua a mostrare evidenti segni di consolidamento. La Confederazione italiana agricoltori guidata da Massimo Pacetti parla di settore in buona salute: “Nei primi otto mesi del 2003 è aumentato il numero delle aziende e degli ettari coltivati nel Centro e Nord Italia e sono in crescita sia i consumi delle famiglie che l’industria di trasformazione e la distribuzione”.
Resta il fatto che, anche secondo dati ministeriali, il numero dei produttori e gli ettari coltivati l’anno scorso sono calati. E Aiab conferma il trend anche in Emilia Romagna dove nel 2002 si sono perse circa 180 aziende bio (-3,5%), “soprattutto per la mancanza di finanziamenti regionali adeguati e di sostegno ai costi di certificazione, sopportati per intero dalle aziende”.

Cia e Anabio ammettono la contrazione, che però sarebbe dovuta sostanzialmente al fatto che sono uscite dal “sistema di controllo e certificazione” quelle imprese che non sono riuscite a trovare, per collocazione marginale o per scarsità di produzione, un loro mercato.
Tra l’altro, queste aziende, insiste la Cia, pur uscendo dal sistema nel 90 per cento dei casi continuano a praticare l’agricoltura biologica. E questo perché il sistema di controllo è oneroso e totalmente a carico dell’impresa. Anche Consortium (Consorzio biologico di Pavia al quale aderiscono 60 imprese del settore) contesta l’immagine di un settore che arretra: “Anzi, gli italiani – preoccupati per gli Ogm e la sicurezza alimentare, stanno acquistando sempre più prodotti biologici”. Quanto al calo delle aziende – sostiene Consortium – sarebbe limitato a Sicilia, Sardegna, Calabria e Puglia. “Nella altre regioni si registra un sostanziale saldo positivo sia per le aziende di trasformazione che per quelle agricole e zootecniche”.

Giovedì 11 inaugura il SANA

(IMMEDIAPRESS) – Bologna, 9 Settembre 2003 – L’Assessore Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile Regione Emilia Romagna Guido Tampieri, in rappresentanza dell’On. Vasco Errani, Presidente Regione Emilia Romagna, inaugurerà, giovedì 11 settembre alle ore 10,30 presso il Centro Servizi di BolognaFiere, la 15^ edizione di SANA, Il Salone Internazionale del Naturale, Alimentazione, Salute, Ambiente.
Interverranno, in rappresentanza del Ministro Giovanni Alemanno, l’On. Luca Bellotti, Comitato Nazionale per l’Agricoltura Biologica ed Eco-compatibile presso il MiPAF, e il Dr. Luigi Mastrobuono, Amministratore Delegato di BolognaFiere.
Molte saranno le personalità politiche provenienti da tutte le Regioni italiane che presenzieranno all’evento.

Alla cerimonia di inaugurazione seguirà un suggestivo spettacolo allestito in collaborazione con il Consorzio Canapaitalia.

Per il quindicesimo anno consecutivo, SANA torna in Fiera a Bologna, dove avrà luogo da giovedì 11 a domenica 14 settembre, con 16 padiglioni, 1.600 espositori provenienti da tutto il mondo, 60 convegni, decine di eventi e iniziative speciali.

Tra i 13 appuntamenti convegnistici in scaletta nella giornata di apertura del Salone, segnaliamo “Commercio equo e solidale nel mondo: l’impatto economico e la responsabilità sociale delle imprese”, organizzato da SANA con la sponsorizzazione di Coop Italia e di Emil Banca (ore 10.00, sala ARMONIA Business Club – pad. 36 1° piano), “Gli imballaggi per l’ortofrutta e l’ambiente: innovazione, sicurezza e qualità”, organizzato da CSO – Centro Servizi Ortofrutticoli, in collaborazione con CPR System e con l’Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile della Regione Emilia Romagna (ore 11.00, sala MADRIGALE Business Club – pad. 36 1° piano), “Biologico e canali distributivi. Le esperienze emergenti”, organizzato da Distilleria EcoEditoria, in collaborazione con SANA (ore 12.30, sala VERDE, Palazzo dei Congressi), “Bio Eco Cosmesi AIAB: due anni dall’idea, un anno di applicazione, 20 aziende e 500 prodotti sul mercato”, organizzato da AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica e ICEA, Istituto per la Certificazione Etico e Ambientale (ore 14.30, sala NOTTURNO Centro Servizi blocco D 1° piano), “Il Sistema informativo dell’agricoltura biologica: le istituzioni a confronto”, organizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali in collaborazione con SANA (ore 15.00, sala MADRIGALE Business Club – pad. 36 1° piano), “Biobarometro, Il SANO supporto al vostro marketing”, organizzato da Demoskopea, Greenplanet.net, Consortium, in collaborazione con SANA (ore 16.30, sala CONCERTO Centro Servizi blocco D 1° piano) e “I prodotti biologici e tipici italiani nel mondo: esportare negli U.S.A. Tendenze del mercato, normative e certificazione”, organizzato da SANA e ICE, Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ore 17.00, sala ARMONIA Business Club Pad. 36, 1° piano).

Numerosi anche gli eventi espositivi che arricchiranno la 15^ edizione del Salone: dalla mostra “Commercio Equo e Solidale”, a cura di SANA (pad. 22), a quella “Ecologia è Design. Esposizione di prodotti di Design Ecocompatibile”, a cura di SANA in collaborazione con l’Arch. Sonia Perini (pad. 35); da “Le arti in fabbrica. Il modello innovativo di recupero di aree industriali dimesse”, a cura di Angelo Grassi (pad. 35), a “Canapa. Ritorno al futuro. Materia, scenografia, comunicazione, animazione”, a cura di Consorzio Canapaitalia (Quadriportico Centro Servizi). E poi il Giardino Bio-Energetico, ideato e realizzato da Marco Nieri e Rovatti Giardini in collaborazione con SANA (pad. 35), il 1° Campionato Mondiale di BIOPIZZA, organizzato dal ConsorzioNIP “Nazionale Italiana Pizzaioli” in collaborazione con SANA (pad. 32 Stand ConsorzioNIP C44), “L’Atelier di SANA: Il Colore. Sfilate di moda ecologica” (tutti i giorni alle ore 12.00 e 16,30 presso il pad.33). E ancora SANALANDIA, il primo padiglione fieristico interamente dedicato al gioco e all’educazione eco-compatibile dei più piccoli, a cura di SANA (pad. 24), e degustazioni, incontri, dimostrazioni dal vivo, oltre a tutte le ultime novità naturali in tema di Alimentazione, Salute e Ambiente.

In fiera a Bologna dall’11 al 14 settembre, SANA torna a riproporre con forza la filosofia dell’eco-compatibilità, dell’ecologia, della sostenibilità dei consumi.

Per ulteriori informazioni:

Gustavo Capella
Fiere e Comunicazioni
Press Office and PR Manager
gcapella@fierecom.it
Tel in fiera: 051 282329

Lea Barzani
Fiere e Comunicazioni
Ufficio Stampa SANA
lbarzani@fierecom.it
Tel in fiera: 051 282358

Ogm: sentenza Ue, le reazioni

Da vita.it:

Per l’Ue ”la salute dei suoi cittadini e la tutela ambientale vengono prima delle liberta’ commerciali”. Questo il commento di Legambiente al pronunciamento della Corte di Giustizia europea sulla causa fra la Monsanto e altre due multinazionali del biotech e il nostro Paese, responsabile del divieto di importazione di alcuni alimenti contenenti tracce di proteine ogm. Un pronunciamento con il quale ”e’ stata garantita la sovranita’ alimentare e la sicurezza dei consumatori”. ”La Corte – afferma il portavoce nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta – riconosce agli stati membri il loro diritto di garantire la salute dei cittadini, un diritto che prevale nettamente sui principi della liberta’ del commercio. E’ una decisione che sembrerebbe scontata ma che non lo e’ di questi tempi, e della quale dunque ci rallegriamo. Tanto piu’ importante – aggiunge Della Seta – perche’ arriva in coincidenza dell’apertura del vertice di Cancun, in cui, seppure esclusi dall’agenda, gli ogm rischiano di avere un ruolo importante”. Non e’ irragionevole pensare, rileva ancora il portavoce nazionale di Legambiente, che gli Stati Uniti potrebbero avanzare pretese nei confronti della moratoria europea in cambio di concessioni sulla lista dei 41 prodotti tipici portata a Cancun. ”Questa sentenza – conclude quindi Della Seta – e’ anche un monito: non c’e’ liberta’ di mercato ne’ Monsanto che tenga di fronte alla salute dei cittadini e alla tutela dell’ambiente. Ma all’Unione, coinvolta appunto a Cancun nei negoziati per riscrivere piu’ equamente le regole del commercio mondiale chiediamo coerenza: se questi diritti valgono per i cittadini europei, allora devono valere anche per quelli dei paesi piu’ poveri, che troppo spesso invece vengono sacrificati in nome del liberismo a senso unico dell’Occidente”
La sentenza della corte Ue sui quattro mais ogm e’ legittima: e’ quanto afferma in una nota Ivan Verga, vice presidente dell’associazione Verdi Ambiente e Societa’ (VAS) secono il quale ”con il pronunciamento odierno la Corte di Giustizia ha di fatto posto fine ad un contenzioso che oppone da tre anni la multinazionale Monsanto al governo del nostro Paese e al sacrosanto diritto di uno Stato membro di impugnare la commercializzazione di alimenti transgenici non sottoposti ad alcuna valutazione di sicurezza d’uso”. Secondo Verga con la sentenza di oggi la Corte ”inizia a ristabilire il diritto su di una materia che la lobby delle multinazionali del biotech ha governato per anni, facendo prevalere un regime di discrezionalita’, rispondente ai propri interessi di parte e a discapito degli interessi collettivi di sicurezza. Quanto invece alle precisazioni della Corte in relazione alla ‘sostanziale equivalenza’ dei prodotti transgenici, si tratta di osservazioni poco piu’ che superflue, poiche’ i nuovi Regolamenti UE sull’etichettatura e la tracciabilita’ degli OGM negli alimenti hanno opportunamente cancellato qualsiasi riferimento a procedure semplificate di autorizzazione. E questo ci consente di poter dire che mai piu’ alcun OGM potra’ essere autorizzato sul territorio UE senza essere sottoposto ad una meticolosa valutazione sulla propria sicurezza d’uso. Insomma, il tempo in cui bastava una semplice notifica basata sull’autocertificazione di conformita’ prodotta dalle multinazionali produttrici appare definitivamente tramontato. Con estrema soddisfazione dei cittadini europei e con buona pace delle multinazionali che ritenevano di poter considerare i consumatori come tante cavie di una tecnologia transgenica inaffidabile e non gradita dall’opinione pubblica”.

Clima. Associazioni: Russia ratifichi subito Kyoto

“La Russia non puo’ tenere il mondo col fiato sospeso, e deve mantenere la parola data sulla ratifica del Protocollo di Kyoto, l’unico trattato internazionale volto a rallentare i mutamenti climatici limitando l’inquinamento che provoca il riscaldamento globale”. Ad incalzare il paese guidato da Vladimir Putin nel combattere l’effetto serra e’ il WWF che, per ribadire tale richiesta, ieri ha partecipato con amici della terra e legambiente a un sit-in sotto il consolato russo a Milano, citta’ simbolo perche’ proprio li’ a dicembre si terra’ la nona conferenza delle parti della Convenzione sul clima. Riunione che, fanno notare gli ambientalisti, a causa della mancata ratifica russa non potra’ costituire anche il primo incontro delle parti al Protocollo di Kyoto. Il Protocollo di Kyoto, ricorda infatti il WWF, “diventera’ legge internazionale solo se la Russia lo ratifichera’”. Dopo gli appelli dei leader mondiali, degli ambienti industriali russi, degli ecologisti e dell’opinione pubblica, dopo gli impegni del presidente russo Vladimir Putin, “la ratifica del Protocollo di Kyoto deve arrivare alla duma, il parlamento russo”. Puntualizza Gianfranco Bologna, segretario aggiunto del WWF: “il mondo aspetta. 117 paesi hanno gia’ ratificato il Protocollo di Kyoto, un processo burocratico lentissimo non puo’ mandare all’aria gli sforzi di centinaia di governi, migliaia di aziende e milioni di persone”. “Dopo questa estate terribile che ha mostrato al mondo, Russia inclusa, solo un piccolo anticipo dei drammatici effetti dei mutamenti climatici- sostiene il WWF che insieme alle altre associazioni partecipa a un sit-in davanti al consolato russo di Milano- non si puo’ piu’ attendere o, peggio, seguire i consigli interessati di chi si nasconde strumentalmente dietro il dibattito scientifico per non far nulla da subito e trovarsi a gestire problemi ben piu’ drammatici e irreversibili in futuro”. Peraltro, ci tiene a sottolineare Bologna, “gli scienziati e gli organismi piu’ autorevoli del mondo sono tutti preoccupati e decisi nell’indicare le responsabilita’ umane dell’aumento dell’effetto serra e quindi dei mutamenti climatici”. Il protocollo, ne e’ convinto il WWF, e’ “solo il primo passo verso il taglio delle emissioni inquinanti, innanzi tutto di quelle di anidride carbonica, che dovra’ essere del 60-80% per essere efficace”. Ma “se non si riesce nemmeno a compiere un passetto, che portera’ alla russia molti vantaggi economici- insiste Bologna- il grande passo rischia di arrivare quando la temperatura si sara’ gia’ innalzata troppo, e sara’ difficile mitigare e rallentare i mutamenti climatici”. Per sottolineare l’importanza del via libera della Russia, il WWF ricorda lo stato delle ratifiche: “il Protocollo di Kyoto e’ stato completato due anni fa e rappresenta il primo passo per combattere il riscaldamento globale. 117 paesi hanno gia’ ratificato il protocollo, molti di piu’ dei 55 che erano necessari. Perche’ il trattato entri in vigore, pero’- si puntualizza- i paesi che lo ratificano devono rappresentare almeno il 55% delle emissioni di anidride carbonica (il gas maggiormente responsabile dell’aumento dell’effetto serra) dei paesi industrializzati”.
Sintetizza l’associazione: “dal momento che usa e australia hanno dichiarato che non intendono ratificare il protocollo, la Russia e’ oggi il paese chiave”.

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