Consiglio Comunale

Comune Aperto: an sè tot precis ( non siamo tutti uguali )

Pubblico anche qui l’ultimo articolo scritto per Comune Aperto, il bollettino informativo dell’amministrazione Forlivese:

Siamo in campagna elettorale. Il dibattito è già scaduto in toni propagandistici e spot pubblicitari, ma io non utilizzerò questo ultimo spazio per urlare più forte degli altri. Le proposte si giudicano con i fatti, non con le parole.

Cercherò, invece, di fare un breve bilancio di questa esperienza, di quanto è stato fatto e di quanto è naturalmente ancora da fare.

Ricordo, nel discorso di apertura dell’attuale Consiglio Comunale di 5 anni fa, la mia voce emozionata e la grande voglia di fare qualcosa per la mia città.

Pensavo, e penso ancora, che una buona azione potesse portare ad un miglioramento del nostro benessere, e che una Politica seria dovesse cercare di superare le demagogie del “son tutti uguali”.

Chi cerca di ingannarvi con questa storia compie un atto gravissimo: complica la vita ai politici onesti e la facilita a quelli che hanno secondi fini.

Pensavo, erroneamente, che il ruolo del consigliere fosse relativamente semplice, che bastasse dire cose giuste o avere il consenso dei cittadini per far valere le proprie idee. La possibilità dei cittadini di cambiare le cose è molto più grande di quello che si vuole far credere, e si realizza attraverso il dare il proprio voto alle persone serie, il proprio impegno, il proprio aiuto concreto a chi fa la cosa giusta.

Ricordo ancora la conferenza stampa di presentazione del sito web che avevo aperto come strumento di trasparenza, per raccogliere le idee dei cittadini e confrontarmi con loro senza intermediari. Non venne nessun giornalista.

Ho bene in mente i discorsi che facevo sulle nuove tecnologie ed il software libero, sulla filiera corta, sui gruppi di acquisto solidale, su una nuova economia verde basata su una giusta misura e sulle energie rinnovabili.

Oggi avere un blog per comunicare la politica è diventato uno standard, nel 2004 eravano 3 in tutta Italia. Oggi non è uno scandalo sentire ripetere ad Obama gli stessi discorsi sul risparmio energetico o sul New Green Deal che facevano urlare all’estremismo dei Verdi. La stessa visione conservatrice e poco lungimirante si scagliava contro l’agricoltura biologica o contro le proposte di tutela del nostro San Domenico, ed oggi cerca di attribuirsene impropriamente tutti gli onori.

Gli stessi che cercano di sminuire i Verdi cercando di farli vedere come un movimento capace solo di dire no, in realtà hanno rifiutato molte più proposte innovative di chiunque altro.

In Consiglio Comunale sono uno dei pochi che non ha mai alzato la voce, nemmeno nei momenti di rabbia e forte dissenso. Sapevo che le proposte costruttive di un ventiquattrenne ecologista erano dure da digerire in un ambiente sostanzialmente privo di rinnovamento.

Forlì ha bisogno, come tutte le città, di un po’ di coraggio. Di evolvere, innovarsi, anche cambiare abitudini se è necessario per la nostra salute e la nostra qualità della vita.

Qualunque sia la vostra opinione, date una mano concreta a chi ritenete abbia fatto un lavoro serio ed onesto, con la trasparenza negli obiettivi e concretezza nelle proposte.

Anche se il nostro maggio, ha fatto a meno del vostro coraggio, se la paura di guardare, vi ha fatto chinare il mento, se il fuoco ha risparmiato le vostre Millecento, anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti. (De Andrè)

Istruzioni di Voto per i comuni medio piccoli fino a 15’000 abitanti

Dopo aver spiegato come funziona il sistema elettorale per i comuni di grandi dimensioni, ora passo al sistema per i comuni con meno di 15’000 abitanti, che è completamente diverso.

Invece del proporzionale si vota con sistema maggioritario. Ogni sindaco ha una sola lista di supporto, solitamente corrispondente alla coalizione ed all’insieme dei partiti e realtà cittadine che lo sostengono.

Si vota quindi selezionando la lista ed il sindaco, ed indicando eventualmente la preferenza per il candidato in Consiglio Comunale. Come al solito consiglio sempre di utilizzare la possibilità di esprimere le preferenze, per poter scegliere con più attenzione chi verrà eletto in Consiglio. Trattandosi di un sistema maggioritario, le preferenze a candidati diversi, spesso indicano anche idee differenti di città, perché provenienti da partiti o da associazioni diverse che stanno nella coalizione.

Non è possibile, a differenza dei comuni grandi, il voto disgiunto: la preferenza si può dare solo ad un candidato della lista scelta.

Per maggiori dettagli dovete leggere l’articolo 71 del testo unico degli enti locali. Come al solito, disponibile per qualsiasi domanda o chiarimento. Prossime puntate: elezioni provinciali ed europee.

I Verdi : grazie a noi il Comune di Forlì è libero dal Nucleare, ora scriviamolo sui cartelli.

comune_forli_libero_nucleareIl Consiglio Comunale di lunedì, dopo un ampio dibattito, ha approvato due ordini del giorno presentati dal Gruppo dei Verdi, il primo sul nucleare, il secondo sull’adesione al manifesto per l’acqua ed al conseguente impegno al mantenimento di questo bene comune in mani pubbliche.

Che i verdi non siano più in Parlamento si vede : in pochi mesi si sono visti clamorosi dietrofront bipartisan sulla scelta democratica dei cittadini che con il referendum hanno votato contro l’energia nucleare e nell’indifferenza generale è stato votato un articolo di legge che sancisce la trasformazione dell’acqua da bene pubblico a merce gestita da privati.

Il Consiglio Comunale di Forlì, grazie ai Verdi, si è però impegnato con una ampia maggioranza sia nei confronti dell’acqua come bene pubblico sia dichiarando il territorio comunale “Libero dal Nucleare”, vietandone l’installazione di centrali che sfruttino l’energia atomica.

Purtroppo la maggioranza dei consiglieri ha deciso di non apporre questa decisione ai cartelli della città, quasi vergognandosi di aver fatto una cosa giusta. Per questo motivo i Verdi hanno deciso di creare ed affiggere un cartello simbolico all’entrata di Forlì.

Con colpevoli ritardi di anni cominciano ad essere rese note ricerche che dimostrano che nei territori limitrofi alle centrali nucleari francesi, spacciate come all’avanguardia, sono quadruplicati i casi di malattie molto gravi come tumori e leucemie. Una conferma che non sono altamente pericolosi solo i disastri atomici ma anche l’ordinaria attività di funzionamento delle centrali, con “normali” fuoriuscite di radioattività durante l’esercizio dell’impianto.

Al contrario di quanto viene spesso affermato il nucleare non rappresenta una soluzione alla dipendenza dall’estero, ed i paesi che possiedono più centrali sono gli stessi a consumarne le quantità maggiori pro capite. Anche il combustibile nucleare è un fossile, come il petrolio ed il gas è limitato e, a differenza di questi, non disponibile neanche in piccole quantità in Italia.

In Germania, paese all’avanguardia sulle energie rinnovabili, nel 2002 il Governo grazie ad una forte presenza dei Verdi ha scelto di chiudere progressivamente le 19 centrali nucleari e sviluppare le fonti alternative. I sondaggi hanno dimostrato il consenso dei cittadini ed il Governo successivo della Merkel non ha modificato questa scelta. Cosa ancora più importante, nel paese tedesco grazie all’economia verde sono stati creati quasi due milioni di posti di lavoro ed il settore prevede 500’000 nuove assunzioni a dispetto della crisi.

Al contrario In Italia, il Governo ha ceduto alla lobby nuclearista francese ed ha cancellato tutte le politiche positive messe in atto in favore del solare e delle fonti rinnovabili pulite stabilite grazie ai Verdi nel Governo precedente. Mentre anche gli USA compiono una coraggiosa inversione di rotta per i cambiamenti climatici nel nostro paese si aprono conflitti a livello europeo per consentire a sistemi produttivi obsoleti di continuare ad inquinare il pianeta impunemente.

Il Mondo è cambiato, rispetto al secolo scorso. Siamo sicuri che prima o poi anche i più nostalgici se ne renderanno conto ed entreranno finalmente nel nuovo millennio.

Questi sono i due ordini del giorno approvati:
odg-manifesto-acqua-pubblica
forli_comune_libero_dal_nucleare

In cambio dell’Iper il Comune si fa carico dell’Oliveti

In consiglio comunale i Verdi hanno motivato le ragioni del loro no all’ampliamento dell’ipermercato, voluto ancora prima della sua costruzione, esprimendo forti perplessità sul merito e sulla tempistica, che lega le mani alla nuova amministrazione su un tema così importante. Forse uno sgarbo a chi ha vinto le primarie?
Abbiamo inoltre criticato la volontà di inserire nel testo anche un riferimento all’istituto professionale Ivo Oliveti, che nulla ha apparentemente a che fare con l’ipermercato.
L’istituto è pieno di amianto ed è di competenza della Provincia, che deve bonificarlo o ricostruirlo.
Dal testo della delibera appare chiaro che la Provincia ha dato un suo assenso all’avvio della procedura dell’Ipermercato “anche alla luce del dichiarato assenso del Comune a farsi carico di individuare soluzioni tecnico-urbanistiche, condivise con la Provincia, idonee a favorire l’espressa necessità di costruire il nuovo istituto scolastico Ivo Oliveti”.
Appare abbastanza evidente, quindi, che la Provincia ha dato il suo sì all’iper solo dopo aver avuto la promessa dal Comune di farsi carico della soluzione dell’istituto professionale, la cui spesa in teoria non spetterebbe alla nostra amministrazione.
Evidentemente il contenuto della proposta non era così condivisibile, se il Comune ha dovuto promettere un impegno, e quindi una spesa, non dovuto per chiedere a Piazza Morgagni di portarla avanti.
Il Comune di Forlì, quindi, probabilmente spenderà più di quello che è stato dichiarato lunedì in Consiglio per avere il “suo” ampliamento dell’ipermercato, prelevando fondi da altri investimenti.
Sarebbe stato corretto che la Giunta ed il Sindaco avessero presentato una lista delle spese necessarie all’iper, dando la possibilità ai cittadini di valutare veramente se vale la pena investire così tanti soldi pubblici su opere di questa portata.

Commissione sulla revisione del regolamento

Oggi abbiamo avuto l’ennesima commissione sulla revisione del regolamento comunale. Ho chiesto ed ottenuto che si tornasse alla versione originaria sulle commissioni, che rimarranno pubbliche, mentre quella sulle pari opportunità e quella sulle verifiche delle procedure amministrative manterranno gli esperti.
Un punto sul quale non c’è stato accordo è la questione della regolamentazione delle presenze dei consiglieri comunali.
La proposta dell’ufficio di presidenza è di vincolare l’attestazione di presenza, e quindi anche il gettone, ai consiglieri che votano più del 40% dei punti all’ordine del giorno e sono presenti alla stessa percentuale di argomenti nelle commissioni.
Questa ipotesi, giusta nel principio se lo scopo è quello di mantenere il decoro dell’istutuzione, nella pratica si presta a tante piccole storture che complicano il problema invece di risolverlo.

Un esempio è venuto da una collega della maggioranza, che lunedì si è assentata per allattare il figlio dopo 4 ore di consiglio. In quelle 4 ore abbiamo discusso praticamente solo di un argomento, mentre gli altri punti sono stati fatti in pochi minuti. Secondo il conto dei voti, quindi, lei non avrebbe avuto diritto al gettone di presenza, nonostante avesse partecipato al 95% del tempo del consiglio.

Un altro caso che è stato portato è quello dei consiglieri silenti. Eletti che in 5 anni di mandato sono intervenuti in tutto 2 o 3 volte, o anche meno. La loro presenza silente non verrebbe penalizzata dal provvedimento.

Un terzo esempio è quello delle commissioni, che spesso partono in ritardo per l’assenza dei consiglieri dei gruppi più grandi (un solo consigliere PD, ad oggi, determina il raggiungimento del numero legale e la validità della seduta). Al contrario, l’assenza di un consigliere di un gruppo piccolo non pregiudica la partenza della commissione, con il risultato che a parità di tempo dedicato, è probabile che il consigliere del gruppo maggiore abbia la possibilità di seguire tutti i punti mentre quello del gruppo più piccolo arrivi 15 minuti in ritardo con 3-4 argomenti già trattati, e conseguente penalizzazione non solo economica, ma anche statistica (i dati delle presenze vengono resi pubblici ogni anno come dato per misurare l’attività del consigliere).

Ho proposto che si valutasse l’idea di obbligare ad una maggiore presenza i consiglieri con una maggiore trasparenza, utilizzando lo strumento dei video delle sedute come deterrente: chi non interviene, è assente, parla al telefono o legge il giornale sarà semplicemente giudicato dall’elettorato, come è giusto che sia.

L’idea che l’unico metro di giudizio dell’efficacia politica sia la temperatura della sedia, e non l’attività svolta, è demagogica ed inutile.

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