Rifiuti

Riuso e Recupero

In questi giorni si parla del ciclo dei rifiuti urbani, per via del progetto di Hera della terza linea dell’inceneritore. Tutti dicono che una soluzione parziale alla dispersione di materie prime e di energia derivante dai prodotti che utilizziamo ogni giorno è sicuramente il riuso, prima ancora della raccolta differenziata e del recupero dei materiali.
Vi voglio quindi dare due o tre esempi concreti di come si possa evitare il conferimento nei bidoni dell’indifferenziato di parte dei nostri rifiuti, e conseguentemente diminuire la quantità complessiva di quello che buttiamo via, con tutti gli svantaggi che ne conseguono.

Composter casalingo
Hera fornisce in comodato gratuito alle famiglie un composter, che è uno speciale cassonetto da mettere in giardino nel quale possiamo inserire i rifiuti organici, per trasformarli in concime inodore. In questo modo evitiamo il conferimento del materiale meno combustibile di tutti, che la terra può riassimilare senza passare per la discarica.
Per ottenerlo gratuitamente, dovete andare nella sede di Via Grigioni e chiedere del Composter in comodato, è una procedura immediata e molto semplice.

Un’altro buon esempio di riutilizzo viene dalle Sorelle Povere di S. Chiara in S. Biagio – Forlì (tel. 0543-26141), che raccolgono i barattoli vuoti di vetro (che in casa solitamente abbondano, dato che diversi alimenti vengono acquistati al loro interno), per riutilizzarli per la vendita di marmellate autoprodotte.

L’ultimo esempio viene invece dal WWF di Forlì, che raccoglie i tappi di sughero delle bottiglie per dimostrare il loro valore nell’utilizzo come materiale coibentante delle abitazioni.

Se avete altre segnalazioni di questo tipo, fatemele avere, le pubblicherò molto volentieri.

Articolo su un giornalino universitario

Scrivo qui in anteprima un articolo che ho scritto per un giornalino universitario. Se avete commenti o correzioni, le accetto molto volentieri! Se volete potete utilizzarlo, modificarlo e riprodurlo, a patto che sia sempre citata la fonte originale (l’articolo, come il resto di questo blog, è rilasciato con licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike ).

Il ruolo dell’informatica nella democrazia partecipativa

Alzi la mano chi non si dichiara democratico. Avessi davanti cento persone, credo che potrei vedere una platea di mani incrociate.

Spesso, però, dietro alle singole parole esiste un significato che scompare, con l’uso quotidiano e non ragionato dei termini.
Basterebbe un dizionario, strumento di sapienza arcana ormai caduto in estremo disuso, per comprendere una cosa molto importante: noi non viviamo e non stiamo appoggiando una vera democrazia. In un momento nel quale si cerca di esportare la democrazia, come fosse un prodotto commerciale, addirittura con l’uso della forza militare, si è totalmente perso il suo significato.
Questo termine deriva da una parola greca, demos, che stava ad indicare il popolo libero, dal quale quindi era escluso il vasto gruppo degli schiavi.
Nel V secolo a.C. , il popolo (demos) aveva la possibilità di partecipare direttamente alla vita politica ed al governo delle cose pubbliche, sulla base dell’idea che un artigiano fosse membro della comunità al pari di un aristocratico.
Democrazia, quindi, significa in primo luogo che il governo degli affari pubblici è esercitato dal popolo. Con il tempo questo sistema si è tramutato, ed il significato originale è nel dizionario alla voce “democrazia diretta”. Democrazia è ora sinonimo di partecipazione politica attraverso un voto, dato ad una classe di politici di professione.
Questo cambiamento, però, non è affatto trascurabile. La democrazia rappresentativa è fallimentare, se l’obbiettivo che la società si pone è un governo che curi con lo stesso impegno gli interessi di tutti i cittadini.

Spostando la responsabilità di governo dai cittadini ad una élite di rappresentanti, si crea un’apatia politica che porta al completo disinteresse della gente alle questioni che li riguardano direttamente. Fatto salvo qualche caso sporadico, il cittadino viene coinvolto solo per le elezioni, momento in cui i candidati di questa élite cercano consensi nelle maniere più insensate possibili. Promettendo progetti irrealizzabili, facendo bassa demagogia, dicendo frasi brevi e senza senso, che vengano trasportate da bocca in bocca, come un assurdo gioco del telefono, per raccogliere voti.
Un cittadino interessato alla vita politica vale un voto, una piazza è un grosso insieme di voti, un programma televisivo rappresenta un potenziale potentissimo di firme.
Ma si può considerare una croce su un foglio, basata su considerazioni da slogan, una partecipazione politica? I cittadini dei nostri cari amati paesi, partecipano alla vita politica? Se chiedete ad una persona qualsiasi, presa a caso, se è un politico, risponderà affermativamente?
Se la risposta a questa serie di domande è sempre no, e siete convinti di quello che state pensando, allora allo stesso tempo state anche affermando che in questo momento non viviamo una vera e propria democrazia. Prima di esportarla con le bombe ed i kalashnikov, quindi, sarà bene sistemarla, rattopparla e darle un senso.
Questo problema è al centro dell’attenzione dei movimenti, che nel mondo ed in Italia stanno analizzando il funzionamento del sistema di gestione politica, per vedere se è proprio nella struttura delle decisioni che risieda il marcio che contamina tutte o quasi le decisioni che vengono portate avanti.
In Italia, in particolare, siamo in una situazione tremenda. Le leggi vengono approvate attraverso il sistema dei decreti, spesso saltando il dialogo imposto dal parlamento, dove comunque non si tratta mai a fondo ed in maniera distaccata di nulla.
Si può tornare indietro? Avere un sistema diverso, più equo? Probabilmente esiste un modo, rappresentato dalle possibilità offerte dai nuovi sistemi di comunicazione e di collaborazione.
Se col tempo sono spariti i luoghi in cui parlare di politica e pensare alle soluzioni, si può creare uno spazio che sia aperto alle discussioni, ventiquattro ore su ventiquattro, con dove ognuno possa entrare secondo le sue necessità ed orari.

Serve un modo per aprire canali di partecipazione politica, dove i pareri dei cittadini che si interessano su alcuni temi possano esprimere le loro proposte e le loro opinioni, ed i “politici di professione” esercitino realmente una rappresentatività che non si limiti al voto. Una politica nuova, partecipativa, è possibile.
Alcuni esperimenti di questo tipo, in rete, sono stati aperti ed utilizzati con i primi successi. La comunità di sostenitori del software libero, ad esempio, ha messo in piedi una proposta per i candidati alle prossime elezioni europee ed amministrative, che include temi come la proprietà intellettuale, la condivisione della conoscenza, l’utilizzo ragionato delle risorse monetarie delle nostre amministrazioni. Attraverso un particolare strumento di pubblicazione su un sito internet, infatti, è possibile per tutti dare il proprio contributo, aggiungendo una frase, ridiscutendo un punto delle proposte, per arrivare in conclusione ad un documento che sia frutto di un lavoro di più persone.

L’idea a mio parere è molto buona ed andrebbe estesa anche nelle varie città: si potrebbe creare un punto d’incontro per le proposte ragionate, su alcuni temi importanti come la pace, la gestione dei rifiuti e delle strutture pubbliche, dove i cittadini possano esprimere i loro pareri, studiare bene il problema (superando le canoniche 5 dei titoli di giornale), vedere documenti ufficiali e scrivere mozioni.

Una volta conclusa una discussione, il testo potrebbe essere presentato ai partiti, e tracciare il percorso che attraverso gli organi istituzionali compie la proposta. L’operato dei partiti e dei rappresentanti politici, quindi, subirebbe un controllo continuo proprio sulle tematiche che i cittadini ritengono più importanti, verrebbe pubblicato un resoconto periodico di quello che i rappresentanti hanno fatto, ed alla fine si garantirebbe un dialogo continuo per una gestione migliore possibile.
L’idea non è irrealizzabile, lo dimostra un esperimento che ho inserito proprio nella mia pagina personale (che trovate all’indirizzo www.alessandroronchi.net/wiki/wiki/tiki-index.php ), dove diverse persone hanno già contribuito con loro proposte ed idee, messe al giudizio critico e costruttivo dei visitatori.

Uno strumento di questo tipo, che per ora rimane un esperimento, tramite le associazioni, i comitati, le scuole e non ultimi gli stessi cittadini, potrebbe essere un catalizzatore di proposte, e se raggiungesse abbastanza consensi, i partiti sarebbero motivati ad incentivare il dialogo.
Se l’idea di mettere in piedi una democrazia diretta, dove i cittadini decidono su tutto senza distinzione di ruoli, è un po’ troppo anacronistica, probabilmente il passaggio verso una partecipazione, richiesta a gran voce da un sacco di persone attraverso movimenti e manifestazioni, è già tra le possibilità di un nostro prossimo futuro.
Un futuro dove chi vuole può decidere come amministrare la sua vita, e contribuire allo stesso tempo ad un miglioramento degli ultimi spazi comuni che ci vengono concessi.

Alessandro Ronchi
https://alessandroronchi.net/

Programma Elettorale Alessandro Ronchi 2004

Ambiente ed Ecologia

Economia e rispetto per il nostro futuro

Lo sviluppo della società non può prescindere dalla sostenibilità del nostro operato. Troppo spesso, in nome di una crescita economica, si ignorano le normali regole del buon senso e si agisce senza pensare che possa esistere un domani.
in questo campo credo che sia necessario valutare sempre con occhio critico l’impatto ambientale dei progetti che vengono portati avanti, favorendo un economia basata anche sul rispetto del nostro territorio e di noi stessi. Questo obbiettivo non è contrastante con lo sviluppo economico, si tratta di cercare di indirizzare le imprese a fare business in maniera adeguata, favorendo la ricerca sulle energie rinnovabili, sulla riduzione delle emissioni industriali, sul risparmio energetico e su tutti quei settori che possano ridurre il nostro impatto con il territorio. Altri paesi nel mondo hanno già iniziato a guadagnare su queste opportunità, creando un mercato su settori per noi ancora inesplorati.
Ritengo quindi opportuno che anche il nostro territorio inizi un processo di questo tipo, favorendo allo stesso tempo economia locale e rispetto per l’ambiente.

Il bilancio ambientale locale

Occorre conoscere, quantificare, valutare e gestire – ogni anno – ciò che influisce sull’ambiente e sul nostro territorio come, ad esempio, quanti rifiuti sono stati prodotti, quanta acqua è stata consumata, quanto suolo è rimasto inedificato, se e come è aumentato o diminuito il verde, il livello di inquinamento dell’aria, quanta energia è stata prodotta e consumata, quante risorse sono state sottratte oppure rese disponibili, etc.
Il bilancio ambientale locale è uno strumento che deve contenere non solo dati numerici (fisici e/o monetari), ma anche indicazioni circa i risultati ambientali delle politiche attuate o da attuare da parte dell’amministrazione pubblica.
Il bilancio ambientale deve seguire lo stesso iter dei documenti pubblici di bilancio con la specifica finalità di integrare la variabile ambientale nel processo decisionale pubblico di governo.

NO ad altre centrali elettriche ed agli inceneritori

La riduzione dello spreco di risorse energetiche e l’introduzione di una adeguata politica che premi e favorisca la raccolta differenziata sono due temi fondamentali in ogni programma portato avanti dai Verdi da sempre. Ora, a differenza di quello che si poteva dire in passato, esistono esempi di realtà dove queste politiche hanno funzionato ed hanno dimostrato che una riduzione del nostro impatto ambientale, a tutto vantaggio della nostra stessa salute, è possibile.
Per questo si può dire NO alla centrale termoelettrica ELETTRA, e NO a nuovi inceneritori, se vengono promosse alternative valide per la risoluzione del problema rifiuti ed energetico.

NO agli organismi geneticamente modificati

In Europa l’80% della popolazione è contraria all’importazione ed alla produzione di OGM. Ciò nonostante, l’unione europea permette l’importazione di una ventina di prodotti geneticamente modificati, anche per non incorrere su sanzioni amministrative da parte del WTO, che effettua continue pressioni sui nostri governi per permettere alle produzioni americane di essere vendute anche da noi. Gli OGM non risolveranno il problema della fame nel mondo, soprattutto se la ricerca viene lasciata esclusivamente in mano alle grandi multinazionali del settore, che brevettano le loro scoperte e rendono dipendenti dalle loro forniture i contadini. A livello locale è necessario mantenere un sistema rigido di controlli per determinare la provenienza delle sementi da coltivazione, e permettere ai cittadini di essere consapevoli di quello che stanno per acquistare e mangiare.

Prodotti Biologici

I prodotti derivanti da coltivazioni biologiche, sempre più richiesti e sempre più utilizzati nelle nostre tavole, sono il frutto di una continua ricerca di metodologie per la produzione senza pesticidi o elementi chimici. A livello locale occorre facilitare tramite adeguate risorse la produzione che rispetta questi criteri ed intensificare i controlli post-produzione per offrire maggiori garanzie al cittadino che effettua questa scelta consapevole.

Informazione e politica partecipativa

Ritengo sia necessario portare avanti un programma di partecipazione attiva dei cittadini nella vita politica comunale attraverso sistemi di comunicazione innovativi. A questo scopo si deve valutare la messa in opera di sistemi che garantiscano queste possibilità, partendo dall’opera dei partiti e delle persone.

Informazione verso ai cittadini delle politiche comunali

I cittadini devono poter informarsi sulle questioni della politica comunale, ma anche nazionale, alle quali sono interessati. In questo modo si fornisce anche un modo per il controllo dell’operato delle forze politiche, ed al contempo una partecipazione attiva che permetta di operare al meglio e in maniera più vicina possibile agli interessi di tutti i cittadini.
Attraverso nuovi strumenti di informazione su internet, è possibile ed importante creare degli spazi dove i cittadini possano partecipare alla vita politica e capire le decisioni che si stanno prendendo.

E’ necessario quindi creare una sorta di piazza virtuale dove discutere, quindi, con il vantaggio di poter partecipare a qualsiasi ora della giornata, tenendo sempre traccia dei discorsi. Un luogo dove sia anche possibile tracciare la storia delle decisioni, l’iter delle idee che passano attraverso le nostre amministrazioni politiche ed i governi nazionali ed europei.

Veicolazione delle iniziative politiche proposte dai cittadini

I cittadini devono poter comunicare ai loro politici i dettagli sulle questioni che ritengono rilevanti, per permettere loro di portarle avanti attraverso gli adeguati strumenti della politica amministrativa comunale.

Creazione di nuovi spazi per il dialogo politico

I cittadini devono inoltre trovare un nuovo spazio per la discussione dei temi centrali della politica, affinché con il dialogo si arrivi ad una decisione ragionevole sulle questioni, assieme all’aiuto dei politici che poi dovranno portare avanti queste decisioni.

Programma Continuo

Tramite internet ed i nuovi strumenti di comunicazione è possibile mantenere vivo un programma politico, che si distacchi dal solito e solo contesto elettorale. Il programma elettorale può quindi diventare uno strumento che accompagni le iniziative del candidato alle elezioni, che una volta eletto potrà pubblicare informazioni su come procedono gli obbiettivi che si era predisposto, aggiungere di nuovi e mostrare il suo operato ai cittadini, che possono svolgere un ruolo di controllo ed allo stesso tempo un ruolo attivo, partecipando alla stesura del programma continuo del candidato che hanno votato. Se verrò eletto queste pagine saranno affiancate quindi da un resoconto di come sto muovendomi per portare a termine i punti che ho proposto in campagna elettorale, ed allo stesso tempo raccogliere altre idee per procedere oltre quello che è stato detto in questa fase.

Sicurezza e Privacy del cittadino

Telesorveglianza

In questi ultimi mesi le amministrazioni locali hanno installato un sistema di telesorveglianza, simile a quello utilizzato da città molto più grandi e con maggiori problemi di sicurezza. L’installazione di telecamere per controllare il territorio, come ha osservato anche il garante della privacy, non aumenta la sicurezza dei cittadini, perché risulta inefficace nella riduzione dei crimini. La videosorveglianza, inoltre, deve rispettare i provvedimenti del garante per la privacy, quindi le immagini devono rimanere per una durata molto limitata nel tempo ed i cittadini devono essere avvertiti con appositi cartelli della presenza delle telecamere. In ogni caso, la politica della telesorveglianza a Forlì dev’essere completamente rivista, in favore di altre soluzioni. Soluzioni che partano con l’obbiettivo di invertire l’idea dei cittadini che un certo livello di illegalità sia normale ed accettabile.
Chi è disposto a rinunciare alle proprie libertà in cambio di un po’ di sicurezza non merita ne la libertà ne la sicurezza – B.Franklin

Politiche giovanili

Aiuti alle iniziative imprenditoriali provenienti dai giovani

Finito il percorso formativo scolastico ed extra scolastico i giovani si trovano spesso nel problema di pensare ad un impegno lavorativo soddisfacente. Le iniziative imprenditoriali promosse dai giovani hanno diverse facilitazioni e risorse esclusive dedicate, ma manca una adeguata comunicazione di queste possibilità che arrivi veramente ai destinatari. Credo che in primo luogo sia fondamentale che questa situazione migliori, e successivamente di concerto con le associazioni di categoria ed i gruppi interessati si possano trovare ulteriori forme di aiuto per le fasi di avvio e di mantenimento delle attività imprenditoriali giovanili

Facilitare l’impiego stabile dei giovani disoccupati

Nel nostro comune il tasso di disoccupazione giovanile è relativamente basso, ma questo non toglie priorità al problema, che rimane centrale nella vita delle persone. Spesso e sempre con maggiore rilevanza l’impiego giovanile è reso problematico da contratti senza una adeguata assistenza previdenziali (i vecchi Contratti di Collaborazione Coordinata e Continuativa ed i nuovi Contratti a Progetto) oppure da contratti di apprendistato che non sono realmente formativi e vengono utilizzati solamente per risparmiare sugli stipendi e sulle tasse. Questo problema, diffuso in tutto il nostro paese, può essere ridimensionato tramite adeguate forme di informazione rivolte sia a chi sta cercando lavoro sia a chi è in cerca di personale. Oltre all’informazione, si devono studiare adeguate forme di sostegno ed aiuto che vadano a compensare le maggiori spese sostenute da chi offre lavori a tempo indeterminato, in modo da diminuire le percentuali di impieghi non stabili a favore di una maggiore sicurezza sul futuro dei dipendenti.

Accessibilità

Eliminazione delle barriere architettoniche

Il comune si deve fare carico di controllare che non vengano create nuove barriere architettoniche che ostacolino l’accesso ai servizi pubblici da parte dei cittadini disabili. Oltre a questo, si deve procedere con maggiore solerzia di quella attuale nella eliminazione degli ostacoli che ancora sono presenti nel nostro territorio. I cittadini devono avere le stesse possibilità di accesso ai servizi, in maniera totalmente indipendente dalla salute fisica, dalle capacità motorie e dal tipo di servizio offerto.

Scuola

La scuola come fucina di progetti culturali

In questo periodo di svalutazione dell’importanza della formazione da parte del governo, credo sia necessario fare tutto il possibile affinché la scuola torni al centro delle attività culturali delle nostre città. Lavoro precario, continue necessità di aggiornamento rendono fondamentale per il cittadino una formazione continua anche dopo anni di lavoro, non solo prima dell’inserimento nell’attività professionale.
Le scuole, quindi, devono farsi promotrici di iniziative rivolte non solo ai ragazzi, ma anche ai lavoratori che intendano continuare la loro formazione per un miglioramento delle condizioni di lavoro.
Si devono incentivare i progetti di formazione informatica, linguistica, specialistica, riutilizzando le strutture già disponibili in orari di inutilizzo e realizzando nuovi strumenti, tenendo in seria considerazione anche la formazione a distanza.

La scuola nell’era dell’informazione

I nuovi strumenti disponibili per la veicolazione delle informazioni promettono agli istituti scolastici potenzialità finora rimaste inespresse. Attraverso un miglioramento della connettività verso la rete internet, un adeguamento dei laboratori alle nuove esigenze, una connessione tra istituti diversi, la fruizione di nuovi spazi comuni, sarà possibile fornire sempre più servizi a vantaggio dei cittadini, favorendo allo stesso tempo l’utilizzo delle professionalità interne alle scuole ed incentivando gli stessi docenti che dimostrino buone capacità progettuali.

Università

Promozione dei progetti universitari all’interno degli spazi del Comune

L’Università all’interno della città deve essere non una scatola chiusa, ma un luogo dove sviluppare cultura e far progredire insieme Città ed Ateneo. Gli spazi universitari devono rimanere aperti alle iniziative degli studenti, ed essere anche vetrina dell’Università verso la Città. Le sedi decentrate del nostro Ateneo sono purtroppo molto legate agli orari di lezione, mentre con adeguato personale potrebbero rimanere aperte anche come luogo di scambio culturale per i giovani iscritti, per iniziative legate ai corsi di studio ed agli ambienti di ricerca sviluppati all’interno delle nostre sedi. In questo dobbiamo avvicinarci al modo di utilizzare gli spazi culturali universitari di Bologna, ed allontanarci dal modello scolastico al quale le riforme stanno invece portandoci.

Incentivi allo sviluppo dell’Università all’interno delle sedi di Forlì e Cesena

Si deve cercare il massimo sviluppo possibile delle sedi universitarie all’interno del Comune di Forlì e quello di Cesena, dove con sviluppo non si intende un numero di iscritti che sia in continua crescita, ma un processo che porti a valorizzare agli occhi della comunità internazionale i corsi di laurea locali. Si deve quindi puntare a cercare di migliorare il sistema universitario dell’Ateneo di Bologna nella Provincia, partecipando attivamente come amministrazione nella gestione degli spazi concessi all’Università, cercando di migliorare la vita degli studenti, dei ricercatori, e cercando di attrarre ed insediare al contempo i migliori professori che il nostro Ateneo produce, fornendo una valida alternativa alla mobilità verso altre sedi ritenute più prestigiose.

Dialogo con le Associazioni Studentesche

Per tutta una serie di motivi da parte dei partiti locali non è mai stata posta la necessaria attenzione al dialogo tra amministratori locali ed associazioni di studenti universitari. Tramite appositi canali, invece, si dovrà migliorare questo rapporto, che non potrà che migliorare la vivibilità della provincia per gli studenti ed al contempo incentivare una crescita culturale e sociale che parta dalle sedi universitarie e giunga a beneficio di tutti i cittadini.

Spazi per attività culturali e sociali

Maggiore spazio dedicato alle associazioni culturali

La nostra provincia è una delle zone con il più elevato tasso di associazionismo d’Italia, ed anche per questo è spesso indicata come una delle zone più vivibili d’Italia. Questo dato incoraggiante non deve però demotivare l’incentivazione dell’aggregazione sociale e culturale nei nostri Comuni, ma essere un ulteriore motivo per promuovere iniziative ed aperture di nuovi spazi per l’associazionismo e l’aggregazione dei cittadini. L’aggregazione e lo scambio culturale devono essere presi in seria considerazione come valori di vivibilità di una città, per lo sviluppo ulteriore della cultura del vivere insieme con profitto e dedizione verso i propri scopi all’interno della società.

Promozione iniziative di aggregazione sociale dirette ai giovani

Il Comune e la provincia devono cercare di promuovere le iniziative che tendano ad attrarre i giovani nel tempo libero, attraverso la creazione ed il mantenimento di attività che permettano di disincentivare il movimento verso altre sedi. Favorire l’associazionismo e l’aggregazione è una parte importante di questo processo.

Associazioni

Dialogo con le associazioni

Le associazioni culturali e di volontariato sono uno strumento importante per la crescita qualitativa della vita cittadina e coprono quasi tutti gli ambiti di impegno sociale che si possano trovare a livello locale ed internazionale.
Spesso il dialogo con le associazioni viene delegato ad uffici per le politiche giovanili o Uffici di Relazione con il Pubblico comunali. Io credo che sia importante mantenere un contatto sempre attivo con queste realtà, perché tramite il loro impegno attivo finalizzato al miglioramento della nostra società spesso hanno la possibilità di vedere i problemi da punti di vista obiettivi e proporre soluzioni che i partiti e le amministrazioni locali ignorano.
I gruppi associativi, quindi, devono poter avere adeguati strumenti di comunicazione con le amministrazioni ed i consiglieri, per una collaborazione attiva e di profitto per la nostra città.

Informatica all’interno della pubblica amministrazione

Formati aperti e software libero nelle PA

Credo sia necessario portare avanti un progetto comune che renda migliore il rapporto dei cittadini con gli strumenti informatici messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni, ed al contempo migliorare la produttività dei sistemi di gestione interna, diminuendo la spesa pubblica per questi capitoli del bilancio.
Per questo motivo sono promotore di un appello ai candidati delle elezioni amministrative che riguarda l’uso dell’informatica all’interno delle pubbliche amministrazioni, che condivido in tutti i suoi punti e mi impegno a sostenere con tutti gli strumenti che mi saranno forniti.
A questo punto del programma quindi si deve aggiungere il contenuto di questa proposta:
https://alessandroronchi.net/2004/proposta-di-programma-per-i-candidati-alle-elezioni-amministrative/

Per quanto riguarda Forlì e Provincia, il mio obbiettivo sarà quello di presentare una mozione simile a quelle approvate a Firenze o Siena:
http://softwarelibero.it/portale/legislazione/mozione_comune_siena.shtml
tenendo conto anche delle proposte di legge regionali sul pluralismo informatico presentate dai Verdi:
https://alessandroronchi.net/2004/norme-pluralismo-informatico-adozione-software-libero-pubblica-amministrazione/

Non comprare i rifiuti

Sembra una stupidaggine, ma tutti i giorni noi acquistiamo un sacco di rifiuti. Lo si vede, tra le altre cose, dalla quantità di pattume che siamo costretti a gettare.
Il riciclo è una soluzione tampone che non può sostituire un uso più consapevole delle materie prime: riciclare costa, anche se meno della produzione nuova, ed ha un suo impatto ambientale.

Il vero problema, quindi, è cercare di limitare l’utilizzo di materiale inutile.

I principali colpevoli di questo modo di fare sono alcuni designer, che sfruttano l’immagine del packaging per aumentare le vendite, senza pensare ad idee innovative per limitare la quantità di materia prima necessaria all’impacchettamento del prodotto. Gli altri colpevoli siamo noi, che preferiamo all’atto dell’acquisto uno shampoo con il tappo a forma di pigna, piuttosto che uno con la scatola quadrata e regolare.
Per fortuna l’indirizzo del mercato si sta spostando verso un’uso più consapevole del design degli imballaggi, come dimostrano anche le mostre del settore.

Non è detto, a priori, che un prodotto sia meglio di un’altro, e soprattutto la qualità è indipendente dall’aspetto esteriore.

Sono rimasto piacevolmente stupito andando alla Coop, vedendo una linea di prodotti per la doccia ed il bagno, che hanno a disposizione le ricariche da un litro. Perché gettare via la confezione con tutto il dosatore del sapone liquido, se possiamo riutilizzarlo? Un atteggiamento di questo tipo abbatte i costi di produzione e la quantità di rifiuti che produciamo.

Cerchiamo di privilegiare, all’atto dell’acquisto, i prodotti che hanno un packaging intelligente: abbatteremo i costi di produzione e di acquisizione dell’oggetto finale, sposteremo l’indirizzo dei produttori verso scelte più intelligenti e conseguentemente sporcheremo meno l’ambiente.

Lavorare per aquistare spazzatura non è molto intelligente, spero siate tutti d’accordo.

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