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ANSA: Ambiente. Dalla Ue 35 milioni per sistemi energetici e trasporti verdi

Dovranno pervenire il prossimo 8 dicembre le proposte di ammissione a finanziamento relative ad un bando europeo nell’ambito del Sesto programma di ricerca e sviluppo. Il budget stanziato ammonta a 35 milioni di euro, destinati a sostenere progetti in materia di ricorso all’idrogeno e alla realizzazione di celle a combustibile in alcune aree tematiche prioritarie, oltre allaeronautica e spaziale, quelle dei sistemi energetici e dei trasporti sostenibili. In particolare verranno considerati con interesse progetti relativi all’applicazione di celle a combustibile e allo sviluppo di veicoli ibridi e quelli per l’adozione di sistemi a celle a combustibile e di fuel processor nei settori dell’aeronautica, dell’idroviaria e del trasporto di superficie. Saranno ammessi a partecipare al bando cordate e consorzi di almeno tre soggetti giuridici indipendenti di tre Stati membri o di due partner europei più appartenenti a Stati associati o candidati. (Ansa)

Oggi riparte l’iniziativa di Legambiente “CIttà Senz’auto” in settanta comuni

(ANSA) – ROMA – Torna da oggi in molte citta’ italiane l’ iniziativa di Legambiente ‘giornate senz’ auto’. Il primo appuntamento delle giornate antismog coinvolgera’ 70 comuni in tutta Italia. Legambiente ricorda di aver presentato all’ inizio dell’ anno ai sindaci dei Comuni italiani di proseguire autonomamente l’ esperienza delle giornate senz’ auto sospese dal ministero dell’ Ambiente. ”E’ nata cosi’ l’ iniziativa ‘Citta’ Senz Auto’, con la convinzione – spiega Legambiente – che, se chiudere la citta’ al traffico per un giorno non risolve nulla sul fronte dell’ inquinamento atmosferico, risulta invece fondamentale sul piano culturale, per indirizzare e cambiare gli stili di vita e le abitudini degli italiani. Inoltre i cittadini che sperimentano la città senza traffico, godendone dunque le bellezze e gli spazi senza smog ed automobili, sono anche cittadini più disponibili a sperimentare misure di limitazione permanente del traffico veicolare privato”. ”Se l’ attenzione sui problemi della vivibilita’ urbana raggiunge i massimi livelli solo nei mesi invernali -secondo l’ organizzazione ambientalista- e’ anche perche’ manca a livello nazionale una strategia concreta di riduzione del traffico nei nostri centri urbani. Risultato: tornano a gennaio e febbraio, puntuali ogni anno, gli allarmi e i rischi per la salute a causa di traffico e smog. E non e’ stato certo un segnale incoraggiante quello lanciato dal ministero dell’ Ambiente che ha deciso di abbandonare l’esperienza delle domeniche ecologiche, senza motivo apparente, ritenendole inutili ma senza far seguire poi provvedimenti alternativi, ne’ sul piano culturale e degli stili di vita, ne’ sul piano delle misure concrete contro traffico e smog”.(ANSA). GER

Clima: Matteoli, Accordo di Kyoto non basta, fare di più

E fin qui siamo tutti d’accordo. Certo che se almeno venisse ratificato questo protocollo da parte degli Stati Uniti, che impone solamente una riduzione del 6% delle emissioni e che quindi è inadeguato ed insufficiente (ma è sempre un primo passo), allora potrebbe partire almeno questo progetto.
Ricordo che il protocollo di Kyoto per andare in porto dev’essere ratificato da un insieme di paesi che coprano almeno il 55% delle emissioni attuali, e che Stati Uniti e Russia non hanno ancora accettato (se uno qualsiasi dei due firmasse, il progetto potrebbe partire).
Quindi la notizia del progetto portato avanti dal nostro ministro dell’ambiente mi può stare anche bene, ma prima di pensare a nuovi finanziamenti si potrebbe cercare un accordo per portare a termine quelli precedenti.
Oltre a questo problema, bisognerà vedere su quali ambiti andranno a finire i finanziamenti di 30 milioni di euro previsti per questo progetto a due mani, e mi piacerebbe sapere perché Italia e Stati Uniti prendano strade diverse da quelle degli accordi internazionali già stabiliti ed in itinere per portare avanti le soluzioni ambientali.

Ecco la notizia Ansa:

(ANSA) – SACRAMENTO (CALIFORNIA) – Il protocollo di Kyoto non basta piu’. Per proteggere il clima ”diventa indispensabile definire una strategia e attuare misure con orizzonti ed effetti molto piu’ significativi di quelli definiti dal Protocollo” A lanciare una nuova sfida anti-emissioni nocive e’ il ministro dell’ambiente Altero Matteoli giunto a Sacramento in California per firmare un accordo di partnership con il governo statunitense in funzione della ricerca e dell’attuazione di nuove tecnologie per affrontare i cambiamenti climatici. Un accordo che si inserisce nell’ambito della due giorni di workshop che mettera’ a confronto le aziende statunitesni e italiane e che si e’ aperto oggi nella citta’ californiana. Se venisse confermato il trend attuale, entro il 2030 la domanda di energia aumentera’ piu’ del 50% e le relative emissioni di Co2 cresceranno piu’ del 60% rispetto ai livelli attuali a causa dell’incremento degli usi energetici dei combustibili fossili soprattutto nelle economie emergenti di Cina, India e altri Paesi in via di sviluppo con rischi per gli equilibri climatici. Proprio ”per garantire la stabilizzazione della concentrazione di Co2 a livelli di sicurezza entro la fine del secolo – ha detto Matteoli – gli scenari internazionali prevedono che sara’ necessario avviare, in un periodo compreso tra il 2020 e il 2050, una riduzione globale delle emissioni pari ad almeno il 50-60 per cento rispetto ai livelli del ’90”. Una percentuale che supera di gran lunga l’attuale 5,2% previsto dal protocollo di Kyoto solo per i Paesi maggiormente sviluppati. Ecco perche’, secondo il ministro, ”a cominciare dal 2020 la risposta alla domanda di energia dovra’ essere basata anche su un impiego sempre piu’ diffuso delle fonti rinnovabili, delle tecnologie collegate all’utilizzo dell’idrogeno e delle celle a combustibile, delle tecnologie ‘pulite’ e ad alta efficienza per l’impiego dei combustibili fossili e delle tecnologie per la ‘sequestration’ del carbonio”. In particolare, secondo il piano del ministero dell’ambiente, saranno necessari uno sforzo straordinario di ricerca e innovazione nel senso, ha spiegato Matteoli ”di un vero e proprio shock” tecnologico per rendere economicamente conveniente l’utilizzo di nuove fonti energetiche ‘pulite’ e sicure e, contemporaneamente, favorire la diversificazione dell’offerta rispetto ai combustibili fossili”. Accanto a questo, indispensabile un impegno generalizzato di tutti i Paesi, sviluppati e in via di sviluppo, al fine di ridurre le emissioni e giungere a una stabilizzazione della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera. Terreno comune di questa sfida e’ la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici sottoscritta a Rio ’92 che gli Usa ”non hanno mai rinnegato”, sottolinea il ministro Matteoli. Convenzione e ‘ponte’ della cooperazione tecnologica costituiscono in sostanza la base per costruire ”un nuovo partenariato tra Unione Europea e Usa sui cambiamenti climatici”. In tal senso il programma di cooperazione tecnologica e scientifica Italia-Usa rappresenta il primo mattone di questo nuovo impegno internazionale che non e’ alternativo a Kyoto ma va oltre quel protocollo. ”Questa riunione bilaterale – ha spiegato Matteoli – rappresenta in modo concreto la volonta’ dell’Italia e degli Usa di dare attuazione alla visione comune dei presidenti Bush e Berlusconi contenuta nella dichiarazione del luglio 2001, che impegna i nostri due Paesi a lavorare insieme sia per rafforzare la ricerca sui cambiamenti climatici sia per sviluppare tecnologie a basse emissioni”. A rispondere a queste esigenze diverse aziende italiane sbarcate in California per confrontarsi con i partner statunitensi. Cattura di Co2, celle a combustibile e micro turbine, produzione di idrogeno energie rinnovabili ed efficienza energetica i macro-argomenti sui quali verte il workshop di Sacramento al quale porteranno il loro contributo tra gli altri, Eni, Enel, Fiat, Enea, Politecnico di Milano, Ansaldo, Solvay. Ma per lanciare questa iniziativa globale Governi-imprese, e’ necessario, ha spiegato Corrado Clini, direttore generale del ministero dell’Ambiente e responsabile tecnico dei negoziati con gli Usa, garantire un sistema in grado di dare priorita- ai finanziamenti sulla ricerca tecnologica; di realizzare un quadro di standard internazionali per codificare i vantaggi ambientali ed energetici delle diverse opzioni; riorientare i fondi per il sostegno di questi progetti; introdurre il ‘free-trade’, ovvero il libero commercio delle tecnologie energetiche. Il tutto secondo una prospettiva che abolisca la logica fondata su obblighi e sanzioni, il command and control, e invece abbia come punto di riferimento accordi commerciali comuni”. (ANSA). GU

Ambiente: Ecoasfalto riduce inquinamento del 50%

(ANSA) – MILANO – Una riduzione dell’inquinamento atmosferico del 50 per cento e’ stata rilevata in via Morandi a Segrate (Milano) grazie alla pavimentazione ecologica con cui la strada e’ stata rivestita. Sono gli ultimi risultati della sperimentazione sugli effetti dell’ ‘ecorivestimento’, lo speciale materiale con il quale sono stati trattati 7 mila metri quadrati di via Morandi, e che e’ iniziata lo scorso inverno. L’esito di quest’ultimo test, eseguito da un’azienda con la collaborazione di Italcementi, risale alla fine di luglio e la prossima settimana verra’ comunicato, per la ratifica, all’Arpa della Lombardia. ”L’ecorivestimento – ha spiegato Claudio Terruzzi, titolare dell’azienda specializzata – e’ un prodotto a base di cemento che, grazie all’attivita’ della luce, e’ in grado di trasformare le sostanze inquinanti organiche ed inorganiche, le polveri sottili e quelle secondarie piu’ pericolose, in sali minerali innocui”. Terruzzi ha anche precisato che l’ecorivestimento e’ gia stato utilizzato, sempre in via sperimentale, in tre appartamenti perche’ ”e’ anche attivo contro il monossido di carbonio, il fumo di sigaretta e le sostanze che provengono dall’esterno quando si aprono le finestre”. I risultati delle rilevazioni compiute nei tre appartamenti e resi noti dall’Arpa il primo settembre, hanno accertato una riduzione dell’inquinamento atmosferico del 47 per cento. Due invece sono stati i test in via Morandi: il primo eseguito sempre dall’Arpa l’inverno scorso e in determinate condizioni atmosferiche ha rilevato un abbattimento dell’inquinamento del 14 per cento (i dati sono stati pubblicati a maggio). Il secondo, come ha precisato Terruzzi, e’ stato svolto dall’azienda in collaborazione con l’Italcementi in estate, usando apparecchiature certificate dal Cnr: a fine luglio e’ stato certificato un abbattimento dell’inquinamento del 50 per cento. (ANSA). RED

Foreste: Preziose per la salvaguardia delle risorse idriche

(ANSA) – ROMA – Proteggere i grandi parchi, per proteggere le risorse idriche. Questo il motivo conduttore di uno studio congiunto del Wwf e della Banca mondiale, da cui e’ emerso che un terzo delle 105 maggiori citta’ del mondo deve il suo approvvigionamento idrico da bacini situati in foreste protette. In particolare, come riferisce il wwf, il nuovo rapporto ‘Running Pure’ evidenzia che piu’ di un terzo delle 105 piu’ grandi citta’ al mondo, tra cui New York, Giakarta, Tokyo, Bombay, Rio de Janeiro, Los Angeles, Barcellona, Nairobi e Melbourne, dipende in tutto o in parte da bacini contenuti in foreste protette per l’acqua potabile. In tali contesti inoltre e’ ridotto anche il rischio di frane ed erosione del suolo, grazie al fatto che le foreste naturali riescono ad aumentare la purezza dell’acqua, filtrando agenti inquinanti, come pesticidi, e in alcuni casi raccolgono ed immagazzinano l’acqua. Secondo il rapporto, adottare una strategia efficace di tutela delle foreste puo’ produrre un enorme risparmio perche’, ad esempio, e’ piu’ economico proteggere le foreste che costruire impianti di potabilizzazione. A New York, adottare una strategia di questo tipo sarebbe 7 volte piu’ conveniente che costruire e far funzionare questo genere di impianti. Con oltre un miliardo di cittadini, soprattutto tra i piu’ poveri, che non hanno acqua potabile e adeguate misure sanitarie, il WWF ritiene che sia una responsabilita’ di tutte le aree urbane, al di la’ della loro grandezza, mantenere un’alta qualita’ di acqua potabile ed investire in azioni di tutela forestale. ”Alcune citta’ che attualmente vivono il problema di una fornitura di acqua malsana dovrebbero essere protette e aiutate nella gestione e, dove necessario, bisognerebbe ripristinare le foreste nei luoghi strategici. Cio’ permetterebbe di assicurare a queste citta’ la fornitura di acqua pulita e farebbe risparmiare miliardi di dollari” dice Chris Elliott, direttore del programma ‘Forest for life’ del WWF. Il 28% delle foreste, dice il rapporto, si trova sulle montagne che fungono da sorgente per circa il 60-80% delle risorse mondiali di acqua dolce. Sempre secondo il rapporto, sarebbe necessario proteggere le foreste di molte aree che circondano grandi citta’ e che soffrono a causa di attivita’ distruttive, come uso illegale del territorio e disboscamento. Il Monte Kenya, ad esempio, fa risparmiare all’economia del paese piu’ di 20 milioni di dollari all’anno attraverso la protezione dell’acqua nelle aree idrografiche in due dei suoi principali sistemi fluviali. Tuttavia, la raccolta illegale di legname per la produzione di carbone, il disboscamento e la costruzione di strade sono ancora diffusi sul Monte Kenya, danneggiando la qualita’ dell’acqua destinata a Nairobi, la capitale. Allo stesso modo le foreste che circondano Istanbul, in Turchia, sono interessate dal problema di costruzioni abusive, politiche di utilizzo della terra inadatte e conflitti di competenza tra autorita’ locali e nazionali. Negli ultimi 100 anni la popolazione mondiale e’ triplicata (ha superato i 6 miliardi) mentre il consumo di acqua potabile e aumentato di sei volte. Oggi i problemi legati alla fornitura d’acqua causano la morte di milioni di persone ogni anno, e nelle aree urbane con inadeguata fornitura di acqua dolce e carenza di misure igieniche e sanitarie il tasso di mortalita’ infantile supera di 10-20 volte la norma. Lo studio, inoltre, sottolinea anche come questi problemi siano destinati ad aumentare in futuro, dato che attualmente circa la meta della popolazione mondiale vive in citta’ e che questo fenomeno e in continua crescita. Secondo il rapporto le citta’ in cui le aree protette sorgono su bacini idrici e aree idrografiche sono Roma, Budapest e Amburgo. Milano invece attinge acqua potabile da sistemi acquiferi estesi per 400 km non compresi in aree protette. ”Conservare integre le aree idrografiche per garantire la fornitura d’acqua rappresenta un ottimo esempio di come investire nella tutela dell’ambiente possa portare benefici sia all’uomo che alla natura” afferma David Cassels, esperto sulle risorse forestali della Banca Mondiale. ”Per molte citta’ non c’e piu’ tempo da perdere. Proteggere le foreste in aree idrografiche sta diventando una necessita’. Quando le avremo perse, i costi di fornitura dell’acqua alle aree urbane aumenteranno in modo drammatico”. Il WWF chiama in causa i governi per aumentare gli sforzi nella protezione delle aree idrografiche se si vuole ridurre la poverta’ e dimezzare il numero di persone che non hanno un accesso adeguato alle risorse idriche entro il 2015, come stabilito nel 2002 durante il Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile. (ANSA). RED

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