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Il figlio di Di Pietro dovrebbe dimettersi

Io ritengo che sia ingiusto che in Italia essere indagato corrisponda ad una sorta di colpevolezza non dimostrata (probabilmente a causa dei tempi lunghi e del senso di impunità, non si distingue dal condannato).
Però non sono affatto d’accordo con Travaglio quando dice che le accuse al Figlio di Di Pietro non sono penalmente rilevanti. Travaglio minimizza parlando di raccomandazioni, mentre secondo la stampa Cristiano Di Pietro sarebbe indagato per corruzione.
Di Pietro Senior però ha chiesto più volte le dimissioni dei politici indagati (ad accuse non ancora confermate) a tutela delle istituzioni. Per coerenza, quindi, anche suo figlio dovrebbe dimettersi da consigliere provinciale (ha dato quelle dal partito, che sono gratis), in attesa del giudizio.

Questo blog non è un prodotto editoriale

Nell’Ottobre 2007 il DDL Levi-Prodi minacciò la rete e la libertà di espressione, prevedendo l’obbligo per tutti i blog di registrarsi presso il Registro degli Operatori di Comunicazione. Allora l’enorme protesta fermò quel progetto.

Oggi si ritenta con un nuovo progetto, che potrebbe definitivamente zittire tutte le voci fastidiose su internet, ponendole nel bivio stampa clandestina e diffamazione a mezzo stampa.

Questa cosa colpisce tutti, non solo chi scrive oggi su internet. Domani potrebbe diventare impossibile scrivere di quanto ci accade attorno, spesso l’unica maniera per far emergere informazioni altrimenti taciute dai media (finanziati spesso da chi dovrebbero accusare).

Un piccolo passo per il Governo, un grande passo per l’umanità.

L’ennesima dimostrazione di quanto poco conoscano la libertà i personaggi che si attaccano al petto la spilletta del “suo” popolo.

I quotidiani vendono meno. L’informazione è ancora viva?

Gilioli pubblica una interessante tabella che mostra pesanti segni meno sulle vendite di quasi tutti i quotidiani nazionali. Ci sono un paio di considerazioni da fare. Primo, che l’agosto 2008 è stato successivo al periodo delle elezioni politiche, che hanno saturato la voglia di sentire parlare di politica e di approfondimenti.
Secondo, è probabilmente vero che oggi la gente legge di più in rete e quindi smette di acquistare i quotidiani, ma prima di esultare bisognerebbe capire se nel passaggio la qualità dell’informazione recepita aumenta o diminuisce.
In rete si ha estrema libertà di scelta, si possono approfondire i temi preferiti, leggere intere enciclopedie su un singolo problema. La mia impressione, però, è che in rete la capacità di attenzione diminuisce drasticamente a causa delle modalità di fruizione (in ufficio, tra una email e l’altra…).

A questo punto dell’articolo il 90% dei lettori avrà già smesso di leggermi. Fosse stato in una colonna di un quotidiano, probabilmente la percentuale sarebbe stata maggiore.

In rete quindi passa di più il messaggio immediato, dalle due alle quattro righe, ed è anche per questo che i quotidiani online mettono pochissimi caratteri in prima pagina per ogni articolo, molti meno rispetto alle versioni cartacee.

Se un argomento è difficile, anche se interessante, spesso in rete lo si inserisce nei segnalibri e si rimanda – spesso all’infinito – la lettura.

Forse il cambio degli strumenti con i quali leggeremo le pagine web in futuro modificherà ancora questi comportamenti, e gli ebook reader sapranno coniugare le comodità ed i pregi di entrambi i media informativi.

In questo contesto bisogna anche aggiungere una riflessione sui contributi all’editoria. Oggi vengono pagati in forma di rimborso spese (ad esempio sulle spese della carta), mentre penso si dovrebbero applicare come detassazione dei contributi per i giornalisti che ci lavorano.

I contributi così come sono oggi incentivano anche l’abbattimento di alberi per le copie invendute, mentre la produzione di informazione è indipendente dalla produzione di carta: se pensiamo che il giornalismo d’inchiesta o quello di approfondimento debba per forza passare per il volontariato, dovremo abituarci a vedere sempre meno informazione di qualità (anche per il rischio sempre maggiore per gli informatori volontari di subire perquisizioni, querele e denunce per stampa clandestina).

L’ultima riga la dedico a Grillo. Dopo la sua battaglia per il Parlamento Pulito ha raddoppiato il numero di inquisiti in Parlamento, dopo quella sulla casta dei giornalisti gli incentivi sono stati ridotti e gli unici a rischiare la chiusura sono i piccoli quotidiani, slegati dai grandi poteri economici.

Dobbiamo esultare del risultato? Il futuro migliore passa da una informazione sostenuta dai grandi gruppi industriali, piegata dalla pubblicità?

Aeroporto di Forlì: un successo o un fallimento?

Dopo l’annuncio dell’accordo tra SEAF (la società che gestisce l’aeroporto di Forlì) e Ryanair fatto in pompa magna dell’ex sindaco di Forlì Rusticali è di oggi la notizia dell’abbandono di Cervia e Ravenna della società promozione e turismo, nata per affiancare SEAF nella promozione del Ridolfi. Evidentemente l’accordo “strappato” non ha accontentato proprio tutti.

In tutto questo il Consiglio Comunale di Forlì non è stato coinvolto nemmeno parzialmente, nemmeno una riunione dei capigruppo del consiglio o una commissione consiliare per l’aggiornamento della situazione ed una analisi approfondita dei termini dell’accordo, che abbiamo appreso solo dalla stampa in maniera molto vaga.

E’ illogico che si parli delle nostre società partecipate solo nel momento del ripianamento dei debiti, e non durante le scelte strategiche che vanno a pesare sul bilancio.

Io ce l’ho elettrico: contest TBTV sugli stili di vita ecocompatibili

E’ stato avviato un contest dal nome “Io ce l’ho elettrico”, rivolto al popolo della rete, promosso da Vectrix (il famoso scooter elettrico) e realizzato da TBTV.

Il contest ha lo scopo di diffondere una maggiore sensibilità nei confronti della mobilità sostenibile attraverso un video originale e creativo. All’autore del video migliore andrà un casco Jet Vemar, mentre i primi 400 video caricati sulla piattaforma www.tbtv.it saranno premiati con altrettanti gadget targati Vectrix.

Via www.comunicati-stampa.net

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