Month: Aprile 2009

Aboliamo le elezioni in favore delle vittime

In queste ore si susseguono gli assalti alla diligenza, ed in molti tentano di sfruttare la tragedia dell’Abruzzo per ottenere risultati ad essa slegati.

Un esempio è la proposta di destinare i 400 mln del referendum alle vittime.

Una volta per tutte: quel conto è sbagliato. Tra l’altro i costi per le elezioni sono in gran parte destinati a persone, al contrario delle grandi opere.

Ed anche se fosse vero, abolire tutti i partiti diversi dal PD ed al PDL avrebbe costi ben peggiori.

Se vogliamo perseguire l’obiettivo di distruggere la nostra democrazia, andiamo fino in fondo. Aboliamo le elezioni, così spenderemo ancora meno per stampare le schede.

Prevenire è meglio che ricostruire

Ad ogni tragedia deve seguire un tempo per l’analisi, che ci aiuti a ridurre le possibilità che questo accada di nuovo. Una considerazione generica da fare è che la politica degli spot televisivi è inadeguata a rispondere ad una primaria esigenza: la prevenzione.

Mentre tutti oggi fanno a gara per apparire e cercare di fare sciacallaggio politico sul terremoto, dovremmo riflettere quanto questa esposizione dell’emergenza faccia bene soprattutto a chi queste emergenze non cerca di evitarle. Lo stesso è accaduto a Napoli, dove per anni non si è fatto nulla e non si è cercato di uscire dal commissariamento, tutt’ora in piedi.

Le emergenze costano alla collettività molto di più della loro prevenzione, ma la prevenzione è invisibile per l’elettorato e quindi alla selezione della classe dirigente del nostro Paese. Non viene premiato, ad esempio, un investimento per una scuola che già c’era per la sua messa in sicurezza. Meglio creare una nuova grande opera e sperare che nulla accada. O sotto sotto sperare che accada per sfruttare la ricostruzione.

Così, senza che nessuno alzasse la voce, anche questo Governo ha tagliato i fondi contro il dissesto idrogeologico, quelli alla protezione civile e pochi mesi fa con il testo della Gelmini sono stati dimezzati i fondi per gli adeguamenti antisismici delle scuole.

Ieri sera Di Pietro, a porta a porta, sembrava non avere mai fatto il ministro per le infrastrutture, e chiedeva di spostare soldi da queste alla messa in sicurezza degli edifici pubblici. Vorrei chiedergli, molto umilmente, perché avanza ora questa proposta e non quando aveva la delega al Governo e la possibilità di realizzarla.

Lo stesso per i comuni, che troppo spesso nei loro piani investimenti vedono rimandati gli interventi per la sicurezza rispetto ad opere più visibili, più elettoralmente soddisfacenti.

Poi viene la ricostruzione.

Berlusconi, secondo il ministro La Russa, avrebbe già individuato l’area dove far sorgere L’Aquila 2.
Invece di ricostruire la città, il rischio concreto è quello che si sfrutti la tragedia per ignorare ancora una volta la storia e l’urbanistica, creando casermoni popolari fuori dal tessuto esistente ed ottenendo un doppio risultato: l’abbandono della città storica e la creazione di nuove aree a rischio degrado.

Forse sarebbe meglio aiutare la ricostruzione dei privati, piuttosto che pensare ai grandi appalti che rischiano di lievitare costi e tempi.

Il rifiuto degli aiuti internazionali, probabilmente solo una facciata per mostrare i muscoli di fronte alla comunità internazionale – quando invece sarebbe opportuno sfruttare la solidarietà di chi cerca di contribuire -, è doppiamente grave.

Primo, perché non possiamo permetterci di rifiutare risorse importanti da destinare ad un territorio che ha subito miliardi di danni. Tra qualche mese queste proposte d’aiuto verranno a mancare, per la disattenzione dei media internazionali.

Secondo, perché i finanziamenti internazionali permetterebbero forse un occhio in più sopra i percorsi della ricostruzione, evitando sprechi e lungaggini, e richiederebbero quella maggiore trasparenza utile ad evitare le infiltrazioni degli sciacalli.

L’unica cosa che non serve all’Abruzzo, ora, è l’ennesima dimostrazione del modo tutto italiano di saper sfruttare le emergenze per i guadagni di pochi.

Il rischio delle deleghe in bianco che vengono chieste col pretesto di diminuire i tempi è proprio quello di saltare i percorsi democratici a tutela della trasparenza, di promuovere gare d’appalto furbette, di fare della crisi lo strumenti di spot elettorali e guadagni personali.

Approvato in consiglio il nuovo regolamento ed il nuovo statuto comunale

Sala Consiglio Comunale di ForlìIl consiglio oggi ha approvato il nuovo statuto ed il nuovo regolamento comunale. Chi ha seguito la vicenda sa che sono stato fortemente critico sulla decisione di modificarlo a poche settimane dallo scioglimento dell’attuale amministrazione. Ero contrario, inoltre, a diverse modifiche che erano state presentate. Però grazie anche ad un impegno importante, ed a fronte di intere giornate spese in commissione per discutere dei vari punti (alle quali gran parte dei consiglieri ha ritenuto poco importante partecipare), sono state fatte numerose modifiche positive ed il mio voto è stato infine favorevole.

Con questo articolo voglio elencare le conquiste che, anche grazie al nostro lavoro, sono state ottenute:
– L’abbassamento del numero di firme necessarie per presentare un referendum, dalle precedenti 5000 a 3000, favorendo così la reale partecipazione dei cittadini.
– Il mantenimento delle sedute delle commissioni pubbliche, che era stato minacciato dalle prime versioni
– La possibilità per chiunque di riprendere il consiglio e l’impegno da parte dell’amministrazione per pubblicare le riprese video complete di tutte le sedute sul sito del Comune.
– Il mantenimento dei gruppi consiliari composti da un solo consigliere, per garantire la scelta dei cittadini che hanno votato la lista che elegge un solo candidato.
– La presenza dei consiglieri comunali verrà conteggiata attraverso il calcolo del tempo e non dei voti (cosa che avrebbe creato diverse storture, visto che molte giornate di perdono su un solo punto ed i rimanenti vengono votati in pochi minuti
– Il mantenimento della presenza dei rappresentanti della consulta degli stranieri

Terremoto in Abruzzo: Come aiutare

Ecco 6 cose che possono fare la differenza in Abruzzo in queste ore.

1) VOLONTARI

Le associazioni di volontariato o i singoli volontari interessati a mettersi a disposizione per l’emergenza terremoto che ha colpito l’Abruzzo possono contattare il Centro operativo della Protezione Civile presso la Prefettura di Pescara, telefonando allo 085 2057631.

Per volontari da tutta Italia: telefonare alla protezione civile nazionale 06.68201.

2) DONARE SANGUE

Per donare sangue, recarsi presso il Centro Trasfusionale dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, via Fonte Romana n. 8 tel. 085.4252687, o presso il centro raccolta sangue Avis Pescara, corso Vittorio Emanuele II n.10.

Per donare il sangue da tutta Italia: rivolgersi presso le strutture dell’Avis più vicine: http://www.facebook.com/l.php?u=http://www.avis.it%2Fusr_view.php%2FID%3D1545.

3) DONARE CIBO

Per donare del cibo portare i generi di prima necessità presso il Banco Alimentare dell’Abruzzo, Onlus in via Celestino V – 65129 Pescara (PE) che ha già iniziato ad inviare i prodotti nelle zone colpite dal terremoto.

4) OFFRIRE ALLOGGI

Per offrire degli alloggi: l’UDU sta cercando posti letto, telefonare allo 06.43411763 o scrivere a organizzazione@udu.it.

5) DONAZIONI

Per fare donazioni: Raccolta fondi Croce Rossa Italiana:
Conto corrente bancario C/C n. 218020 presso BNL – roma, intestato a CRI, codice Iban IT66 – C010 0503 3820 0000 0218020, causale: pro terremoto Abruzzo;
Conto corrente postale n. 300004 intestato a CRI causale: pro terremoto Abruzzo;
Versamenti on line sul sito: http://www.facebook.com/l.php?u=http://www.cri.it%2Fdonazioni.html

6) ENTI, ASSOCIAZIONI E GRUPPI

Per enti, volontari, associazioni e gruppi organizzati che vogliano attivarsi da subito con i corpi locali di protezione civile e con le associazioni prendendo contatti con i coordinamenti regionali per soddisfare la necessità di medici, tende, coperte, cibo e supporto logistico, ci si può informare telefonando al Dipartimento della Protezione Civile: 06.68201.

Giuliani, tecnico che fa ricerca ai Laboratori nazionali del Gran Sasso che dice (*) di aver trovato un sistema per prevedere i terremoti studiando il Radon, nei giorni scorsi era stato denunciato per procurato allarme e zittito. In compenso questa mattina tocca ascoltare Legrottaglie parlare della fede e degli aspetti positivi di questa tragedia.

A quando i reati di stoppato allarme e procurata sciocchezza?

(*) Verificare l’attendibilità di questa affermazione non dovrebbe essere troppo complicato, basterebbe mettere a confronto le sue previsioni con i terremoti realmente avvenuti per un periodo di tempo sufficientemente lungo ed evitare il rischio che si tratti di coincidenze.

Grossa scossa di terremoto

CementoCirca mezz’ora fa nel Forlivese c’è stata una forte scossa di terremoto. Purtroppo il sito dell‘Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia non è attualmente raggiungibile (e questo è grave, visto il ruolo informativo che potrebbe avere in situazioni come queste, per informare la popolazione). Chi ha notizie le inserisca nei commenti.

Aggiornamento:

Scossa terremoto Marche e Romagna
Magnitudo 4. 3, conferma da Protezione Civile
(ANSA) – ANCONA, 5 APR – Una scossa di terremoto di magnitudo 4.3 e’ stata avvertita distintamente dalla popolazione al confine fra le Marche e la Romagna. Lo ha confermato la Protezione civile regionale delle Marche, che sta conducendo accertamenti. Il sisma e’ stato avvertito in particolare nel Pesarese, a Urbino e anche ad Ancona.

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