amministrative

Roberto Balzani: Cantiere per la qualità dello sviluppo un percorso di confronto sull’economia del territorio

Venerdì 5 dicembre si è concluso il percorso di confronto con le categorie economiche e sindacati sul tema di uno sviluppo di qualità del territorio forlivese. Dal confronto sono emersi aspetti significativi che Roberto Balzani intende far diventare parte integrante delle sue idee di proposta programmatica. La situazione di crisi economica, che diventerà ancora più grave nei prossimi mesi, ha senza dubbio accelerato la necessità di ripensare i modelli di sviluppo e di consumo fin qui praticati, occorre perciò puntare più sulla sviluppo integrato tra economia, società, ambiente e cultura, in un’ottica qualitativa e non solo quantitativa. Ai fini di uno sviluppo di qualità, che renda attrattivo il nostro territorio per imprese, lavoratori ed intelligenze, sono stati sottolineati in particolare i seguenti punti:

– coinvolgimento preventivo ed “informato” delle parti sociali rispetto alle scelte da effettuare ;

– sburocratizzazione dei procedimenti amministrativi, attraverso un uso massiccio degli strumenti telematici e revisione dei regolamenti comunali, intervenendo sui fattori organizzativi e sulle procedure che interagiscono con gli ambiti produttivi, per accorciare i tempi di attesa delle varie pratiche amministrative e rendere più snelli gli iter. Esempi di ambito di intervento possono essere le localizzazioni e rilocalizzazioni degli immobili, la gestione di oneri e perequazione del verde ( che ” rivisitata” in modo intelligente, può essere occasione dialogo con le imprese).

-implementazioni dei servizi ( infanzia ed anziani) che possono agevolare l’inserimento lavorativo della manodopera, in particolare femminile che oggi sconta ancora un gap numerico, in quanto l’occupazione è inferiore, rispetto ai dati regionali. Occorre anche promuovere l’affermarsi di esperienze concrete di conciliazione famiglia/lavoro nelle realtà aziendali locali. La coesione sociale è stata fin qui un elemento di attrattività del nostro territorio, deve continuare ad esserlo, anche a fronte di condizioni sociali ed economiche mutate, quali la forte presenza di migranti che provengono da altre realtà o da altri Paesi.

Uno sviluppo di qualità : non può che puntare a far crescere settori innovativi, quali quello delle energie pulite e rinnovabili che, a partire dal patrimonio immobiliare pubblico, potrebbe trovare un primo campo di attuazione concreta, oltre che nel settore privato e delle attività produttive. A tale scopo occorre innescare ogni meccanismo utile a semplificare gli iter burocratici. Deve trovare nel rapporto con la ricerca e l’università un terreno fecondo di scambio, anche attraverso modalità innovative che convoglino sulla nostra città studi ed intelligenze tramite, ad esempio, strumenti quali premi e borse di studio finalizzate all’innovazione produttiva ed amministrativa. Deve ragionare in termini di infrastrutture partendo da una base quantomeno territoriale. E’ perciò fondamentale che Forlì riassuma un ruolo di città “capoluogo” creando una relazione forte con i comuni limitrofi: ad es. l’aeroporto non può essere solo della città di Forlì. In questa logica vanno affrontati i problemi legati al suo rilancio o, comunque, a scelte che non siano economicamente penalizzanti per la collettività, ma salvaguardino la scelta di Forlì come polo tecnologico aeroportuale (non necessariamente vocato in modo esclusivo al trasporto di persone) anche come opportunità di innovazione e ricerca per altri ambiti produttivi, quali quello della nautica. Ma anche quegli aspetti infrastrutturali più strettamente legati alla città, quali un miglior collegamento tramite servizi di trasporto pubblico e piste ciclabili, tra le varie parti della città, in primis il centro, ma anche le aree produttive, sono fondamentali. Molta parte delle maestranze operaie oggi, sono costituite da cittadini stranieri, che spesso non possiedono automobili.

La riqualificazione, anche economica del centro storico, è uno degli aspetti imprescindibili di uno sviluppo cittadino di qualità. Anche in questo caso l’implementazione del servizio di trasporto pubblico con navette, da parcheggi di corona (ma non solo) il completamento e la messa in sicurezza delle ciclabili che collegano alle aree periferiche, sono fondamentali per garantire l’accessibilità ai cittadini, agli operatori ed ai turisti che sempre più numerosi frequentano la città.

La valorizzazione dell’offerta culturale legata al patrimonio storico, architettonico e museale della città, delle tipicità artigianali e delle produzioni dell’enogastronomia, devono diventare gli assi portanti dello sviluppo turistico e della riqualificazione del nostro centro cittadino.

Spunti per una economia solidale
Alcuni spunti per iniziative di economia solidale, che provengono da contributi dal basso, possono essere:
-attivazione di forme di vendita a prezzi contenuti per fasce disagiate della popolazione, con la collaborazione di supermercati ed esercenti di negozi;
– “happy hours” per la vendita di prodotti deperibili a prezzi scontati , a fine giornata, da riservare ad utenza quali pensionati, studenti fuori sede ecc;
-attivazione, in collaborazione con le banche ed i Consorzi Fidi locali, di forme di microcredito per l’avvio di piccole attività autonome da parte di soggetti sociali deboli.

Comitato Forlì per Balzani

Referendum, election day, furbizie e demagogie.

Ho seguito un po’ il dibattito sulle accuse alla Lega Nord per quanto riguarda l’election day e lo spreco di denaro pubblico che avremmo se scegliessimo date diverse per elezioni amministrative, europee e referendum.
La cosa mi stupisce un po’, dal momento che per altri referendum la scelta è stata (a mio parere illogicalmente) diversa.

Prendiamo quello sulla procrazione assistita, con la Chiesa ed i partiti cattolici a favore dell’astensione: data 12-13 Giugno 2005. Pochi mesi prima c’erano state le europee (3-4 Aprile), l’anno dopo le politiche.
Però non una sola delle voci che si alzano oggi si espresse a favore dell’accorpamento delle date.

Io sono favorevole all’election day ed all’accorpamento di diverse votazioni per evitare sprechi di denaro pubblico, a patto che ci sia una norma che valga sempre, e non solo quando l’astensione avvantaggia chi è in maggioranza in Parlamento. Basterebbe dire che i referendum vanno SEMPRE accorpati ad altre elezioni, ed eviteremmo anche di accorpare sempre il voto degli indifferenti a quello dei sostenitori del NO.

Oggi chi protesta contro questo spreco lo fa in maniera strumentale (ogni elezione ha un costo), perché l’astensione punirebbe i promotori del referendum. Il referendum premia la lista più forte della maggioranza e punisce gli alleati, e questo significherebbe premiare PD e PDL (guardacaso entrambi favorevoli, oggi).

Oggi alla radio un senatore PD commentava negativamente il rischio del ritorno della frammentazione (tolto il politichese significa: se non alziamo i quorum perdiamo voti). Lo stesso dicasi per i rimborsi elettorali delle elezioni europee: ho sentito la proposta di eliminare quelli alle formazioni che non raggiungono il 4% per destinare questi soldi alle misure contro la crisi.

Ecco che torna la demagogia spicciola: si nasconde il vero obiettivo, che è zittire le voci alternative, tramite il ricorso a temi certamente importanti e toccanti, ma violentati dalla strumentalizzazione politica.

Oggi sia il referendum sia la questione dei rimborsi elettorali sono strumenti per chiudere, una volta per tutte, le porte ai partiti minori.
Questo significa anche che non ci saranno MAI PIU’ nuovi partiti e nuove iniziative politiche, che ovviamente alle prime tornate elettorali non otterrebbero percentuali a 2 cifre.

Se queste norme fossero state introdotte vent’anni fa, l’Italia dei Valori, i Verdi, la Lega Nord, Alleanza Nazionale – tanto per fare qualche esempio – non sarebbero mai esistite.

Riflettiamoci un attimo, prima di pensare che questa “semplificazione” non nasconda semplicemente una volontà egemonica ed antidemocratica.

Altrimenti andiamo fino in fondo, eliminiamo il diritto di voto oppure presentiamo una sola lista alle elezioni.

Del resto le dittature sono i sistemi di governo più semplici.

Politica Forlì: Bilancio 2009 del Comune

Pubblico il mio intervento sul bilancio preventivo del Comune per il 2009.

Questo è l’ultimo bilancio preventivo sul quale questo Consiglio Comunale è chiamato ad esprimersi.

Non si può evitare, quindi, di soppesarne il contenuto in funzione anche della stesura di un bilancio complessivo dell’operato di questa amministrazione.

Nel 2004, alla mia prima esperienza in una istituzione, i Verdi erano nella coalizione di centro-sinistra che aveva eletto la maggioranza di questo consiglio.

Nel mio primo discorso, che sono andato a rileggere in questio giorni con curiosità, dichiaravo che il mio gruppo sarebbe stato leale alla coalizione, ma mai subalterno.

Questa promessa è stata mantenuta, nonostante le difficoltà di coniugare il meglio per la città mantenendo una doverosa (ma a quanto pare non scontata ) coerenza.

Nei giorni scorsi, sulla stampa, qualcuno ci ha accusato di aver compiuto un errore nell’uscire dalla Giunta, quando questa si rifiutava di portare avanti il programma che la coalizione aveva presentato alla cittadinanza, e sulla quale avevamo chiesto il voto.

Io penso, piuttosto, che la subalternità di alcuni gruppi sottointenda una piena condivisione delle scelte, oppure una insensata paura di lasciare la propria poltrona: non so quale sia peggio.

Saranno gli elettori ad esprimersi su quanto è stato fatto da ogni gruppo, ma dubito che i Verdi possano essere elencati tra coloro che hanno svolto un ruolo ininfluente nella politica di questi 5 anni. C’è chi ritiene, infatti, che i Verdi abbiano fatto anche troppo, e di questo vado sinceramente fiero.

Errani, nel suo discorso di ieri, ha cercato di giustificare la scomunica del Sindaco Masini da parte del suo partito e la vittoria di Balzani, come un segno di continuità con il buon operato fatto in questi anni.

Il cambio del candidato rende evidente che lo stesso Partito Democratico non ritiene positivo tutto quello che è stato fatto, altrimenti avrebbe rinnovato la sua fiducia nei confronti di chi ha guidato, pur nelle difficoltà, questa amministrazione.

Sarebbe ingiusto e poco credibile addossare tutte le colpe al Sindaco e sollevare tutti gli altri livelli che l’hanno affiancato da ogni responsabilità.

La sconfitta alle elezioni primarie del PD si spiega, a nostro parere, anche analizzando alcune scelte che hanno creato la frattura di questa amministrazione con i Verdi. Non a caso, nella sua campagna elettorale, alcuni di questi temi sono stati proposti come linea di un nuovo corso: i rifiuti, la partecipazione, lo sfruttamento del territorio, la mobilità.

Partiamo dalla gestione dei rifiuti.

Ad oggi il programma del Sindaco non ha raggiunto l’obiettivo che si era posto, e la quota del 50% di raccolta differenziata non si riuscirà ad ottenere nemmeno con i trucchi contabili, come la farsa della raccolta multimateriale.

Il 12 di Febbraio avremo la prima commissione che discuterà dell’introduzione del porta a porta in un quartiere di Forlì. Difficilmente si riuscirà a partire seriamente prima della scadenza di questo mandato, ed il tentativo di fare di corsa potrebbe rivelarsi controproducente: con la fretta rischieremmo di fare quegli errori che Hera non vede l’ora di rinfaccarci.

In questi 5 anni non siamo intervenuti sempre e su tutti gli argomenti. Nessuno può pretendere di avere una soluzione per ogni problema. Ma quando siamo stati sicuri di una cosa abbiamo sempre avuto la conferma, col tempo, di avere avuto ragione.

Ritenevamo che l’accordo di programma della Querzoli-Ferretti non avrebbe portato occupazione alla nostra città, impoverendone il territorio.

Pensavamo che il parcheggio gratuito in centro non portasse nuovi clienti ma ostacolasse il commercio, e quest’anno l’assessore, con una onestà fuori dal comune, ha dichiarato di avere sbagliato.

Ritenevamo che il porta a porta costasse meno dei cassonetti di prossimità, e giudicavamo sbagliato consegnare la sperimentazione di questo nuovo sistema al gestore che voleva ostacolarlo. I fatti hanno dimostrato l’una e l’altra cosa.

Facendo un bilancio complessivo di questa amministrazione, il problema a mio parere più evidente è stata la mancanza di coraggio.

Quelle precedenti, pur nelle contrapposizioni fortissime che allontanavano i Verdi ad alcune delle scelte compiute, una scelta l’avevano fatta. Era una visibile, concreta, e discutibile idea di città.

Il programma elettorale di questa maggioranza dava una forte idea di città, che però non è stata concretizzata.

Per il rilancio del centro-storico sono state spese centinaia di migliaia di euro per progettare una agenzia, rispetto alla quale qualsiasi piano è stato temporaneamente bloccato, per poi scoprire che questa agenzia non s’ha da fare.

Il piano del traffico è stato bloccato per questioni di principio, per paura di un confronto con le voci meno innovatrici, per poi scoprire che i catastrofismi sulla sua attuazione erano privi di fondamento, e che molto probabilmente i suoi effetti sarebbero stati positivi sul commercio.

Sulla gestione stessa dei rifiuti abbiamo perso l’occasione di essere i primi, invidiati da tutta la regione, invece di arrivare dopo Forlimpopoli ed il suo 96% di consenso.

Trovate un altro tema che raccolta il 96% del consenso. Non ce ne sono tanti e spetta alla politica coglierli ed attuarli.

Questa è una risposta a chi ci accusa di essere il partito del NO: a Forlì siamo usciti dalla Giunta per i nostri SI’.

Un’altra scelta politica che ci è stata rifiutata è stata quella della sicurezza stradale.

In tutte le città del Mondo si rende automatico il controllo delle violazioni del codice della strada, per liberare le forze dell’ordine dalle loro postazioni fisse e garantire un maggiore controllo del territorio.

A Forlì, per scelta, si fa l’esatto contrario: abbiamo il record di telecamere che non vengono utilizzate, rifiutiamo i controlli automatici e teniamo bloccata la vigilanza nei punti insicuri.

Questa scelta non paga, né dal punto di vista del bilancio né da quello della riduzione degli incidenti gravi e meno gravi.

Non a caso abbiamo il numero di vetture pro capite tra i più alti d’Europa ed un numero più elevato di incidenti stradali, ma siamo al penultimo posto come proventi dalle sanzioni. Qualcosa non quadra.

Sempre sul fronte della sicurezza stradale bisogna notare lo spostamento, chiesto con gli emendamenti al piano degli investimenti, delle opere pubbliche di competenza circoscrizionale dagli Oneri di urbanizzazione alle alienazioni, rendendole meno probabili.

Se c’è un settore dove la partecipazione ed il decentramento potrebbero dare un contributo importante è proprio sugli interventi per la sicurezza stradale e sulle piccole opere pubbliche delle quali solo le circoscrizioni ed i quartieri riescono ad avvertire necessità ed urgenza.

Bene ha fatto la Giunta a rimandare la climatizzazione della Sala del Consiglio: di questi tempi sarebbe stato un intervento incomprensibile.

Bene il rinnovo degli impegni sul San Domenico, che è un investimento per la città, per il suo prestigio, per il suo turismo e per il suo commercio. Speriamo che la città si accorga presto della sua importanza, ed inizi ad investire nei servizi ad esso strettamente collegati, ancora sottosviluppati.

In quest’ottica è poco comprensibile la riduzione che viene in bilancio dei servizi turistici, anche se parliamo di cifre già ridotte all’osso.

Nelle spese in conto capitale vediamo la dimostrazione che l’assenza dei Verdi si fa notare: Per il settore dei Parchi ed i servizi di tutela ambientale nel 2007 spendevamo 4’160’000€, nel 2008 3’200’000€, nel 2009 prevediamo 2’460’000€. con un calo del 25% annuo.

Non sarebbe credibile, però, un commento totalmente negativo sulla nostra città. Come in parte anticipavo prima alcune cose fatte sono state positive, come l’apertura del S.Domenico ed il rilancio degli investimenti sulla struttura, come gli investimenti sul futuro campus universitario, come la messa in sicurezza di alcuni punti critici della nostra viabilità.

Su altri, è mancato il coraggio di intervenire, per paura probabilmente di incrinare un consenso stabile e radicato nel territorio.

I cittadini, però, hanno dimostrato una maggiore disponibilità alle innovazioni positive, e speriamo che chiunque venga eletto alle prossime amministrative dimostri di saper essere all’altezza delle aspettative.

Questo è un bilancio per forza di cose di passaggio, privo di punte particolarmente negative e slanci positivi. Per questo motivo il voto del nostro gruppo sarà di astensione.

Cinque anni fa dichiaravo che i Verdi sanno essere una forza innovativa, un valore aggiunto con proposte concrete, che oggi vengono attuate da chi, un tempo, le ridicolizzava.

Il New Green Deal di Obama è una sfida che può veramente aiutarci ad uscire dalla crisi economica, e rischia di essere l’unica carta che possiamo giocare.

Economia locale, filiera corta e rispetto per l’ambiente. Su questo eravamo innovativi vent’anni fa. Oggi si tratta solo di mettere in pratica i buoni consigli e le migliori esperienze, copiando dalle città che hanno saputo mettersi in discussione e reinventarsi un nuovo volto.

Speriamo di trovare il coraggio di fare qualcosa di innovativo, che per una volta tutt’Italia ci invidi.

Il ricambio e le giovani generazioni in politica

Sono state pubblicate le statistiche dell’età media dei consiglieri comunali e provinciali. Sul sito di RomagnaOggi la notizia è stata accolta con sdegno in alcuni commenti, del tipo “tanto gli elettori trovano sulla scheda sempre gli stessi nominativi” e “Chi è riuscito a “sedersi” una volta, senz’altro vi ha messo un po’ di colla”. Ve lo assicuro, la situazione non è affatto questa. Nel consiglio comunale ci sono ancora i voti di preferenza, ed anche per questo motivo le liste di candidati sono sempre molto eterogenee, per sesso ed età. Se il risultato quindi non è uniforme alla distribuzione di genere e di età, questo non è causato dalle dirigenze di partito, che comunque sono elettive e riflettono il parere degli iscritti, ma dal voto dei cittadini.

C’è da chiedersi se un giovane sia meglio a tutti i costi di un uomo maturo, ed ovviamente la risposta è no. La verità è che gli under 30 interessati di politica ed attivi in prima persona sono pochissimi, e scarsa è anche la selezione. Molti meno di quelli che partecipavano attivamente quarant’anni fa , è un dato di fatto.

Oggi la politica, purtroppo, non è più considerata uno strumento per modificare le cose. Ci si sente ingiustamente impotenti, e si utilizza questo pretesto per fare altro (magari volontariato in qualche associazione).

Nel 2004 avevo 24 anni e 4 anni di politica universitaria (fatta in una associazione apartitica) alle spalle. Mi hanno chiesto di presentarmi alle elezioni amministrative come candidato e l’ho fatto volentieri, facendo campagna elettorale e cercando consenso per me e la mia lista. I pochi giovani che sono nei consigli comunali e provinciali non hanno ricevuto chissà quali investiture dalle gerarchie, ma si sono rimboccati le maniche.

Spesso questi ragazzi sono le ultime foglie di un albero genealogico di politici, e credo che la causa di questo si possa cercare in una cultura politica familiare (i genitori con ogni probabilità impartiranno una diversa cultura sull’impegno politico ai propri figli), e nella mancanza di nuove leve che si fanno avanti senza la certezza di risultati.

Roberto Balzani ha vinto le primarie del Partito Democratico

Sto leggendo ora i dati sul sito di RomagnaOggi. Non so se sia ufficiale, ad un seggio dalla fine la Masini era in vantaggio di 78 voti su più di 8000 votanti. Roberto Balzani avrebbe vinto le primarie del Partito Democratico.

Aggiornamento: il dato è ufficiale. I nostri complimenti a Roberto Balzani.

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