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Agricoltura. La FIAO, Bio Bank, Coop Italia e Esselunga smentiscono i dati sul calo dei consumi di biologico

La Federazione Italiana per l’Agricoltura Organica, che associa alcune fra le principali realtà del biologico nazionale e la maggior parte degli organismi di certificazione autorizzati dal Mipaf, Bio Bank, Coop Italia e Esselunga, con riferimento alle notizie diffuse dalle agenzie di stampa nei giorni scorsi riguardo alla situazione del biologico in Italia manifestano la loro preoccupazione per un’informazione incompleta e scorretta sulla realtà del settore. 1) I sequestri in Sicilia: notizia del 27 dicembre 2002 Fiao e Bio Bank rilevano come le notizie battute da alcune agenzie sugli scandali che hanno coinvolto aziende siciliane produttrici di ortaggi risalgono in realtà a dicembre del 2002. La loro diffusione a quasi un anno di distanza, a pochi giorni dall’apertura del principale appuntamento fieristico delle produzioni biologiche a livello nazionale, appare quantomeno sospetta ed ha lo scopo evidente di danneggiare l’immagine di un
settore comunque in crescita. 2) I dati su aziende e superfici al 31.12.02: calano le aziende al sud e crescono nel centro nord, crescono ovunque trasformazione e distribuzione. I dati sulla situazione del settore in Italia a dicembre del 2002 elaborati da Coldiretti sono, secondo Fiao e Bio Bank , incompleti. Se è vero che le aziende agricole sono diminuite rispetto al 2001 a livello nazionale, il calo è limitato a Regioni come la Sicilia, la Sardegna e la Calabria, dove l’enorme sviluppo avutosi in questi anni non si è accompagnato a una crescita adeguata dell’organizzazione locale della produzione e della distribuzione. Il biologico aumenta invece in maniera significativa nell’italia del Nord e del Centro: per le aziende + 11% al Nord e + 27% al Centro e per le superfici invariate al Nord e + 18% al Centro. Ovunque crescono le industrie di trasformazione (+ 13%) e la distribuzione. Fiao e Bio Bank sottolineano come l’Italia rimanga il principale produttore in Europa di biologico e che i prodotti presenti nelle catene della distribuzione organizzata nazionale continuano ad essere per la maggior parte di provenienza italiana, mentre l’aumento delle importazioni è dovuto proprio alla crescita continua della domanda di prodotto. 3) I consumi: pubblicati i vecchi dati di Ismea del 2002. La rettifica di Ismea assegna un + 20,7% di crescita alla spesa delle famiglie per il bio Per quanto riguarda i consumi è sufficiente dire che l’ismea con un proprio comunicato stampa di giugno 2003 ha rettificato e aggiornato i vecchi dati riportati da Coldiretti, titolando il proprio comunicato: “Cresce del 20,7% la spesa 2002 delle famiglie italiane per il consumo domestico di prodotti biologici confezionati”. Sempre ISMEA rileva un aumento su base annua dei volumi di prodotto acquistato di gran lunga maggiori, che a fronte di un aumento delle spesa delle famiglie più contenuto significano prezzi di vendita in calo, a dimostrazione dell’effetto positivo derivante dall’aumento dei volumi di mercato e dalla presenza della distribuzione organizzata. I
numeri riportati da ISMEA sono oltretutto confermati dall’andamento delle vendite di prodotti biologici nel primo semestre del 2003 nelle due principali catene della gdo italiana (Coop e Esselunga), che registrano un dato medio di aumento delle vendite di oltre il 23% che per alcune referenze, il cui numero complessivo sugli scaffali è oltretutto in continua crescita, supera anche il 40%. Il biologico, concludono Fiao e Bio Bank, si conferma quindi come uno dei settori più vitali dell’intero comparto agroalimentare nazionale, l’unico dotato di un sistema di controllo puntuale che vede una importante e costante sinergia fra organismi autorizzati e autorità pubbliche, tale da garantire sempre i consumatori che acquistano prodotti confezionati e regolarmente etichettati.

La carica delle biocittà

Nasce al Sana di Bologna l’Associazione delle città del bio. Fra le prime ad aderire: Roma, Napoli, Ancona e Siracua

Ci sono le città del vino, dell’olio e adesso anche del biologico. In occasione di Sana, la fiera del bio che apre oggi a Bologna, l’Aiab (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) presenta l’Associazione delle città del bio, quelle maggiormente impegnate in progetti come la ristorazione biologica, l’informazione e l’orientamento dei cittadini verso un consumo etico e consapevole, la promozione di uno sviluppo ecosostenibile, l’impiego di tecniche e di prodotti ecocompatibili.

Prime adesioni: Roma, Napoli, Ancona, Siracusa, Grugliasco (To), Borgaro Torinese, Alessandria, Varese Ligure (Sp), S. Casciano Val di Pesa (Fi), Marsicovetere (Pz). Fra degustazioni, laboratori didattici e sfilate di moda ‘tutta canapa’, il biologico alimenta anche qualche polemica.

La Coldiretti aveva parlato di un settore biologico che per la prima volta nel 2002 ha perso colpi, con la riduzione di produttori e superfici. Replica la Cia: il biologico nel nostro Paese non è in crisi, anzi continua a mostrare evidenti segni di consolidamento. La Confederazione italiana agricoltori guidata da Massimo Pacetti parla di settore in buona salute: “Nei primi otto mesi del 2003 è aumentato il numero delle aziende e degli ettari coltivati nel Centro e Nord Italia e sono in crescita sia i consumi delle famiglie che l’industria di trasformazione e la distribuzione”.
Resta il fatto che, anche secondo dati ministeriali, il numero dei produttori e gli ettari coltivati l’anno scorso sono calati. E Aiab conferma il trend anche in Emilia Romagna dove nel 2002 si sono perse circa 180 aziende bio (-3,5%), “soprattutto per la mancanza di finanziamenti regionali adeguati e di sostegno ai costi di certificazione, sopportati per intero dalle aziende”.

Cia e Anabio ammettono la contrazione, che però sarebbe dovuta sostanzialmente al fatto che sono uscite dal “sistema di controllo e certificazione” quelle imprese che non sono riuscite a trovare, per collocazione marginale o per scarsità di produzione, un loro mercato.
Tra l’altro, queste aziende, insiste la Cia, pur uscendo dal sistema nel 90 per cento dei casi continuano a praticare l’agricoltura biologica. E questo perché il sistema di controllo è oneroso e totalmente a carico dell’impresa. Anche Consortium (Consorzio biologico di Pavia al quale aderiscono 60 imprese del settore) contesta l’immagine di un settore che arretra: “Anzi, gli italiani – preoccupati per gli Ogm e la sicurezza alimentare, stanno acquistando sempre più prodotti biologici”. Quanto al calo delle aziende – sostiene Consortium – sarebbe limitato a Sicilia, Sardegna, Calabria e Puglia. “Nella altre regioni si registra un sostanziale saldo positivo sia per le aziende di trasformazione che per quelle agricole e zootecniche”.

Giovedì 11 inaugura il SANA

(IMMEDIAPRESS) – Bologna, 9 Settembre 2003 – L’Assessore Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile Regione Emilia Romagna Guido Tampieri, in rappresentanza dell’On. Vasco Errani, Presidente Regione Emilia Romagna, inaugurerà, giovedì 11 settembre alle ore 10,30 presso il Centro Servizi di BolognaFiere, la 15^ edizione di SANA, Il Salone Internazionale del Naturale, Alimentazione, Salute, Ambiente.
Interverranno, in rappresentanza del Ministro Giovanni Alemanno, l’On. Luca Bellotti, Comitato Nazionale per l’Agricoltura Biologica ed Eco-compatibile presso il MiPAF, e il Dr. Luigi Mastrobuono, Amministratore Delegato di BolognaFiere.
Molte saranno le personalità politiche provenienti da tutte le Regioni italiane che presenzieranno all’evento.

Alla cerimonia di inaugurazione seguirà un suggestivo spettacolo allestito in collaborazione con il Consorzio Canapaitalia.

Per il quindicesimo anno consecutivo, SANA torna in Fiera a Bologna, dove avrà luogo da giovedì 11 a domenica 14 settembre, con 16 padiglioni, 1.600 espositori provenienti da tutto il mondo, 60 convegni, decine di eventi e iniziative speciali.

Tra i 13 appuntamenti convegnistici in scaletta nella giornata di apertura del Salone, segnaliamo “Commercio equo e solidale nel mondo: l’impatto economico e la responsabilità sociale delle imprese”, organizzato da SANA con la sponsorizzazione di Coop Italia e di Emil Banca (ore 10.00, sala ARMONIA Business Club – pad. 36 1° piano), “Gli imballaggi per l’ortofrutta e l’ambiente: innovazione, sicurezza e qualità”, organizzato da CSO – Centro Servizi Ortofrutticoli, in collaborazione con CPR System e con l’Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile della Regione Emilia Romagna (ore 11.00, sala MADRIGALE Business Club – pad. 36 1° piano), “Biologico e canali distributivi. Le esperienze emergenti”, organizzato da Distilleria EcoEditoria, in collaborazione con SANA (ore 12.30, sala VERDE, Palazzo dei Congressi), “Bio Eco Cosmesi AIAB: due anni dall’idea, un anno di applicazione, 20 aziende e 500 prodotti sul mercato”, organizzato da AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica e ICEA, Istituto per la Certificazione Etico e Ambientale (ore 14.30, sala NOTTURNO Centro Servizi blocco D 1° piano), “Il Sistema informativo dell’agricoltura biologica: le istituzioni a confronto”, organizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali in collaborazione con SANA (ore 15.00, sala MADRIGALE Business Club – pad. 36 1° piano), “Biobarometro, Il SANO supporto al vostro marketing”, organizzato da Demoskopea, Greenplanet.net, Consortium, in collaborazione con SANA (ore 16.30, sala CONCERTO Centro Servizi blocco D 1° piano) e “I prodotti biologici e tipici italiani nel mondo: esportare negli U.S.A. Tendenze del mercato, normative e certificazione”, organizzato da SANA e ICE, Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ore 17.00, sala ARMONIA Business Club Pad. 36, 1° piano).

Numerosi anche gli eventi espositivi che arricchiranno la 15^ edizione del Salone: dalla mostra “Commercio Equo e Solidale”, a cura di SANA (pad. 22), a quella “Ecologia è Design. Esposizione di prodotti di Design Ecocompatibile”, a cura di SANA in collaborazione con l’Arch. Sonia Perini (pad. 35); da “Le arti in fabbrica. Il modello innovativo di recupero di aree industriali dimesse”, a cura di Angelo Grassi (pad. 35), a “Canapa. Ritorno al futuro. Materia, scenografia, comunicazione, animazione”, a cura di Consorzio Canapaitalia (Quadriportico Centro Servizi). E poi il Giardino Bio-Energetico, ideato e realizzato da Marco Nieri e Rovatti Giardini in collaborazione con SANA (pad. 35), il 1° Campionato Mondiale di BIOPIZZA, organizzato dal ConsorzioNIP “Nazionale Italiana Pizzaioli” in collaborazione con SANA (pad. 32 Stand ConsorzioNIP C44), “L’Atelier di SANA: Il Colore. Sfilate di moda ecologica” (tutti i giorni alle ore 12.00 e 16,30 presso il pad.33). E ancora SANALANDIA, il primo padiglione fieristico interamente dedicato al gioco e all’educazione eco-compatibile dei più piccoli, a cura di SANA (pad. 24), e degustazioni, incontri, dimostrazioni dal vivo, oltre a tutte le ultime novità naturali in tema di Alimentazione, Salute e Ambiente.

In fiera a Bologna dall’11 al 14 settembre, SANA torna a riproporre con forza la filosofia dell’eco-compatibilità, dell’ecologia, della sostenibilità dei consumi.

Per ulteriori informazioni:

Gustavo Capella
Fiere e Comunicazioni
Press Office and PR Manager
gcapella@fierecom.it
Tel in fiera: 051 282329

Lea Barzani
Fiere e Comunicazioni
Ufficio Stampa SANA
lbarzani@fierecom.it
Tel in fiera: 051 282358

Presentazione del Rapporto della Commissione sul software a codice sorgente aperto nella P.A.

La presentazione si terrà il 10 settembre 2003 in via Salaria 113, presso il Centro congressi dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza
nella Pubblica Amministrazione sul software a codice sorgente aperto.
Il programma e l’invito si trovano a questo indirizzo:
http://www.innovazione.gov.it/ita/eventi/allegati/invito_030910.pdf

Energie rinnovabili, la ricetta controblack-out e povertà

(ANSA) – ROMA – Da piu’ di un anno gli uffici del CSIRO, il piu’ importante centro di ricerca australiano, e’ completamente solarizzata. A Sacramento in California, imprese costruttrici e industrie di produzione di energia stanno costruendo interi quartieri serviti da sistemi fotovoltaici. Tra 5 anni negli USA anche singole abitazioni potranno essere riscaldate, refrigerate e illuminate con l’applicazione di un nuovo sistema solare termico che combina il ciclo del vapore, utilizzato nelle grandi centrali elettriche, con il ciclo di assorbimento e refrigerazione, utilizzato nei grandi impianti di refrigerazione. Il sistema ha una potenza di 5 kW ed e’ in grado di ottimizzare il ciclo in base alla domanda di calore, freddo ed elettricita’ raggiungendo standard elevatissimi di efficienza e una riduzione dei costi della meta’ anche rispetto agli impianti solari termoelettrici. In Australia dal 1987, si svolge la World Solar Challange, una gara internazionale di auto solari, che ogni anno registra la partecipazione di nuovi prototipi. Si tratta solo di alcuni esempi delle innumerevoli applicazioni delle energie rinnovabili che non rappresentano soltanto la componente piu’ sostenibile ed inesauribile del sistema energetico, ma anche un motore di crescita sociale e di lotta alla povertà. Entro il 2010 le energie rinnovabili potrebbero rispondere alla domanda di energia di un miliardo di persone, meta di quelle che oggi non hanno accesso all elettricita , 800 milioni delle quali vivono in paesi in via di sviluppo. Il Vertice di Johannesburg ha lanciato un appello ai paesi industrializzati perché si impegnino nel ”diversificare l’offerta di energia ed incrementare la quota delle fonti rinnovabili per aumentarne il contributo sull’offerta energetica globale, rimuovendo le distorsioni del mercato, prendendo in considerazione la ristrutturazione della tassazione ed eliminando progressivamente i sussidi per le fonti dannosi”. Non si tratta di una sollecitazione inutile: le fonti convenzionali (fossili e nucleare) ricevono oggi sussidi annuali, a livello mondiale, per oltre 300 miliardi di dollari, che potrebbero invece alimentare la ricerca applicata e la diffusione di energie pulite. Ma anche i governi dei paesi industrializzati, allarmati dalle previsioni di un aumento della domanda globale di energia, che tra il 2000 e il 2030 subira un incremento di oltre il 60 per cento, la cui risposta sara affidata in larga parte ai combustibili fossili. Nel 2001 l UE ha emanato una direttiva, la 2001/77/CE del Parlamento e del Consiglio relativa alla promozione dell energia prodotta da fonti rinnovabili. Il provvedimento impone agli Stati membri, gli attuali quindici ma anche a quelli in via di adesione, di intraprendere le misure necessarie per raggiungere entro il 2010 una quota del 12% di produzione da fonti rinnovabili. Ambiente: Energie rinnovabili. Italia in campo per fonti piu verdi Il nostro Paese con la legge 1 giugno 2001 di ratifica e esecuzione del Protocollo di Kyoto dispone di individuare le politiche nazionali che consentano di conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni anche attraverso il miglioramento dell efficienza energetica e un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili. Il provvedimento indica come priorita l accelerazione delle iniziative di ricerca e sperimentazione per l introduzione dell idrogeno come combustibile nei sistemi energetici e di trasporto, per la realizzazione di impianti di produzione di energia con biomasse e per l utilizzazione del solare termico, di impianti eolici e fotovoltaici e per la produzione di energia dal combustibile generato dai rifiuti solidi urbani. Anche la delibera CIPE che rivede le linee guida per la nazionali per riduzione delle emissioni, prevede che per il periodo 2008-2012 il contributo all abbattimento dei gas serra derivante dalle rinnovabili salga fino a 75TWh, in linea quindi con gli obiettivi comunitari. Nel 2001 il fabbisogno interno lordo di elettricita (consumi finali e perdite) e stato di 305 TWh, ma si prevede un incremento del 2% circa l anno. Le rinnovabili costituiscono quindi un alternativa indispensabile per rispondere all aumento della domanda e per ridurre la dipendenza dalle fonti e dagli approvvigionamenti tradizionali, petrolio e fossili. Una circolare del Ministro delle Attivita Produttive ha recentemente proposto obiettivi indicativi nazionali di consumo di elettricita prodotta da fonti rinnovabili per il periodo 2003-2012. ma come raggiungerli? Alcune misure sono gia state adottate: si tratta di quelle di attuazione del piano energetico 1988, delle leggi 9/91 e 10/91, del provvedimento CIP 6/92 che ha dato impulso alla diffusione delle rinnovabili e dal quale trae origine il sistema dei certificati verdi, ma soprattutto delle disposizioni in materia di ristrutturazione del sistema e del mercato energetico. Altre misure gia adottate, ma che richiedono perfezionamenti, concernono il quadro complesso delle competenze e delle procedure autorizzative, anche in relazione al potenziamento dei compiti e dei poteri delle Regioni. Un altro problema centrale e rappresentato dalla regolamentazione degli obblighi di collegamento alla rete, che ha subito un accelerazione grazie alla delibera n.50/02 dell Autorita per l energia elettrica e il gas con la quale e stata avviata una ridefinitone delle procedure sia per gli utenti che per gli impianti. Ma altre misure verranno prese al più presto. Entro settembre dovranno essere emanati i decreti di attuazione della Comunitaria 2001, per individuare gli obiettivi futuri di consumo di elettricita da fonti rinnovabili, imponendo l approvvigionamento sul territorio nazionale o da paesi che abbiano adottato politiche analoghe a quelle nazionali.
Un provvedimento attuativo dovra garantire che i regimi di sostegno siano compatibili con le regole di mercato , favorendo la competitività e i vantaggi delle energie pulite, anche mediante la semplificazione delle procedure amministrative. Il provvedimento includera anche i rifiuti tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del regime riservato alle rinnovabili. Ambiente: Energie rinnovabili. Facciamole costare meno L impegno a promuovere energie sostenibili e inesauribili con il target del 12% entro il 2010, e stato riconfermato dai ministri europei dell Ambiente e dell Energia riunitisi la settimana scorsa per un consiglio informale che ha voluto mettere le basi per un modello europeo di integrazione tra politiche energetiche e ambientali. Il confronto e proseguito idealmente sul filone avviato dal lavoro svolto dalla task force istituita dal G8 di Okinawa del 2000 e concluso al G8 di Genova, mirato proprio a identificare azioni e misure per incoraggiare e promuovere l uso delle rinnovabili. La task force nel suo rapporto finale stilato dai due presidenti, un italiano, il Direttore Genrale del Ministero dell Ambiente Corrado Clini e l inglese Mark Mody Stuart, presidente della Shell, aveva offerto alcune indicazioni di massima per aprire il mercato delle rinnovabili, rimuovendo gli ostacoli che ne impediscono la diffusione e la competitivita rispetto alle fonti tradizionali. E vero infatti che il costo delle energie rinnovabili tende a diminuire con l aumento dei volumi, ma nella maggior parte dei casi non e’ ancora direttamente competitivo con le alternative convenzionali, soprattutto a causa dei costi elevati di installazione di reti ad hoc e per la conversione delle strutture già esistenti. Secondo il rapporto , che e stato fatto proprio dai rappresentanti dei Grandi nel G8, i paesi industrializzati dovranno destinare maggiori risorse ai trust fund delle agenzie finanziarie internazionali, per realizzare progetti provenienti dal settore privato. Nel lungo periodo le industrie dovranno essere incoraggiate ad assumere impegni volontari per procurare e utilizzare le energie rinnovabili. Le agenzie bilaterali e multilaterali dovrebbero promuovere le rinnovabili nei progetti di sviluppo, quando il loro uso costituisca l’opzione a minor costo, sulla base dell’analisi del ciclo di vita. E dal canto loro i governi dovrebbero adeguare le loro politiche alle disponibilita dei consumatori a sostenere i costi per l’utilizzo delle fonti rinnovabili, utilizzando i meccanismi di mercato nazionali: agevolazioni, incentivi e quote pre-determinate nel portafoglio dell’energia. I paesi industrializzati, e l’Europa in prima fila attraverso i suoi Programmi per l Ambiente e per la Ricerca e lo Sviluppo, devono dare maggiore sostegno alla sperimentazione e all’applicazione di tecnologie di sfruttamento delle rinnovabili favorendone il trasferimento nei paesi in via di sviluppo. Una condizione essenziale per l’ampliamento del mercato del settore delle energie pulite infatti consiste nella cooperazione ambientale, prendendo come modello l attivita della GEF, Global Environment Facility, della Banca Mondiale, dell’United Nations Development Program e di numerosi donatori bilaterali e privati, a dimostrazione che investire nello sviluppo sostenibile rappresenta un opportunita di crescita e di profitto.(ANSA).

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