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Energia Eolica, notevole aumento dell’installato

Energia Eolica: Installati 8,000 MW nel 2004, un aumento del 20%
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Secondo le stime del Global Wind Energy Council (GWEC), l’industria mondiale dell’energia eolica ha installato 7,976 megawatt (MW) in piu’ nel 2004, un aumento del 20% della potenza installata totale, che ha raggiunto cosi’ i 47,317 MW. I paesi con maggiore potenza installata sono Germania (16,629 MW), Spagna (8,263 MW), USA (6,740 MW), Danimarca (3,117 MW) e India (3,000 MW). Diversi paesi, compresi Italia, Olanda, Giappone e Gran Bretagna sono al di sopra della soglia dei 1,000 MW. L’Europa continua a dominare il mercato globale avendo costruito il 72.4% delle nuove installazioni (5,774 MW); mentre il 15.9% e’ stato costruito in Asia (1,269 MW), seguita dal Nord America (6.4%; 512 MW) e il Pacifico (4.1%; 325 MW). L’America Latina (49 MW) e l’Africa (47 MW) avevano lo 0.6% del mercato.
“L’Europa rimane il leader mondiale dell’energia eolica, ma stiamo assistendo alla globalizzazione dei mercati eolici. In Europa, il mercato ha avuto una crescita media annua del 22% negli ultimi 6 anni; tuttavia, l’ulteriore rapido progresso che l’industria e’ capace di attuare e’ ristretto da barriere come l’accesso alla rete elettrica e le pratiche burocratiche”, ha detto il presidente dell’EWEA (European Wind Energy Association). “Il rinnovamento delle iniziative politiche del G8 potrebbero dare un’ulteriore spinta all’energia eolica; l’industria e’ ben posizionata e pronta per espandersi se ci saranno i segnali politici adeguati.”
La crescita del mercato Statunitense e’ stata lenta come ci si aspettava a causa del ritardo nell’estensione del credito fiscale per la produzione eolica, che era scaduto nel Dicembre del 2003 ed e’ stato esteso solo nell’Ottobre 2004. I progetti proposti stanno andando avanti e ci si aspetta che nel 2005 saranno installati 2,000 MW. L’incertezza continua a incombere sul mercato Statunitense perche’ il credito fiscale scadra’ di nuovo nel Dicembre 2005 a meno che il Congresso non si muova subito per estendere la misura. L’industria eolica Americana sta chiedendo un’estensione di lungo termine.

Fonte: GWEC
Traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi@gmail.com

Ed il rifiuto divenne polvere

In questi anni in Italia abbiamo visto la costruzione di un numero sempre maggiore di inceneritori, spesso chiamati termovalorizzatori per nasconderne l’immagine negativa.
Il fine che porta alla progettazione di questi nuovi impianti è, come al solito, solamente economico.

Il decreto Legislativo del 29 Dicembre 2003, n 387, che aveva il compito di attuare la direttiva europea 2001/77, ha incluso nella lista delle fonti energetiche rinnovabili anche il combustibile da rifiuto, una sorta di selezione della spazzatura ad alto contenuto calorico.
Più semplicemente, visto che in Italia era inesistente una seria programmazione della produzione dell’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili (come il solare, le biomasse, etc), sono stati inclusi in questa definizione anche gli inceneritori, per avere la possibilità di finanziarli con appositi contributi.

In questo momento, quindi, lo stato spende i nostri soldi per fornire contributi all’incenerimento dei rifiuti (il Cip6), ed investe denaro pubblico per diffondere nella nostra aria polveri sottili ed inquinanti anche cancerogeni.
Questo fatto è gravissimo, e poche persone ne sono a conoscenza: se non ci fossero questi incentivi, non sarebbe economicamente vantaggioso l’incenerimento dei rifiuti.

Come potrete certamente immaginare, se non fosse vantaggioso dal punto di vista meramente lucrativo, le aziende che gestiscono lo smaltimento, le Province, i Comuni e lo Stato stesso sposterebbero la loro attenzione dall’incenerimento alla riduzione dei volumi dei rifiuti ed al potenziamento del recupero di materia con la raccolta differenziata. In aggiunta a tutto questo, per completare il quadro, gli Stati che compongono l’Unione Europea prima o poi interverranno su questo finanziamento pubblico offerto in maniera così contrastante con lo scopo della direttiva. Invece che premiare le fonti rinnovabili, si finanzia l’incenerimento dei rifiuti, e non c’è nessun equilibrio di trattamento economico tra le imprese che operano nei diversi stati dell’Unione.

Il termine stesso utilizzato per questa pratica, termovalorizzazione, è stato coniato da zero e pensato per dare l’idea che un recupero dell’energia sia possibile e vantaggioso. Quando si cerca un nome nuovo per qualcosa che non ne avrebbe bisogno, si sta cercando di aggirare un problema o confondere le idee a qualcuno.
Ora noi compriamo petrolio, produciamo una bottiglia di plastica, la usiamo una volta e la gettiamo, poi la bruciamo. In questo ciclo, lo spreco di energia è immane e l’ultimo passaggio non ci fa recuperare nemmeno il 15% di quella impiegata. Questo non può certamente essere considerato un passaggio positivo, oppure una valorizzazione termica ed energetica.

Capito questo, risulta veramente difficile comprendere alcune politiche di gestione dei rifiuti che non vedono altro che lo smaltimento in discarica dopo la termovalorizzazione. Se queste politiche sono destinate a portare svantaggi anche economici, e certamente non hanno nessun vantaggio per l’ambiente e la salute dei cittadini, non hanno più senso di esistere.
Perché, allora, insistere su questo piano? Probabilmente perché una riduzione della produzione dei rifiuti da destinare allo smaltimento non conviene a chi gestisce questo servizio. Ma questo interesse è palesemente discordante con quello dei cittadini, che devono sapere che esiste una alternativa, già applicata in varie parti d’Italia con successo, che è vantaggiosa sia per le nostre tasche sia per la nostra salute.

Altrove i cittadini pagano per i rifiuti che producono, e questo premia le bollette di chi è più sensibile e diligente. Questo, in una qualsiasi comunità che beneficia dei buoni comportamenti di tutti, dovrebbe essere un obiettivo primario.

Nel terzo millennio abbiamo tutta l’esperienza necessaria per capire come incentivare i buoni comportamenti e disincentivare quelli sbagliati dei cittadini. Purtroppo non si può pensare che l’etica basti a spingere le persone: proprio per questo esistono regole, leggi, leve fiscali ed altri mille strumenti. L’uso di questi strumenti per incentivare fonti di danni seri all’ambiente ed alla salute è criminale, ma con i problemi di informazione che abbiamo nel nostro paese, certi comportamenti vengono celati e diventano normale amministrazione.

Ed il rifiuto diventa polvere e malattia, altro che energia.

Campagna per il pensionamento di Chicco Testa

Inquinamento delle CittàSu l’Espresso di questa settimana Chicco Testa, leader di Legambiente, già deputato del Pci-Pds e oggi referente di Walter Veltroni per lo sviluppo dei trasporti nella Capitale (Roma Metropolitane), afferma che il potenziamento del trasporto pubblico aumenterebbe solo la quantità di spostamento, senza ridurre l’uso dei veicoli privati. “Non sono affatto certo”, dice, “che vi sarebbe una sostituzione tra privato e pubblico perché c’è un’altissima domanda inespressa di mobilità. E probabilmente il traffico non si ridurrebbe”.
Se questo rappresenta una associazione che si dichiara ambientalista, non c’è che dire: siamo in pessime mani.

ORDINE DEL GIORNO OGGETTO: INQUINAMENTO ATMOSFERICO

ORDINE DEL GIORNO

OGGETTO: INQUINAMENTO ATMOSFERICO

PREMESSO

* che che gli effetti degli inquinanti derivanti dall’emergenza traffico nei centri urbani sulle persone sono sempre più evidenti, come lo dimostrano importanti studi dell’Organizzazione mondiale della sanità, al punto tale da aver spinto l’Unione Europea ad abbassare ulteriormente a partire da quest’anno di tollerabilità e ad inasprire le sanzioni nei confronti di quelle realtà che non si adegueranno a quanto stabilito;

CONSIDERATO

* che nei primi 15 giorni dall’inizio dell’anno 2005 i valori relativi agli inquinanti prodotti dal traffico veicolare hanno superato la soglia di pericolosità 10 volte e che una volta superate le 35 giornate oltre i valori limite si dovrà obbligatoriamente ricorrere al blocco totale del traffico, sotto la diretta responsabilità sanitaria del Sindaco;
* che gli abitanti della città di Forlì hanno un consumo pro-capite di carburante e numero di automobili possedute per famiglia tra i più elevati d’Italia;
* che concorrono a peggiorare la situazione dell’inquinamento atmosferico da PM10 anche il riscaldamento casalingo a gasolio e gli inceneritori dei rifiuti, soprattutto quando inseriti nel contesto urbano;
* che diverse esperienze in alcune importanti città europee dimostrano che si possono ottenere reali benefici se si regola e si restringe lo spazio a disposizione della circolazione motorizzata privata, riorganizzando e potenziando il trasporto pubblico, e con l’estensione delle zone a traffico limitato (ZTL);
* che la qualità dell’aria della Città di Forlì è una vera e propria emergenza, certamente non trascurabile, confermata dai rilevamenti effettuati dall’ARPA e dallo studio di Legambiente recentemente pubblicato;
* che diverse soluzioni sono già presenti nell’Accordo di programma sulla qualità dell’aria sottoscritto dai principali Comuni della Regione, e che si ritiene necessario procedere con la messa in opera di strumenti alternativi e più efficaci delle restrizioni occasionali del traffico realizzate tramite il metodo delle targhe alterne;

IMPEGNA

La Giunta Comunale ed il Sindaco ad attuare provvedimenti straordinari ed azioni strutturali, partendo dalla redazione del Piano Urbano del Traffico, per far fronte a questo problema e sensibilizzare la cittadinanza sugli effetti dell’inquinamento veicolare, tenendo in considerazione l’assoluta importanza che questa emergenza sanitaria rappresenta per la Città di Forlì.

Il Capogruppo dei Verdi
Alessandro Ronchi

Consiglio Comunale 29 Dicembre 2004

Medici senza frontiere

Nel Consiglio Comunale di ieri abbiamo votato all’unanimità un ordine del giorno relativo al distrastro avvenuto in questi giorni:

Il Consiglio Comunale di Forlì esprime profondo cordoglio per tutte le vittime del maremoto occorso il 26 dicembre 2004 nel Sud Est Asiatico e manifesta sincera solidarietà a tutte le popolazioni coinvolte da quell’immane sciagura.
Invita la comunità internazionale ad attivare ogni misura d’aiuto e di assistenza volta ad alleviare le sofferenze delle popolazioni colpite, a promuovere un rapido e sicuro rimpatrio per tutti i turisti, a favorire il più veloce ripristino di condizioni di normalità in tutte le aree devastate dallo Tsunami.
Invita tutta la cittadinanza forlivese a partecipare alla raccolta di fondi da destinare alle organizzazioni umanitarie presenti nelle zone colpite.
Impegna la Giunta a stanziare un apposito contributo da parte del Comune di Forlì e ad adoperarsi nell’ambito delle iniziative di solidarietà promosse a livello regionale e nazionale.


Oltre a questo i consiglieri hanno devoluto il loro gettone di presenza a Medici senza frontiere.

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